Oggi, di fronte al Parlamento, centinaia e centinaia di parenti di vittime di tanti delitti e stragi guarderanno il luogo delle Istituzioni e della democrazia: i loro occhi saranno un giudice implacabile nei confronti di una classe dirigente corrotta che chiede per se stessa impunità. Perché è un eufemismo parlare di riforma della giustizia.
Il Parlamento è impegnato nella costruzione di una gigantesca prepotenza che è quella di sottrarre il premier Berlusconi al dibattimento del caso Mills. Siamo di fronte al rischio di mandare in fumo processi importanti che vedono un pezzo d’Italia, tutto il Paese, in attesa di conoscere la verità.
Oggi il Parlamento vuole portare a compimento un delitto che è quello di sancire il principio di diseguaglianza, cioè che chi è più ricco e potente non deve essere sottoposto al controllo di legalità che invece resta appannaggio dei ceti popolari. Credo sia insopportabile che non si voglia un processo breve ma il processo brevissimo e anzi nessun processo.
La riforma non serve a cambiare la giustizia per tutti i cittadini: i processi sono lunghissimi ed estenuanti perché ancora oggi non sono investite risorse fondamentali per il funzionamento della macchina di giustizia. Rischiamo insomma di guadagnare un nuovo ‘800: l’epoca di un doppio codice per i galantuomini, che sono i ricchi e potenti e sono sempre innocenti, e quello dei briganti, che sono i poveri cristi che come si sa sono sempre colpevoli. E’ giusto ribellarsi a questa barbarie culturale.
Nichi
http://www.sinistraecologialiberta.it:80/vetrina/il-processo-brevissimo