Omicidio Ingarao, condannati i Lo Piccolo

Il 13 giugno 2007 è stato assassinato a Palermo il boss Nicolò Ingarao, ritenuto il reggente della famiglia mafiosa di Porta Nuova. Due killer a bordo di una motocicletta lo hanno freddato intorno alle nove del mattino, in via Pietro Geremia, dopo che aveva assolto all’obbligo di firma, in quanto sorvegliato speciale, presso il commissariato di polizia Zisa. Secondo gli inquirenti si trattò di un omicidio particolarmente preoccupante. Ingarao, volto noto alle forze dell’ordine per aver collezionato numerosi precedenti per mafia ed estorsione, era ritenuto vicino al boss Nino Rotolo, arrestato nel 2006 nell’ambito dell’operazione “Ghota”, capo del gruppo mafioso che si contrapponeva al super latitante Salvatore Lo Piccolo per il controllo di Palermo. Un omicidio in pieno giorno, in un quartiere popoloso ad alta densità mafiosa, che scosse gli inquirenti. L’arresto di Lo Piccolo, nel novembre 2007, confermò quanto ipotizzato dagli inquirenti: c’era “il barone” dietro l’omicidio.

Oggi i giudici della prima sezione della Corte d’Assise di Palermo hanno condannato all’ergastolo cinque mafiosi imputati dell’omicidio di Ingarao. Carcere a vita per i boss Salvatore e Sandro Lo Piccolo, padre e figlio, Francesco di Piazza, Andrea Adamo e Vito Palazzolo. La Corte d’Assise ha così accolto le richieste avanzate dai pm del processo, Francesco Del Bene e Roberta Buzzolani. Secondo i giudici i Lo Piccolo sarebbero stati i mandanti del delitto, gli altri tre avrebbero svolto invece un ruolo operativo. Già in precedenza due pentiti rei confessi, Andrea Bonaccorso e Gaspare Pulizzi, sono stati condannati a dieci anni e mezzo di carcere.

I due ammisero di essere stati i killer di Nicola Ingarao, uomo di fiducia del boss Nino Rotolo, acerrimo nemico dei Lo Piccolo. Ingarao durante alcune intercettazioni ambientali aveva parlato male dei due Lo Piccolo che, quando lo vennero a sapere, decretarono al sua morte, come ha raccontato il collaboratore Pulizzi.

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