di Lea Del Greco
Questa volta mi rivolgo a voi, donne come me. Donne che avete votato Pdl e che, probabilmente, in uno stato semi-ipnotico tornerete a votare Pdl, donne di altri Partiti che rimanete in silenzio, donne che non vi siete mai interessate di politica perché è sempre stato vostro marito a occuparsene, donne inconsapevoli, donne atterrite o timorose, donne semplicemente inoperose. Come potete accettare supinamente tutto quello che sta accadendo nella nostra desolata e desolante Patria e non indignarvi nel profondo? Come potete non rendervi conto che il nostro presidente del Consiglio, con questo disgustoso teatrino di prostitute, magnacci, ninfomani e sessuofobici alimentato dai mass media, dai servi dei servi e dagli sciacalli dell’informazione, sta volutamente svilendo e denigrando la figura della donna, contribuendo a far radicare sempre più nel nostro Paese, incivile e in civilizzato, la cultura della discriminazione di genere e dell’assoggettamento al potere maschile e maschilista? Come potete non percepire che anche questa pantomima del ‘bunga bunga’ e dei festini di bambine e anziani messi a giocare insieme in un palazzo intriso di sfarzo e di maniacale perversione, fa parte di un piano studiato e lungimirante di annichilimento e di svuotamento della intelligenza femminile, sempre più relegata ai margini del contesto sociale, economico, lavorativo e politico nazionale? Lo chiedo a voi, donne, che raramente siete state in grado di darmi una risposta convincente, donne che troppo spesso siete rimaste a guardare inermi, mentre altri barattavano il vostro futuro e frantumavano i vostri sogni. E a te, donna che svendi la tua dignità e la tua essenza, oltre che il tuo corpo: ti auguro che le gratificazioni materiali che riceverai dal potente di turno durino più del tempo di un soffio e possano compensare il senso di squallore e il dolore lacerante che proverai quando presto o tardi, inevitabilmente, ti sveglierai da questo lungo torpore e, guardandoti allo specchio, farai i conti con la parte più intima di te stessa e ti sentirai morire. Quel giorno, forse, anche tu comprenderai la mia rabbia. Quel giorno, forse, improvvisamente capirai che il tuo essere donna avrebbe potuto regalarti molto di più del tuo essere schiava di un uomo, del potere e del denaro altrui.(Laici.it)