Arresti preventivi dei manifestanti, ma i fascisti non erano su Marte?

L'illuminato Gasparri ci stupisce ancora con i suoi effetti speciali, asserendo che tra i manifestanti vi sarebbero potenziali assassini, e consigliando ai genitori di tenersi a casa i figli per evitare problemi.
Certo, così si eviterebbero tutti i problemi, il governo non farebbe la solita magra figura dovuta alla incapacità di interazione con i cittadini, e la piazza delle manifestazioni, sarebbe per il regime, ripulita da ogni rischio. Ordine e disciplina! I manifestanti sono potenziali devianti, dategli l'olio di ricino.
La proposta del Ministro dell'interno Roberto Maroni, di applicare alle manifestazioni politiche il “Daspo”, ovvero “Divieto di accesso alle manifestazioni sportive”, in seguito alle polemiche sulle contestazioni di studenti privati del diritto allo studio, lavoratori,sempre più precari e ricattabili, napoletani sopraffatti dalla monnezza e quant'altro questo governo rozzo, ignorante e gretto sia riuscito a produrre in oltre quindici anni di distruzione su tutti i fronti, è la dimostrazione della sua chiara matrice fascista, prima mal celata, e che ora senza più alcun pudore mostra il suo schifido volto come un Dorian Grey che allo specchio vede riflessa la sua immagine orrenda.
Superfluo dire che c'era da aspettarselo, visti i pretestuosi paradigmi con il sessantotto, e gli anni di piombo.
Ma un ripasso di quei periodi è sicuramente utile per inquadrare la questione, poiché quelli sono stati anni, tra il 1969 e il 1973 che hanno modificato profondamente l'Italia.
Quella che si ha oggi è un'immagine deformata dalla Tv dell'era berlusconiana, che ha ridotto la storia ad una sorta di lavatrice con solo il programma di lavaggio a 100 gradi, facendone uscire una immagine “ristretta e infeltrita” di quelli che sono stati i fatti reali. Un'immagine nella quale i contestatori distruggevano tutto, questo è falso e pretestuoso.

Quel periodo della storia nazionale, fu fitto di avvenimenti, ma in particolare di cambiamenti e di conquiste dei diritti civili e nel mondo del lavoro, in seguito alle quali in alcuni ambienti politici ed economici, ci fu un tentativo di rovesciamento dell'ordine democratico, al fine di riportare il Paese ad un regime autoritario modello greco con la dittatura dei colonnelli. Ma furono proprio i movimenti dei lavoratori, i partiti democratici a scongiurare questo tentativo. Furono le istituzioni che insieme agli studenti e ai lavoratori bloccarono la scalata di quel regime nascente. Cosa che purtroppo oggi non si sta verificando.
Anche oggi assistiamo allo sfacelo della democrazia, con un governo che ha prodotto un disagio sociale che si sta espandendo sempre più, e che paragona la piazza allo stadio.
Questo dimostra la totale ignoranza costituzionale di soggetti politici non all'altezza del compito di governare, che dopo aver smantellato scuola, welfare, lavoro e diritti, pensa di poter risolvere i problemi gravissimi del paese attraverso il pugno di ferro della violenza di Stato, magari incitando le forze dell'ordine, già stressate da tagli strutturali e stipendi minimali, quindi facilmente trascinabili in un rapporto conflittuale con i manifestanti. Un governo che in nome della sicurezza lede il diritto fondamentale a contestare.
Ma è chiaro che un governo debole e incapace, non sopporta il dissenso, del resto lo ha chiaramente dimostrato La Russa che ha ripetutamente insultato uno studente nella trasmissione Anno zero, e che è ben felice quando gli danno del fascista.
Che poi si violi la libertà costituzionale, che si instauri uno Stato di Polizia, che ci si appropri della prerogativa della magistratura di poter limitare la libertà di circolazione, questo non viene evidenziato.

