BUCCHINO: OLTRE 60 DEPUTATI FIRMANO LA MIA PROPOSTA DI LEGGE SUL RIMBORSO DEI CONTRIBUTI AGLI IMMIGRATI CHE RIMPATRIANO

“Oltre sessanta deputati (tra i quali Livia Turco, Walter Veltroni, Cesare Damiano, Savino Pezzotta, Massimo Donadi) hanno firmato la mia proposta di legge che prevede il rimborso dei contributi previdenziali versati in Italia ai cittadini extracomunitari che rimpatriano definitivamente nel loro Paese di provenienza. Una adesione così massiccia, in un momento in cui la sensibilità di questo governo verso i diritti delle persone più disagiate non è molto alta, fa ben sperare per l’impegno d’una larga parte del Parlamento sul futuro del percorso legislativo di temi apprezzabili come questo.
La proposta di legge mira a tutelare i diritti previdenziali dei cittadini extracomunitari che hanno lavorato e versato i contributi in Italia e decidono di lasciare definitivamente il nostro Paese prima del compimento dell’età pensionabile o della maturazione del diritto a pensione. La proposta inoltre ha l’obiettivo di supplire al blocco da parte dello Stato italiano, in atto da molti anni, delle convenzioni bilaterali di sicurezza sociale con i Paesi di origine degli immigrati extracomunitari che consentirebbero l’utilizzazione dei contributi che non fanno maturare un diritto a pensione autonoma (come è noto i cittadini dell’Unione Europea sono invece tutelati in maniera adeguata dai Regolamenti comunitari).
A partire dal 1996 e fino al 2002, grazie anche alla legge sull’immigrazione “Turco-Napolitano” i contributi versati in Italia venivano rimborsati ai lavoratori stranieri in caso di rimpatrio. La legge sull’immigrazione “Bossi-Fini” varata in quell’anno abolì il rimborso dei contributi e introdusse una norma che consente agli stranieri rimpatriati di ottenere una piccola pensione al compimento del 65mo anno di età ma solo se i versamenti rientrano nel sistema contributivo – che si applica a tutti coloro i quali hanno cominciato a versare in Italia a partire dal 1996 – escludendo tutti gli altri, e cioè coloro i quali hanno versato i contributi prima del 1996 oppure sia prima che dopo tale data (sistemi retributivo e misto) e che quindi, attualmente, perderebbero la loro contribuzione.
Si è creata così una situazione di disparità di trattamento tra categorie simili di lavoratori che penalizza paradossalmente quelli che rientrano nel sistema retributivo o misto e i quali sono immigrati in Italia in periodi più remoti nel tempo, (quando vigeva solo il sistema retributivo) hanno forse vissuto in Italia più a lungo e hanno versato un numero più alto di contributi.
La proposta di legge intende appunto sanare in parte tale discriminazione reintroducendo nella legislazione italiana l’istituto del rimborso dei contributi.
La proposta di legge stabilisce che i lavoratori extracomunitari, compresi quelli che avrebbero titolo alla pensione di vecchiaia con il sistema retributivo o misto, in caso di rimpatrio hanno la facoltà di richiedere, nei casi in cui la materia non sia regolata da convenzioni internazionali, la liquidazione dei contributi che risultino versati in loro favore presso forme di previdenza obbligatoria maggiorati del 3 per cento annuo.
E’ una proposta di legge coraggiosa che va contro tendenza e che, ci aspettiamo e decisamente auspichiamo, solleverà le più che legittime obiezioni da parte di coloro i quali sostengono che tale rimborso deve essere previsto anche per i cittadini italiani i quali non maturano il diritto a pensione. Questo dei contributi “silenti” è un problema nazionale che andrebbe affrontato in un momento e in un clima economico e politico diverso da quello attuale e con il sostegno e la volontà dello Stato, delle istituzioni, della politica e delle parti sociali. Da parte nostra, con questa proposta di legge, ci siamo impegnati a dare un piccolo contributo a favore di una categoria di diseredati.”

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