Alberto Granado una corsa a Vuoto?

Un giorno, che è il 6 marzo 2011 domenica di Carnevale, apprendo tra tante chiacchiere, che Alberto Granado è volato via : Le ceneri di Alberto Granado, il compagno di Ernesto ‘Che’ Guevara nel celebre viaggio in moto per il Sudamerica, morto ieri all’Avana all’età di 88 anni, saranno sparse tra Cuba, Venezuela e Argentina. Granado, morto nel sonno nella sua casa dell’Avana, aveva lasciato scritto quest’ultimo suo desiderio. La camera ardente è stata allestita nel quartiere del Vedado all’Avana, dove centinaia di persone gli hanno dato l’ultimo saluto; tra queste Aleida Guevara, figlia del ‘Che’.


Nella stessa mattinata svegliandomi leggo che una cavalla che si esibiva per la Corsa a Vuoto, è morta a Ronciglione, che un gruppo di cittadini, organizzati in verde e non certo dalla Lega, hanno manifestato a Viterbo, presentando un esposto alla magistratura per i Fatti e i non fatti e i misfatti, sull’ acqua all’Arsenico: trattasi delle “continue deroghe concesse dalla Regione Lazio e dal ministero della Salute” che fanno continuare lo Spettacolo.Non datecela a bere.


Io vivo a Capranica e sono informata dei Fatti, tramite la Rete e quello che tocco e vedo con mano, e allora mi sono ricordata di quando nell’ aprile del 2007 sono andata a sentire e vederla viva, Aleida Guevara, mentre al mio paese c’era Dico No, a Manziana, grazie all’ invito dell’Associazione di Amicizia Italia-Cuba Circolo della Tuscia.
Certe esperienze di Mujeres Libres, hanno sempre disturbato e continueranno a disturbare.


Traete voi le conclusioni che ritenete opportune, e se c’è ancora molto da fare…senza corse a vuoto, che il grande Alberto Granado, non ha mai fatto nella sua vita, col compagno Che e con tutte le storie Minori che ha incontrato e abbracciato. Non è un film: Alberto Granado scrisse anche, Un gitano sedentario. L’ autobiagrafia del ragazzo che viaggiò in moto con Che Guevara e lo seguì nella Cuba della Rivoluzione e venne, anche, in Italia, come Aleida Guevara. Lacho drom, buon cammino ai Cavalli selvaggi: non corrono a vuoto. Ora e siempre.

Doriana Goracci


un giorno nella Tuscia: da dico no ad Aleida Guevara
Alle 19 aspettavo il passaggio per andare a Manziana nella piazza del mio comune Capranica, in provincia di Viterbo, sì la città dei papi. E vedo: carabinieri, assessori febbrili al cellulare, ragazzi ben vestiti con cravatta e camicia, donne inesistenti, forse erano dentro in prima fila. C’era Gasparri alla chiesa di San Francesco con un’iniziativa: “Dico no”. Mi attardo a parlare con una collaboratrice comunale, quella che mette il pedaggio alle auto in sosta, davanti al pensionato degli anziani, c’era spettacolo e il tempo era mite…Si fanno le 20 e sono al cinema Quantestorie, dove il circolo della Tuscia ha organizzato un incontro-film-dibattito con Aleida Guevara, dopo 40 anni dalla morte del Che. Il cinema è pieno all’inverosimile e di inverosimili giovani, venuti-non portati. Ho la pretesa di riportarvi alcune cose che mi sono scritta al volo, dette da Aleida, dette dal Che, dette e vissute. **** Quino-Mafalda: a Mafalda non piace mangiare la minestra e se Fidel dicesse che la zuppa è buona, non mi obbligherebbe a prenderla. Se la critica è continua significa che il popolo pretende che pensiamo. Il mondo non ha bisogno di eserciti armati, ma di dottori e maestri.
Ricorda Aleida, di avere visto a Madrid delle donne e una alla loro testa con un cartello che diceva: ” Noi lavoratrici notturne, noi lavoratrici della strada, giuriamo che il signor Aznar non è figlio nostro” Perfino le prostitute, ricorda, scesero in strada a manifestare contro la guerra. Eppure la guerra continua…democrazia=potere del popolo, e dov’è questo potere se il popolo manifesta contro il governo che va alla guerra?
Dietro di me un ragazzo mormora: “Non puoi capire quello che patimo…”
Forza e tenerezza per le donne.
All’inizio si ricorda che il Che aveva riconosciuto che tutto il mondo ha diritto a stancarsi ma chi si stanca non sta all’avanguardia. Aleida conclude con un “devo a mio padre di vivere la vita con dignità e allegria”. *** E siccome le parole mi evocano e muovono, mi danza ancora dentro questo termine avanguardia: organizzazione giovanile paramilitare fascista o movimento politico avanzato?
Fulvio Grimaldi, organizzatore della serata, ricordava che spesso alle manifestazioni dominano ormai rughe e capelli bianchi anche se con cuori da diciottenni e invece stasera…una grande folla di giovani ed energia!
E allora ripenso ad un’altra avanguardia, che spero non si faccia cogliere di sorpresa dalle truppe d’assalto, da qualunque parte provengano, destra o sinistra, ma che sappia cogliere e unire quello che c’è di nuovo o d’antico nell’aria, che si autorganizzi. Un’avanguardia che non mangia zuppe riscaldate anche se buone, che lotta con dignità e allegria, con forza e amore, perchè la solidarietà non è ciò che avanza ma ciò di cui gli altri hanno bisogno (e questo non l’ho detto io)…
E non possiamo rimanere a braccia incrociate, come il servizio di sicurezza al mio paese che ospita “Dico no”, occhiali da sole e gambe ben divaricate.
Perchè come dice la signora Aleida Guevara, pediatra: ci devono molto, molto, quel debito non hanno ancora cominciato a pagarlo.
Doriana Goracci

2.4.2007



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