Così come da anni le celebrazioni agatine si trasformano malgrado loro in una sorta di cartina di tornasole dell’impotenza delle istituzioni della città contro la prepotenza dell’inciviltà. Ancora una volta l’esibizionismo fanatico di alcune decine di pseudo-devoti alla “Santa” con la loro prepotenza e arroganza, e senza tenere in alcun conto la vera devozione religiosa e cristiana, dimostrano i loro primordiali “muscoli”, trascinandosi ceri da centinaia di chili, a discapito del vivere civile e della legge. Una ennesima dimostrazione di quella che in Sicilia è la vetusta sottocultura mafiosa, vero e proprio fertilizzante per la delinquenza comune e la criminalità organizzata. Contro quello che dovrebbe essere la civica normalità in una città come Catania un pugno di fanatici integralisti si fà beffa dell’ordinanza del Sindaco, così come si sono fatti beffa di tutte quelle ordinanze che negli ultimi anni i vari Sindaci che si sono susseguiti hanno emanato che proibisce ciò (anche se poi basterebbe fare applicare il Codice penale) forse allo scopo di mettersi essi stessi la coscienza a posto (basti pensare ai numerosi incidenti, anche mortali, causati dalla cera spalmata sul manto stradale e sui marciapiedi).
Sembra di rivivere in tali sconcertanti scene da basso medioevo quello che giornalmente accade in certi quartieri della città con i cosiddetti “arrusti e mangia” (decine nel percorso del fercolo). Anche qui tanti proclami da tutte le Istituzioni cittadine, qualche multa, per poi ritornare dopo qualche giorno al punto di partenza. Ma nessuno delle Istituzioni locali, a mia memoria, si è mai assunto pubblicamente le proprie inequivocabili responsabilità per le loro più che evidenti incapacità a fare rispettare quelle leggi che in un paese civile e democratico regolano la vita e la libertà di ogni cittadino. E come al solito i nostri rappresentanti politici tacciono, forse per paura di perdere consensi elettorali?
Alfio Lisi
Catania
