La viceresponsabile per i Beni Culturali dell’Italia dei Diritti: “Un Paese senza cultura è un Paese morto, senza speranze e senza futuro”
“Sono assolutamente d’accordo con i manifestanti. È assurdo tagliare in settori così importanti, come quello della cultura, e lo è ancor di più quando si procede come sta facendo il Governo italiano. Un Paese senza cultura è un Paese morto, senza speranze e senza futuro”. In questo modo Federica Mariotti, viceresponsabile per i Beni Culturali dell’Italia dei Diritti, esprime la sua solidarietà verso quelle associazioni che scenderanno in piazza i giorni 26, 27 e 28 marzo, su tutto il territorio nazionale, per protestare contro i tagli al comparto culturale, considerando che, negli ultimi cinque anni, gli interventi statali in questo settore sono crollati di quasi un terzo.
La riduzione dei finanziamenti effettuata dal Ministero per i Beni e le Attività Culturali rischia di cancellare circa 220mila posti di lavoro e compromette la sopravvivenza di diverse strutture legate al mondo dello spettacolo, tra cui alcune che hanno fatto la storia del nostro Paese: “L’eventuale chiusura di Cinecittà Luce e del teatro La Fenice – sostiene la Mariotti – risulterebbe come una perdita grave e dolorosa, oltre ad essere un evento squallido e decadente”.
L’esponente del movimento guidato da Antonello De Pierro conclude il suo intervento, affermando: “Il mio timore più grande è che l’operazione in Libia sicuramente provocherà ulteriori tagli che andranno a colpire altri settori fondamentali per lo sviluppo nazionale, come quello dell’istruzione. La situazione che sta vivendo la scuola è manifestamente drammatica. Se poi si considera che il nostro Governo continua ad intervenire a sostegno delle strutture private, anziché risolvere i problemi della scuola pubblica, ci si rende conto che siamo allo sbando”.
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