Bimbi Rom abusivi muoiono a Roma in un incendio

E’ divampato un incendio in una baracca a Roma, in un insediamento abusivo sulla via Appia Nuova a Roma, dove sono morti quattro bimbi di 4, 5, 8 e 11 anni: insieme non fanno trent’anni. Sembra che la causa sia stata un tizzone servito a riscaldare. Forse erano abusivi anche i bimbi, la loro presenza e famiglia. “Il mondo si è riempito di mezzi di comunicazione ma abbiamo abolito tutti i luoghi di comunicazione”: mi chiedo a cosa può servire apprendere e far circolare notizie come questa.
“Ora potrei morire anch’io, non ho più parole”. A parlare è il padre di tre dei bimbi morti nell’incendio. “Aiutateci. Dateci assistenza”. Hanno chiesto al sindaco di Roma Gianni Alemanno i genitori delle quattro giovani vittime. I genitori hanno riferito al sindaco che intendono celebrare i funerali in Romania. C’erano in tutto cinque baracche all’interno dell’insediamento abusivo a Roma. In passato l’insediamento era stato più volte sgomberato, ma i nomadi erano tornati con i loro accampamenti. Solo una baracca è stata distrutta dalle fiamme. All’interno di quest’ultima c’era un nucleo familiare composto da sette persone tra cui i quattro bambini morti.”
Che sia colpa di un uccello nero? “El pájaro negro” ?

” Sarebbero morti nel sonno i quattro bambini rom rimasti carbonizzati nell’incendio in un insediamento abusivo a Roma. Lo hanno riferito alcuni familiari che si trovano sul posto. Secondo una prima ricostruzione fatta dagli abitanti del campo, i bimbi erano stati lasciati soli mentre dormivano: la madre si era allontanata per comprare del cibo in un fast food e una zia era andata a prendere acqua. Davanti al campo ci sono gli abitanti rom sconvolti che si stringono attorno alla madre e al padre dei bimbi in lacrime. Da ore si sentono le urla strazianti della madre che piange avvolta nell’abbraccio di suo marito. Alcuni rom girano con delle coperte per proteggersi dal freddo, altri, ancora scossi, si sono appartati in un angolo cercando di tenersi lontani da fotografi e cronisti. Secondo quanto si è appreso, nel campo vivevano in tutto circa 20 persone.”
“L’ abuso diventa un Male, che si crea e disfa da solo. “Via da Roma maledetti campi abusivi”. Lo ha detto il sindaco di Roma Gianni Alemanno arrivando alla baraccopoli di Tor Fiscale, dove sono morti carbonizzati quattro bambini. “Queste burocrazie maledette che hanno bloccato il nostro piano nomadi – ha detto Alemanno – hanno prodotto questo effetto”. “Domani chiederò, urlando, al governo poteri speciali per gli insediamenti dei rom”, ha aggiunto Alemanno. “Chiederò al governo i poteri affinché il prefetto possa realizzare i campi rom autorizzati a Roma”, ha continuato il sindaco. Alemanno è entrato più volte nell’area dell’insediamento in cui stasera è avvenuta la tragedia. La decisione di rivolgersi al governo è stata espressa dal sindaco con voce risoluta dopo una terza visita alla baraccopoli. “Dobbiamo costruire campi autorizzati, ben attrezzati e in grado di garantire condizioni di sicurezza per queste persone. A Roma ci sono già tre aree in cui questo è possibile”.

Riporto un video , La lega, il razzismo, le persone ed i diritti della persona, gentilini ed i bambini rom, nella cui didascalia è scritto: “E’il 18/10/2009, ho tragicamente trovato in rete il filmato di Gentilini sui bambini rom e quello della pulizia etnica dei “culattoni”. Non ho potuto non pensare alle persecuzioni di altri tempi, quelle naziste. Sono certo che le persone di buon senso in Italia sono la maggioranza, ma dovremmo cominciare a fare qualcosa. Non basta più scandalizzarsi, occorre mobilitarsi contro questo scempio dei diritti fondamentali dell’uomo. Non posso più tollerare di vivere in un paese dove un sindaco può urlare ad una folla delirante di eliminare tutti i BAMBINI rom, senza che nessuno alzi un dito, magistratura compresa. Queste persone alla resa dei conti (perchè prima o poi ci sarà) dovranno rispondere di questi comportamenti assurdi.”
La Caita nel film Latcho Drom di Tony Gatlif canta: “Lei, Lei è una cicogna che è sbarcata sulla Terra. Io, io sono un uccello nero che ha preso il volo. Perché la Sua bocca cattiva sputa su di me? Che danno faccio a Lei con la mia pelle scura…Quale rimedio compagna, per essere bruna e gitana? I miei capelli anneriscono? Da Isabelle la cattolica…Da Hitler a Franco…Noi siamo state le vittime delle loro guerre. Delle sere, delle sere piacciono molte altre sere… Delle sere io mi trovo ad invidiare…Il rispetto che Lei dà al Suo cane. Perché la Sua bocca cattiva sputa su me? Che danno è per Lei la mia pelle scura…L’uccello nero Ahi, tu sei una cicogna che sfiorò la terra. Io sono un uccello nero caduto su di lei. Perché mi sputi nel viso? Che colpa è, essere bruna e gitana? Da Isabela La Cattolica Da Hitler fino a Franco furono loro vittime, per le guerre, i gitani. Alcune notti Alcuni notti come altre notti muoio di invidia vedendo come accarezzi il tuo cane.”
Cupe Vampe.

