Italia dei Diritti denuncia appalti vigilanza Lazio vinti da soliti noti

Carmine Celardo, viceresponsabile per il Lazio del movimento: “Nel caso in cui le indiscrezioni venissero confermate, non ci sarebbe scampo né per la Polverini, né per Alemanno”

Altro giro altra corsa. E la giostra ricomincia a fare il suo dovere. Alla fine del 2009 è stato indetto un bando di gara a procedura ristretta per l’affidamento del servizio di vigilanza e fornitura di impianti tecnologici occorrente alle Aziende Sanitarie della Regione Lazio. I vincitori, manco a dirlo, sono gli stessi di sempre. Secondo indiscrezioni molto probabili l’Italpol si sarebbe aggiudicata 5 lotti su 7, mentre gli altri due dovrebbero finire all’Ati formata dalla Nuova Città di Roma e dalla Roma Union Security.

La questione è che i tre istituti di vigilanza citati appartengono o sono vicini a personaggi di cui le vicende giudiziarie sono più che note. La Italpol, di cui è proprietario Domenico Gravina, notoriamente amico intimo di Gianfranco Fini, è attualmente nel mirino della Procura di Roma, poiché era a capo dell’Ati che nella prima parte del 2010 si è aggiudicata l’appalto dell’Atac per la vigilanza nelle stazioni della metropolitana. Una commissione di oltre 100 milioni di euro in un quadriennio che, secondo gli inquirenti, è stata vinta da questa associazione temporanea d’impresa nonostante il servizio non fosse assicurato secondo i termini stabiliti dall’appalto. Di questa stessa Ati faceva parte l’istituto Nuova Città di Roma, di cui il Responsabile Sviluppo Partecipazioni e Controllo Gestione è Fabrizio Montali. Quest’ultimo, figlio dell’ex sottosegretario socialista Sebastiano, è presidente del consorzio Pegaso e consigliere della Sicurezza del Consiglio Nazionale della Confcooperative Federlavoro e Servizi. Soprattutto, il Montali figlio è conosciuto ai più perché è stato indagato nel 2003 per corruzione nell’ambito del “Vip-Gate” e nel 2006 per tentata estorsione, riciclaggio, corruzione e intestazione fittizia di beni con l’aggravante di mafia, poiché presunto prestanome di Enrico Nicoletti, cassiere della Banda della Magliana. Infine, nell’agosto dello scorso anno, Montali è stato oggetto di una denuncia del Segretario Territoriale della Fisascat Cisl di Roma Mauro Brinati per tentata corruzione, poiché nel Marzo del 2009 avrebbe proposto a quest’ultimo un falso in bilancio della Nuova Città di Roma che gli avrebbe fruttato 32 milioni di euro.

In ultimo, la Roma Union Service che appartiene a Claudio Lotito. Il patron della S. S. Lazio che ha beneficiato di una prescrizione in primo grado per turbativa d’asta nell’ambito delle inchieste di Mani Pulite ed è stato condannato in primo grado nel 2009 a due anni di reclusione e al pagamento di una multa molto salata con l’accusa di aggiotaggio manipolativo e informativo e di ostacolo all’attività agli organi di vigilanza. Inoltre, le sue due imprese di pulizia Linda e Bonadea fornirebbero i loro servizi in tutte le 8 Asl capitoline e in 28 tra ospedali e policlinici.

Il commento all’articolata denuncia dell’Italia dei Diritti è affidato a Carmine Celardo, viceresponsabile per il Lazio del movimento: “Quest’assegnazione potrebbe creare un enorme sospetto, se si tiene presente l’orientamento politico dei personaggi succitati, palesemente attiguo a quello delle amministrazioni della regione Lazio e del comune di Roma. Dunque, ci auguriamo che chi di dovere si muova quanto prima per constatare innanzitutto la legittimità dell’assegnazione”.

“Nel caso in cui le indiscrezioni avessero ragione, non ci sarebbe scampo né per la Polverini, né per Alemanno – continua Celardo -. È allarmante che sia l’Italpol che le persone a capo degli istituti di vigilanza che formano l’Ati abbiano qualche problema con la legge. Mi chiedo perché i questori non hanno comunicato al prefetto le vicissitudini giudiziarie legate a queste persone. Se le voci venissero confermate, avremmo affidato le attività di sorveglianza a possibili pregiudicati. La presunzione di innocenza ci obbliga a parlare in questi termini fino alle condanne definitive dei personaggi menzionati. Tuttavia, da parte nostra vi è forte opposizione a chi è anche solo sospettato. Dunque, sollecitiamo la Polverini a verificare se vi siano i presupposti per inibire questa assegnazione che, nel caso in cui vi fosse la conferma di certe rivelazioni, trovano la nostra ferma opposizione. Le imprese di vigilanza devono essere limpide, cristalline, senza macchia. Altrimenti si finisce col mettere il lupo a guardia del gregge”.

L’esponente regionale del movimento guidato da Antonello De Pierro conclude il suo intervento riflettendo: “Se venissero confermate le condanne rivolte alle persone menzionate e le voci sull’assegnazione per l’affidamento del servizio di vigilanza, come intende intervenire la Polverini? Sarebbe questa la destra di ordine e legalità di cui tanto si parla durante le campagne elettorali?”.

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