In Calabria bimba 9 anni operata tonsille muore

Il viceresponsabile per la Sanità dell’Italia dei Diritti :“ Morire così, in Italia, dopo un intervento simile, è vergognoso. Massimo cordoglio e affetto alla mamma della piccola, una donna colpita al cuore”

Aperta un’inchiesta sulla morte di Claudia Michienzi, di soli 9 anni, deceduta all’ospedale di Lamezia Terme. La piccola, lunedì scorso aveva subito un banale intervento chirurgico alle tonsille per il quale era stata dimessa due giorni dopo. Il venerdì tuttavia Claudia aveva accusato una preoccupante febbre, tanto da indurre la madre ad accompagnarla in ospedale, dal quale veniva rimandata a casa e giudicata in normali condizioni. Gli stessi sintomi, si sono ripresentati il giorno successivo causandone però il decesso durante il trasporto in ambulanza verso il nosocomio calabrese.

Sui drammatici fatti è intervenuto Luigino Smiroldo, viceresponsabile per la Sanità dell’Italia dei Diritti: “Quando c’è la volontà politica per fare le cose bene a favore dei cittadini i soldi ci sono e le cose funzionano. Quando questo intento viene meno, mancano i soldi e, volutamente, l’aiuto necessario alla popolazione, tenuta costantemente sotto ricatto. Di interventi alle tonsille se ne fanno a migliaia, evidentemente qualcosa non è andato come doveva, qualche passaggio non è riuscito, starà alla magistratura verificare i fatti. Ritengo, purtroppo, che siamo in una situazione veramente triste e sinceramente avvilente. Morire così, in Italia, dopo un intervento simile, è vergognoso. Dal punto di vista clinico – prosegue l’esponente del movimento presieduto da Antonello De Pierro – è come morire per l’estrazione di un dente, non è possibile; la piccola è addirittura tornata in ospedale dopo la febbre, è inconcepibile che sia stata rimandata a casa , c’è negligenza, superficialità, prepotenza, arroganza, c’è menefreghismo politico. Questa è la sanità in Italia purtroppo”.

La famiglia di Claudia era stata già duramente provata da un episodio di presunta malasanità, l’ennesimo purtroppo in terra calabrese. Nel 2003 il padre della piccola vittima si recò, in preda a violenti dolori al petto, all’ospedale di Vibo Valentia. Visitato e successivamente dimesso dalla struttura morì il giorno dopo a causa di un infarto.

“La Calabria – dichiara Smiroldo – è la vittima, è un territorio in mano alla organizzazioni criminali legate a doppio filo con le istituzioni, è come il Montenegro nei Balcani, una regione in mano a contrabbandieri e delinquenti senza scrupoli. Parliamo chiaro: questa è la realtà, gli ospedali sono ritenuti dei mezzi per far soldi, non vengono considerate e salvaguardate le persone ammalate. Ritengo che, se siamo arrivati a questa situazione, ci sia una grande colpevolezza pubblica. In altre regioni come Friuli, Emilia Romagna o Toscana, ad esempio, le cose funzionano abbastanza bene. Possiamo e dobbiamo dire che è responsabilità politica, non colpa del territorio. Massimo cordoglio e affetto alla mamma della piccola – conclude l’esponente dell’Italia dei Diritti – una donna colpita al cuore, dopo gli atroci episodi capitati al marito prima e alla figlia ora, in coscienza c’è solo da abbracciarla”.

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