Anche nel periodo dal 69 al 73 a qualcuno non piaceva l'idea di un'Italia emancipata, e cercarono quindi di compromettere quel passaggio, ma in quegli anni, pochi lo ricordano, vi furono le più grandi conquiste di questo paese bloccato:
La conquista di forme maggiori di democrazia nelle fabbriche, la legge sul divorzio, sul referendum, lo statuto dei lavoratori, abolizione delle gabbie salariali, un meccanismo perverso che permetteva di pagare meno i lavoratori al Sud. La democrazia divenne più partecipata, dalle fabbriche alle scuole, fu posto un limite allo strapotere del padronato e alla cultura conservatrice.
Allora c'erano alcuni gruppi golpisti che si muovevano anche dentro le istituzioni, nei servizi segreti. C'era anche un movimento spontaneo detto: “Maggioranza silenziosa”; ne erano gli artefici, Massimo De Carolis vicesegretario Dc, e il direttore di “Lotta Europea”, Luciano Buonocore, Adamo Degli Occhi, avvocato milanese.
La cosiddetta Maggioranza silenziosa, nacque nel febbraio 1971, con l'intento di arginare il clima di violenza creato dalla sinistra extraparlamentare, ne facevano parte monarchici, liberali, socialdemocratici e alcuni Presidenti di alcune associazioni culturali.
L'allora Movimento sociale italiano era un partito di derivazione fascista.
Le finalità di questo movimento erano di dimostrare che i comunisti non erano maggioritari, e di creare un forte clima unitario tra gli anticomunisti, e la realizzazione di una repubblica presidenziale con la nascita di un sistema elettorale su collegi uninominali; ed ebbe un'indubbia responsabilità della caduta del governo di centro-sinistra sostituito poi dal Governo Andreotti-Malagodi.
Fu proprio quel polo a realizzare le riforme che hanno favorito il diffondersi dell'attuale cultura di evidente matrice fascista, a partire dal rapporto con i sindacati, le norme nei confronti degli stranieri, i tentativi di limitare la libertà di espressione dei giornalisti, e nondimeno la “battaglia per la vita”, che allora consisteva nel combattere il divorzio. E ovviamente, non si può dimenticare, l'ossessione dell'ordine pubblico e l'attacco al diritto di
sciopero.
E' stata sdoganata la cultura della disuguaglianza, la limitazione delle libertà individuali e collettive e l'amata idea di “ordine e disciplina” tanto cara alla destra, oltre l'idea di “cristianità” che impone le sue regole spacciandole per “superiori”.
Insomma, una visione verticistica e “presidenziale” della struttura dello stato, che sono peculiari della cultura fascista, mai scomparsa in Italia.
Non a caso è di recente tornata in auge la discussione sul diritto di sciopero, che ha svelato che non solo il centro destra, ma anche l'industria e larghi settori di centro sinistra e del sindacato hanno assorbito il pensiero che da conservatore è diventato reazionario, e quest'ultima boutade di Maroni sulla questione delle manifestazioni, è solo la punta dell'icberg.
Purtroppo molti esponenti sindacali e politici (anche di centro-sinistra) sembra abbiano difficoltà a ricordare che l'astensione dal lavoro deve necessariamente produrre ricadute, pena, la negazione del principio stesso dello sciopero, che ha proprio lo scopo di costringere all'accordo chi non vuole concedere miglioramenti.
Oggi agli esponenti politici pare incomprensibile questo ragionamento, perchè sono ammaliati da una strana parola: “riformismo”, che in realtà è una parola vuota che nasconde elementi fondamentali della “cultura fascista”.
In Italia si sta affermando non una visione conservatrice, ma reazionaria del modello sociale, è ora di dichiararlo, senza tentennamenti, non vi è più alcun bisogno di mandare gli uomini dell'Ovra (polizia segreta del fascismo) per arrestare i dissidenti, basta fare come dice la mente arguta detto Gasparri, arrestare preventivamente i manifestanti, i dissidenti. Non serve il confino o un tribunale speciale, basta far “sparire” il dissenso, i dissenzienti, e protestare contro le decisioni dei magistrati di rilasciare ragazzi incensurati colpevoli di aver manifestato, e far passare che sono tutti devastatori, non parlando però del fatto che in questura sono stati trattati in modo indegno di uno stato democratico, in cui la polizia non fa processi, non tortura e malmena le persone che dovrebbe tenere in custodia in attesa di eventuale giudizio da parte della magistratura.
Allora diventa legittimo che si possa dire chi può e chi non può partecipare alle manifestazioni, ai comizi e ai cortei. Questa è una delle tante sparate reazionarie del governo, che rischia, come le altre, di essere sottovalutata e quindi avvallata nell'indifferenza generale della politica e della pessima informazione ai tempi del colera, che continua a sfornare cittadini diseducati, proprio il contrario del “cittadino educato” di Norberto Bobbio.
Del resto che dire di una politica che dice che la colpa del disagio sulle strade per neve e gelo è colpa dei cittadini e automobilisti che non se ne stanno a casa, proprio come dovrebbero fare i manifestanti bravi e obbedienti, che accettano lo sfacelo della scuola, il precariato, la cassa integrazione, il piano Fiat, l'immondizia e le puttane del Presidente (le “escort” erano della Ford).

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