Combien Ca Coûte L’Indifférence, è la risposta cantata in francese al Ministero degli Affari popolari.Ricordando una lettera del 28 gennaio 2010, “ Portati via! ”, dei docenti alle istituzioni, mando e vorrei gridarlo, Lacho Drom, Buon Cammino con I diritti degli invisibili: Silenzio? Passage, Mondo…Quando tu dormi noi non siamo là…Penso che anche questa sia Emergency…Emergenza di notizie, senza distintivi. La Livella , mette tutte e tutti alla pari, o almeno dovrebbe, per chi rimane, in vita.
Doriana Goracci

Lettera Istituto Comprensivo “via dell’Archeologia”
Scuola frequentata dai bambini Rom di Via di Salone
portati al “Cara” di Castel Nuovo di Porto
AL SINDACO DI ROMA Gianni Alemanno
AL PREFETTO DI ROMA
AL V DIPARTIMENTO Politiche sociali
AL XV DIPARTIMENTO politiche educative
AL CAPO DEI VIGILI URBANI Di Maggio

p.c. Alla Comunità di S. Egidio
Alla Casa dei Diritti sociali
A Ermes
Agli organi di stampa

“ Portati via! ”
I diritti degli invisibili
I docenti dell’Istituto Comprensivo di via dell’Archeologia, in considerazione degli esiti dell’attuazione del piano nomadi del comune di Roma – che implica in particolare lo spostamento di famiglie di alunni frequentanti l’Istituto dal campo di via di Salone al CARA di Castelnuovo di Porto – si interrogano, nello specifico scolastico, sull’opportunità di una azione che vanifica i risultati positivi conseguiti negli anni e gli sforzi delle parti coinvolte nell’obiettivo di un progressivo miglioramento dell’integrazione.

Le motivazioni sottese a quanto affermato sono le seguenti:
la distanza fra il CARA di Castelnuovo di Porto e l’istituto è tale da costituire impedimento alla fruizione del diritto allo studio dei bambini;
il trasferimento in altra scuola interromperebbe la fruizione di un percorso scolastico continuativo, predisposto ed attuato sin dalla scuola dell’infanzia, e potrebbe dar luogo a regressioni nell’apprendimento e nella relazione;
la progettualità di continuità richiede un’azione costante e lungimirante che si costruisce attraverso il confronto costante e la mediazione;
essere una comunità scolastica significa superare i limiti imposti dalle storie personali, attenti alla crescita degli alunni, promuovere progettualità di continuità, favorire una integrazione che lungi dall’essere omologazione sia conoscenza ed arricchimento reciproco
I docenti possono affermare che gli alunni oggi “portati via” dalle loro scuole hanno frequentato regolarmente, hanno maturato un atteggiamento positivo e motivato nei confronti della scuola, instaurando sereni e proficui rapporti con i compagni e con gli insegnanti; molti dei famigliari, inoltre, si sono sempre interessati al loro andamento scolastico. Negli anni sono stati attuati percorsi, rivolti a tutti gli alunni, che hanno consentito, nel tempo l’instaurarsi di un clima di fiducia reciproca e l’acquisizione di risultati significativi nella crescita globale della personalità. Tutto ciò senza avvertire il bisogno, da parte dei docenti, di attirare l’attenzione sugli ottimi risultati raggiunti perché questo è il lavoro normale di una scuola che funziona. I docenti notano con dispiacere che la scuola è chiamata in causa per ogni problematica, ma non è stata neanche presa in considerazione come interlocutore nell’attuazione del piano nomadi; è convinzione comune che interventi efficaci, soprattutto nel sociale, si realizzino attraverso azioni coerenti e sinergiche di più istituzioni. Perché allora la scuola non è stata consultata prima di procedere con le azioni predisposte? Ovviamente nella parte che riguarda le proprie competenze e cioè per valutare le possibili conseguenze e le ricadute di uno spostamento che avviene a metà anno scolastico e a metà di un percorso di vita per molti degli alunni iscritti. I docenti chiedono che, nel tutelare i diritti umani di tutti, sia in particolare garantito il diritto dei minori alla frequenza scolastica in una situazione di continuità. Ricordano che si parla di alunni, persone, esseri umani, non pratiche da sbrigare, nomi da depennare semplicemente da un elenco: sono sentimenti, emozioni, percorsi di una storia condivisa, che all’improvviso scompaiono. La scuola con loro ha conosciuto la diversità di un differente stile di vita, le difficoltà di inverni passati al freddo nei container, la dignità e lo sforzo fatto ogni giorno per stare insieme, e l’uguaglianza come quella di essere bambini come altri bambini, niente di più niente di meno. Lungi dall’esprimere un giudizio politico o fare politica, i docenti vogliono unicamente essere messi in condizione di fare bene il proprio lavoro. E’ in fondo un’esigenza normale. Niente di più e, viene da dire, “non uno di meno”.

Roma, 25 Gennaio 2010
Istituto Comprensivo
“via dell’Archeologia”
Roma

da Mahalla

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