Sa di fica (Zignare Remix)

di Andrea Scanzi

“(L’impiegato dell’Ufficio Brevetti di Napoli si lamenta perché è costretto a lavorare d’agosto). E noi qui nel mese di agosto, noi mediterranei, con fuori una temperatura di 32 gradi, temperature d’Africa, 38 gradi, siamo a pezzi, e noi siamo qui (bussano allo sportello). Aprite! E’ arrivato il solito cazzone che vuol sapere dove sta o’ cess’! Chi è? Vabbè vado io, vado io. (I bagni) Stanno là!’. (Si presenta un contadino) ‘No veramente, volevo sapere se questo è l’Ufficio Brevetti’. ‘’Sta scritta qua che è? Ufficio Brevetti! E allora scusi, Ufficio Brevetti! Vuole sapere?’ ‘No, io…’. ‘Non mi dica che lei…’. ‘Sì, io vulisse fa’ o brevett!’. ‘Venite, venite! Qui c’è qualcuno che ci vuole prendere… e non diciamo per cosa! Lei deve sapere, caro signore, che storicamente qua di brevetti non ne sono mai stati fatti, né richiesti, perché noi siamo un popolo mediterraneo e sappiamo benissimo che nei mesi di luglio, agosto e settembre, bisogna dedicarsi al sole, alle vacanze, è vero? Quindi lei cosa ci viene…lei ci sta a zignare’. ‘Zignare, e che significa zignare?’ ‘Zignare è un volo metodico eppur fastidioso che compie una zanzara sul culo di una ragazza (oooooolèèèè). Lei ci sta a zignare e noi, scusate tanto, in quel posto, con 28 gradi qua, 30 gradi là, il 20 di agosto non abbiamo proprio bisogno di essere presi per il culo’.
‘No, ma io vulisse registra’ ‘nu brevett!’. Ce l’ha ‘o documento, ‘o dossier? E cccarte…’e tttiene ‘e carte?’ ‘Ehm, non ce le ho le carte’. ‘Allora, 38 gradi, 20 agosto, per brevettare, mio caro signore, servono ‘e ccarte!’. ‘No, ma io tengo la cosa da brevettare direttamente! Ma io ce l’ho la cosa’. ‘E che sarebbe la cosa?’ ‘Una mela!’. ‘Avete ascoltato bene? Noi siamo qui…38 gradi…32 gradi…per farvi brevettare ‘na mela!’. ‘Sì, ma la mia è una mela speciale!’. ‘Speciale? Avete mai sentito che ci sono mele speciali? Io no. E cos’ha di speciale?’ ‘Sa di fica!’ (DAJEEEEE).
“Senta, ventotto gradi, trentadue gradi…noi non ci facciamo prendere per…’. ‘No, è ‘o veramente…Assaggiate!’ ‘Ma noi dobbiamo farci veramente prendere per il culo?’. ‘E assaggiate!’. (La mordono. Grande mimica, tipo Gassman quando simulava un ictus). ‘Ma sa di culo!’. ‘E giratela!’ (ahahahahahah)”.
Questa barzelletta è stata raccontata da Silvio Berlusconi, Presidente del Consiglio dello Stato Italiano, il 2 aprile 2011, al termine dell’incontro a Palazzo Grazioli con parlamentari, sindaci e comitati per il no all’abbattimento delle case abusive in Campania.
Dieci considerazioni.
1. La barzelletta fa veramente schifo al cazzo (la recensione è liricamente in linea con la trivialità dell’opera recensita).
2. Berlusconi racconta le barzellette malissimo. Non si capisce perché i due protagonisti parlino a volte in italiano e a volte in napoletano (maccheronico). Come non si capisce perché la temperatura sia ora di 28 gradi, ora di 30, ora di 32, ora di 38. Ci sono troppi salti e vuoti narrativi, non c’è ritmo, non c’è simpatia (cit). Quando racconta una barzelletta, Berlusconi sembra Gattuso che suona al piano le Variazioni Goldberg coi gomiti.
3. Berlusconi ha un concetto di ironia al cui confronto Martufello è un seguace di Gilles Deleuze e un rutto un omaggio a Michelangelo Antonioni (parentesi: c’è gente che scrive ancora “Antognoni”. Era regista anche lui, ma in un altro senso).
4. L’unica cosa più triste di un uomo che racconta barzellette, è un uomo anziano e tronfio che racconta barzellette sconce.
5. Berlusconi, tramite l’artificio letterario della barzelletta, dissemina piccole perle di omofobia, razzismo, intolleranza e trivialità goffamente mixate. Di fatto sciorina il suo programma elettorale, mascherato però da umorismo crasso. E il popolo sogna (c’mon).
6. La barzelletta di Palazzo Grazioli denota una stima per il popolo napoletano, con tutti gli stereotipi ad essa annessi (pigri, lavativi, volgari, ignoranti, disonesti), che avrebbe forse imbarazzato financo Borghezio (ho detto “forse”).
7. Chi crede che questa barzelletta scandalizzi l’Italia, non ha capito una mazza dell’Italia e continua a credere che la maggioranza degli elettori legga Repubblica, abbia a cuore l’emancipazione femminile, frequenti i cineforum di Nanni Moretti, ringrazi i camerieri al bar e abbia ancora voglia di indignarsi.
8. La fotografia perfetta dell’Italia è nella claque (istituzionale e con ruoli importanti) che, di fronte al Potente intento a ridicolizzarli, applaude pavida e sghignazza platealmente. Segnalo in tal senso il profilo compiaciuto e fastidiosamente glabro che appare nel video al secondo 16: inaccettabile.
9. Berlusconi ha un curioso concetto di educazione. Dice tranquillamente “culo” e “fica”, poi però per ben due volte si autocensura quando sta per dire “qualcuno ci vuole prendere (e non dico per cosa)”. Sarebbe come se un uomo scorreggiasse ininterrottamente durante una cena di gala, mettendosi però la mano davanti se gli viene un piccolo sbadiglio. Bah.
10. Berlusconi ci sta a zignare (il suo è un volo molto metodico). E se l’Italia è una mela, più che di fica sa di marcio.

Tag:Berlusconi barzelletta mela Scanzi

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