Per una riforma liberaldemocratica

di Luca Bagatin

Ho letto, sull’ultimo numero de ‘L’Azione mazziniana’ di marzo, un comunicato nel quale l'Associazione mazziniana italiana vorrebbe difendere l’articolo 41 della Costituzione da qualsiasi modifica. Personalmente, da repubblicano mazziniano, sono perplesso relativamente a prese di posizioni politiche dell’Ami, che dovrebbe essere e rimanere un’associazione indipendente dalla politica nazionale e incidere piuttosto nella cultura e nella diffusione del pensiero di Giuseppe Mazzini, così poco conosciuto. Nella fattispecie, la difesa a oltranza dell’art. 41 non mi ha mai visto concorde. Lo ritengo, assieme agli articoli 42 e 43 della Costituzione, fortemente lesivo della libera concorrenza e di una cultura pienamente liberaldemocratica. La Costituzione italiana, purtroppo, risente solo in minima parte della democratica e liberale Costituzione della Repubblica romana di Mazzini, Saffi e Armellini del 1849. La Carta costituzionale votata nel dopoguerra, purtroppo, risente moltissimo della cultura cattocomunista che le forze reazionarie, Dc e Pci, vollero purtroppo imprimerle. E ciò sin dall’articolo 1, che vuole l’Italia una Repubblica fondata sul lavoro e non già, come invece proponeva Ugo La Malfa, sui “diritti di libertà e del lavoro” (il lavoro è un diritto, non un dovere come nell'ex Unione Sovietica e la libertà è un diritto individuale che è bene sempre rimarcare). L’articolo 41 è fortemente ambiguo: garantisce la libera iniziativa privata, ma al contempo ribadisce l’intervento pubblico in economia, senza garantire nel Paese un’effettiva concorrenza. Che è invece un aspetto il quale, per un Paese che guarda all'Occidente liberale, andrebbe rimarcato proprio nella nostra Carta costituzionale. Gli articoli 42 e 43, invece, parlano degli espropri di Stato che, ribadisco, andrebbero il più possibile limitati proprio per non ledere la proprietà privata, che è un bene fondamentale per ciascun cittadino libero. In tal senso, ritengo, nello spirito liberaldemocratico che ha animato i Padri Costituenti di estrazione repubblicana e liberale, che la Costituzione andrebbe rivista proprio nell’ambito di quegli articoli (compreso l'articolo 7 che ha introdotto i fascisti Patti Lateranensi) di impronta arcaica e, comunque, di ispirazione cattocomunista, illiberale, conservatrice.

(articolo tratto dal blog www.lucabagatin.ilcannocchiale.it)

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