Cronaca autobiografica della giornata tipo di un manifestante democratico, pacifista e antimperialista per le vie di Roma
Martedì 14 Dicembre 2010
Ore 10.00. Sveglia severa. L'alba è passata da un pezzo, ma del Sol dell'Avvenire ancora nessuna traccia.
Mi consolo ascoltando “l'Internazionale” e visto che ci sono anche “l'Atalanta”.
Fascisti di merda.
Ore 10.15. Scendo a far colazione. Mia sorella si sta facendo una canna. Le chiedo un tiro, lei rifiuta. Butto una molotov sui suoi libri, prende fuoco anche lo scaffale. Fascista pure lei, e anche borghese.
Ore 10.20. Butto per strada quel che resta dello scaffale. Lo spazzino si incazza, tiro una molotov anche a lui. Così impara ad aggredire gli studenti proletari. Fosse per me certa gente la manderei a lavorare, magari, che so, a spazzare le strade… cioè no… vabbè, insomma, così imparerebbero cos'è la fatica e non romperebbero le palle per un po' di legna bruciata. Fascisti del menga, altro che operai.
Ore 10.30. Entro in doccia o no? L'acqua è un bene prezioso, nel terzo mondo altro che docce. La doccia è un atto imperialista. Dice mia sorella che però ogni tanto uno strappo alla regola… giusto per non puzzare da un miglio di distanza. Vabbè, vada per la doccia… mannaggia alle tendine e alle infrastrutture capitalistiche. E a quei fascisti degli idraulici.
Ore 11.00. Passo dal bar sotto il Comune. Trovo mamma in pausa caffè, le chiedo 20 € per la benzina. Dice che ha lasciato il portafoglio in ufficio e prima della pausa pranzo non ci torna. La mando a quel paese e tiro una molotov dentro al bar. Apero-fascisti che non sono altro!
Ore 11.30. Vado nello studio legale di papà. Soliti clienti in sala d'attesa: borghesucci annoiati sulla via del divorzio, padroni che vogliono dichiarare fallimento per licenziare gli operai, negozianti che denunciano atti di vandalismo… E pensare che una volta papà andava anche lui a spaccare le vetrine e ai tempi d'oro c'aveva pure una P-38, poi s'è imborghesito… Gli chiedo 20 €, me ne dà 200. L'ha fatto apposta per umiliarmi. Fascista senile.
Ore 11.40. Faccio rifornimento di benzina alla Shell (americani di merda): 5 litri per lo scooter, altri 20 in una tanica. Vado via senza pagare, il benzinaio mi rincorre (anvedi questo). Gli tiro una molotov, se l'è cercata… 'sto servo schifoso d'una multinazionale!
Ore 11.50. Ci ritroviamo col collettivo studentesco sezione “Gandhi” e iniziamo marcia d'avvicinamento pacifica e democratica verso Montecitorio. Mi fermo a pisciare con alcuni compagni nella corte di un palazzo borghese imbiancato di fresco. Per fare scarpetta buttiamo là con lo spray due slogan contro quella troia della Gelmini. Il portiere ci viene contro blaterando qualcosa del tipo “proprietà privata”: non ci vedo più e gli tiro una molotov pure a lui. Giustizia è fatta.
Ore 12.00. Ci raggiungono i compagni del centro sociale autogestito “R. Curcio”, che distribuiscono a tutti il kit di difesa personale: passamontagne, spranghe, sampietrini e molotov (per fortuna, ché le mie le avevo finite). Cominciamo a sentire puzza di poliziotto fascista, ci eccitiamo. Alcuni turisti ci guardano strano. In realtà sono agenti della CIA in borghese, ma a noi non la fanno. Imperialisti di merda!
Ore 13.00. Brutte notizie da Montecitorio. Il regime è rimasto in piedi per soli tre voti, il compagno Fini non ce l'ha fatta a detronizzare il tiranno. Fini carogna, ritorna nella fogna! Mai fidarsi di un fascista. Esplode la giusta e democratica protesta del movimento pacifista. Appena il tempo di bruciare qualche automobile per riscaldarci dal freddo polare di questi giorni (maledetto cambiamento climatico capitalista), che subito arriva la polizia. Proviamo in tutti i modi a forzare i blocchi di questi bastardi servi del potere, ma non sfondiamo. Prima le molotov, poi i sampietrini, poi tutto quel che capita. Ah, se mi vedesse papà… chissà com'era ganzo negli anni '70, quando prima di far l'avvocato era anche lui nell'Autonomia. Spero di non imborghesirmi mai come lui.
Il confronto antagonista coi servi dell'imperialismo continua, ci spostiamo in strade contigue. Aggrediamo un gruppo di finanzieri, cerchiamo anche di disarmarne uno, ma lui resiste, brutto figlio di tulliana. Almeno ci sparasse, così ci scapperebbe un altro martire alla Carlo Giuliani e invece niente. Va a finire che facciamo la figura dei peracottari.
Prendo un badile e cerco di forzare il blocco con quello, ma niente da fare. Un compagno proletario mi avverte che son stato fotografato con in mano il badile e le manette strappate a un poliziotto. Spero mettano la foto su facebook e mi contattino i black block di mezzo mondo.
Ore 15.00. I fascio-manganellatori scatenano un'offensiva e arrestano una ventina di noi. Ci caricano sulle camionette in quattro e quattr'otto, senza nemmeno spaccarci le ossa! Per me è la prima volta, ma i compagni più navigati mi spiegano che 'sti figli di cane sono furbi, non vogliono creare martiri, lo fanno apposta. Comunque siamo ottimisti, per un paio di molotov e di poliziotti feriti non è mai andato in galera nessuno, siamo in Italia.
Ore 16.00. Interrogatorio e udienza di convalida del fermo. Siamo ufficialmente indagati, non ho capito per cosa… tanto i fasci un capo d'imputazione contro i lavoratori lo trovano sempre. L'avvocato difensore è un amico di papà, anche questo ex-autonomia, sono in buone mani. Il giudice lo conosco, era uno di Lotta Continua, è venuto a casa nostra diverse volte. Rischio di tradirmi salutandolo, per fortuna gli agenti non se ne accorgono.
Ore 19.00. Siamo in una botte di ferro. I primi 11 li hanno già rilasciati e diversi erano pure pregiudicati. Il Soccorso Rosso funziona ancora bene, alla faccia dello Stato oppressore e del Governo fascista!
Ore 21.00. Rilasciano anche tutti gli altri, compreso il sottoscritto. Giustizia è fatta (mi perdoni Sofri se abuso ancora del suo copyright). Torno a casa, papà si complimenta. Dice che la mia foto col badile è dappertutto e che una parlamentare di sinistra ha chiesto al ministro di riferire se si tratti di un infiltrato e quanti altri ce ne siano stati in azione. Fantastico, non c'è cascato il morto ma possiamo comunque tirar fuori la storia dei servizi deviati. Fascisti del cazzo, beccatevi questa!!
Ore 22.00. Mi faccio una canna con mia sorella (dice me la sono meritata) e poi mi butto a letto piuttosto stanco.
E' dura fare la rivoluzione. Comunque è sempre meglio che studiare o lavorare.
Ivan