Parla della solita ipocrisia di coloro che, dopo avere inviato consapevolmente colpevolmente giovani a combattere in terra straniera, esprimono profondissimo dolore per la loro morte. Una bella lettera, che però si conclude con un sogno impossibile: “Quando diciamo che un altro mondo è possibile, pensiamo anche ad un mondo senza armi e senza eserciti. Un'idea forte. Esercitiamola questa forza”. Ora, immaginare un mondo senza armi, mi sembra un'utopia. E forse della stessa opinione era un nonviolento per antonomasia, Gesù di Nazaret, il quale, pur predicando la nonviolenza, non parlò mai di disarmo. E dal Vangelo si evince chiaramente che gli apostoli, o perlomeno alcuni di loro, erano armati. Leggiamo, in Luca: “Gesù gli disse: «Giuda, con un bacio tradisci il Figlio dell'uomo? ». Quelli che erano con lui, appena si accorsero di quello che stava per accadere, dissero: «Signore, dobbiamo usare la spada? » . E uno di loro colpì il servo del sommo sacerdote e gli staccò l'orecchio destro. Ma Gesù intervenne e disse: «Smettete, basta così ». E toccandogli l'orecchio, lo guarì” (Lc 22, 48 – 51). Gesù sapeva bene che i discepoli portavano la spada, ma non ordinò loro di disfarsene. Li avrebbe rimproverati ugualmente, se fossero stati costretti ad usarla per difendere un bambino?
Francesca Ribeiro