150

Un secolo e mezzo d’Unità d’Italia. Da monarchia a repubblica. Da dittatura fascista a democrazia. Da Paese d’Emigrazione a terra di gran flusso immigratorio. Così si è evoluta questa nostra Patria. Pur con i tanti problemi che sembrano continuare ad accumularsi, il Bel Paese ha 150 anni. Età di tutto rispetto che ci ha portato, nel bene e nel male, a dove siamo. Certo è che ricordate il nostro passato significa anche garantire il nostro futuro. Sarebbe meglio non dimenticarlo mai o, a maggior ragione, fingere di dimenticarsene. La Democrazia c’è costata sacrifici e lutti. I Martiri per la libertà fanno parte, a pieno diritto, di coloro che hanno avuto fiducia nel futuro di uno stivale prima costituito da piccoli regni e tante differenze culturali. Con l’Unità d’Italia, siamo diventati tutti uguali. Almeno a parole. Di fatto, i 150 anni di storia non sono riusciti a ridimensionare i reali problemi di una penisola che è in procinto di sviluppare altre trasformazioni. L’Italia sarà federale. Le Regioni assumeranno ancora maggiore importanza, ma l’Italia, quella nella quale crediamo, resta una. I mutamenti che hanno caratterizzato i vari momenti della vita del Bel Paese, sono tutti importanti. La Democrazia ha offerto a tutti nuovi momenti d’impegno solidale. Il’900 è stato il secolo più variegato nella storia del Paese. Due Guerre Mondiali, una Dittatura e un difficile inserimento nel tessuto socio/politico europeo. Pur non essendo in grado di giudicare ed evidenziare ogni eventuale responsabilità, ci sentiamo coinvolti in tutti quegli episodi che sono maturati dagli anni ’50 a tutt’oggi. Quindi, gli ultimi 60 anni di vita repubblicana. Siamo stati testimoni del tramonto dei partiti storici nazionali. Abbiamo salutato la fine della guerra fredda e la caduta del Muro di Berlino. Con la fine del secolo scorso, abbiamo assistito al tramonto del Comunismo ed al naufragio, di fatto, del Capitalismo. L’Italia, insomma, ha subito successivi cambiamenti; anche se non tutti in positivo e non tutti razionalmente prevedibili. Facciamo parte dei Grandi Paesi industrializzati. Almeno sulla carta. Nonostante tutto, il tricolore continua a sventolare su una penisola che ha bisogno di molto e che poco ha avuto dal suo passato recente e remoto. Del resto, il nostro Paese ha saputo meritarsi la stima della nuova realtà europea. Perché gli errori, veri o presunti, degli uomini non fanno la storia; ma possono servire da monito. Rammentare i 150 anni d’Unità Nazionale vuole essere più di un’ allegoria. L’Italia del Nuovo Millennio ha da ritrovare un suo equilibrio; anche come Paese geograficamente incastonato nella realtà mediterranea. Di là dalla manifestazione di rito, auguriamo a questa Nazione, con 150 primavere, d’essere all’altezza delle attese che gli italiani, dentro e fuori dei confini nazionali, vorrebbero vedere concretizzati. Ai nostri politici, pur con tutti i soliti distinguo, auguriamo d’essere coerenti per non vanificare le aspettative di tutti noi.

Giorgio Brignola

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