Sono troppe le incertezze nel testo del decreto sulla fiscalità municipale che, unite all'incertezza della situazione politica costituiscono una somma tale per cui “non è possibile siglare con un'intesa politica l'apertura di fiducia” fatta a giugno al governo. E' questa la posizione dell'Associazione dei comuni italiani illustrata da Sergio Chiamparino. Serve “un ulteriore fase di interlocuzione”, dice l'Anci che nel pomeriggio presenterà il documento approvato all'unanimita' dall'ufficio di presidenza, al ministro Calderoli e al presidente della “bicameralina” Enrico La Loggia. Intanto interviene Umbero Bossi che prende posizione. “Se il federalismo sarà bocciato, si andrà a votare. E' questo l'accordo “stretto” con Berlusconi nella cena a palazzo Grazioli, secondo quanto riferito dal leader della Lega.L'accusa: il decreto lede l'autonomia dei Comuni – Il decreto sul fisco municipale ''ha fra l'altro un grave torto: ledere in sostanza l'autonomia dei comuni'', argomenta Chiamaprino secondo il quale le problematiche del provvedimento riguardano sia la disciplina transitoria che quella a regime. Per la prima, secondo Chiamparino, il testo non contiene ''quelle risposte in materia di autonomia piu' volte richieste dall'Anci, che potevano consentire di recuperare anche se parzialmente i tagli alle risorse prodotti nel 2010, come lo sblocco dell'addizionale Irpef, il contributo di soggiorno e la devoluzione dell'incremento di gettito dei tributi immobiliari attribuiti ai comuni''.Contiene troppe incertezze – Per quanto concerne invece la parte a regime, il testo ''contiene ancora troppe incertezze sui tempi e sui valori e cio' non consente una piena valutazione degli effetti che le nuove norme potranno provocare sul territorio''. Da ultimo il presidente dell'Anci ha rilevato la totale mancanza di ''una regolamentazione della perequazione, da cui dipende la tenuta dell'assetto complessivo cosi' come definito dalla legge 42''.20 gennaio 2011Redazione Tiscali