La proposta del leghista Roberto Castelli di escludere le imprese calabresi dalla partecipazione alle gare di appalto per i lavori legati ad Expo 2015 è una gravissima provocazione di stampo razziale!
Pericolosossima quanto inutile e sciocca. Prima di tutto perchè la penetrazione della ndrangheta in gran parte delle regioni italiane e in alcune aree dell'Europa non ferma chiudendo il mercato dell'edilizia e riservandolo alle sole imprese del posto. La mafia avrebbe comunque altri sistemi per controllare gli appalti.
La proposta, poi, finirebbe per penalizzare soprattutto le imprese calabresi sane, e ce ne sono tante, che operano nel Nord da anni e non hanno contatti con la criminalità.
Castelli, in realtà, conferma l'anima razzista della Lega, che prima ha chiesto dipendenti pubblici e docenti solo padani per le loro scuole, ed ora vuole esportare questo metodo anche nell'economia e nelle imprese.
Ma attenzione, perchè di questo passo si arriva alla richiesta di espulsione dei calabresi che da decenni vivono al nord e hanno fortemente contribuito alla ricchezza del nord. Una qualcosa che somiglia tanto alle legge razziali del periodo fascista!