Legittimo impedimento, non appendiamo la speranza al chiodo

Nicola Tranfaglia

La battaglia per ripristinare l'eguaglianza effettiva dei cittadini di fronte alle leggi ha segnato una prima vittoria del principio che noi sosteniamo con la sentenza della Corte, che ha riaffermato un principio fondamentale:anche il capo del governo e i suoi ministri devono sottoporsi all'esame del giudice che solo può stabilire, con un suo intervento,se ci sono ragioni obbiettive di rinviare la propria presenza in tribunale. È un principio importante e Berlusconi dovrà sottoporsi ogni volta a un simile giudizio. Dovrà sollevare un conflitto con la magistratura per difendere la propria posizione e sarà sempre la Corte a intervenire in maniera definitiva.

Ma questo significherà, in ogni caso, che il presidente del Consiglio dovrà sottoporsi insieme al controllo dei giudici e dell'opinione pubblica nazionale per giustificare le proprie assenze o il rinvio della comparizione davanti al tribunale. È un primo risultato importante e abbiamo fatto bene a stappare una bottiglia di spumante con i cittadini che hanno manifestato il 13 gennaio davanti all'udienza finale della Consulta. Ma ora occorre proseguire la battaglia. Giovedì la Corte di Cassazione deciderà l'ammissibilità del referendum e, poiché siamo sicuri che ci sono le condizioni per un giudizio affermativo, a noi spetta un duplice compito:da una parte sollecitare nei prossimi giorni un giudizio rigoroso e corretto della magistratura,dall'altra chiedere agli italiani di mobilitarsi per andare a votare quando saranno chiamati alle urne per eliminare del tutto il legittimo impedimento.

Questo è il compito politico che ci aspetta ed io sono sicuro che, di fronte all'assenza del governo e alla sua complicità con il leader populista che non vuole andare davanti ai giudici, saranno come sempre i cittadini a fare la differenza per ripristinare i principi sacrosanti della Costituzione repubblicana e dell'eguaglianza dei cittadini.

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