Tana libera tutti Assange Wikileaks e un 14 dicembre romano

Alle 21. 52 del 14 dicembre, dopo una giornata molto calda a Roma, apprendo dall’Ansa che “Julian Assange incassa una vittoria in tribunale, ma è una vittoria di Pirro: dopo una settimana in prigione il fondatore di Wikileaks ha ottenuto oggi dalla magistratura britannica la libertà su cauzione ma subito dopo è stato riportato in cella perchè la Svezia ha presentato appello. Una nuova udienza sul ricorso svedese è stata fissata entro 48 ore presso la High Court of Justice.” E allora mi decido a pubblicare, dopo ripeto un caldo 14 dicembre a Roma, un articolo di Daniele Estulin, signore che ampiamente ho condiviso nel passato, per le informazioni ottenute sul Bilderberg Group, dove il silenzio è d’oro in Itaglia, malgrado i suoi avventori d.o.c., che continuano a frequentarlo.

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Quando vi va leggete anche questa, è un’ opinione, documentata, come il video che mostra gli arresti, un mini reportage romano, di una giornata qualunque contro qualunque cittadini di ogni età che esprimono il loro disprezzo e dissenso. Senza fine la nostra rabbia, di questo statene certi. Non abbiamo e diamo fiducia a nessuno, qualunque sia il suo nome, tantomeno deleghiamo la nostra vita, che non è un gioco al massacro, in rete, mascherato by internet. Grazie alle voci dalla strada, a chi lotta per la Libertà, con tutti i benefici del dubbio su Assange Wikileaks e la Cabina di Regia di un immondo Mercato.

Doriana Goracci

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WIKILEAKS E ASSANGE

Pubblico l’articolo su Wikileaks e Assange uscito sulla cronaca di El Mundo.
Daniel Estulin

http://www.danielestulin.com/
Presumibilmente ha 39 anni, perché sarebbe nato a Townsville (Australia) nel 1971. E presumibilmente non ha mai lavorato per nessun servizio di spionaggio. Io si, come agente del contro-spionaggio militare a Mosca. E per questo so meglio di chiunque altro che ci sono personaggi di ombre e fumo della cui biografia ci sono solo approssimazioni. Chi è Julian Assange, l’uomo che, dicono, ha illuminato con una luce abbagliante la verità delle relazioni internazionali, le vergogne degli onnipotenti Stati Uniti? Chi è il capo di Wikileaks? Da dove viene? Sicuramente, si è materializzato quasi dal nulla. Senza un passato verificabile oltre alla testimonianza sulla sua infanzia raccontata dagli antipodi sua madre, colei che gli ha dato il cognome e che adesso teme per lui (Christine Assange: “Gente potente vuole la pelle di mio figlio”, ha detto).

Nel KGB ci sono vecchi documenti (anni 1986-88) dove già appare il suo nome. Ma non basta. Il governo russo, secondo fonti vicine al Presidente del paese, ha incaricato più di 2000 agenti per scoprire la vera storia di Assange. E non è l’unico servizio di spionaggio che è dietro ai suoi passi. L’ MI6 britannico sta usando una finanziaria d’emergenza per trovare risposte alle fughe di notizie e fonti di informazione. Le fonti consultate all’interno della CIA, tuttavia, sono convinte che Assange sia stato reclutato da varie agenzie di spionaggio, tra questi, il Mossad israeliano, attraverso uno scienziato ebreo dell’università di Melbourne, coinvolto nella comunità degli hacker e che simultaneamente lavorava per il Mossad.
Poche volte nella storia recente del mondo tanti governi ed agenzie di spionaggio hanno destinato tante risorse e sforzi per sterrare la verità su una persona. Le filtrazioni di Wikileaks hanno messo in scacco quasi tutti i paesi del mondo. Nessuno è stato risparmiato- nè i governi, nè le agenzie di spionaggio, nè i dirigenti delle grandi multinazionali. Dai trafficanti di droga, armi, diamanti, fino ai terroristi, attraverso imprenditori, ecclesiastici e funzionari di governo Obama hanno paura dalle rivelazioni di un uomo, sconosciuto a tutti fino a poco tempo fa. Ma chi è?
Quel poco che si sa è che Assange è un super hacker, associato a Chaos Computer club di Amburgo (Germania), lo stesso club che nel 1988 creò un super virus informatico che distrusse una gran parte dei pc militari del governo statunitense. Dopo l’attacco, i responsabili, tra di essi Karl Koch ed un giovane Assange, all’epoca aveva circa 17 anni, furono arrestati per hackeraggio (pirateria informatica, N.d.E) nei computer statunitensi, all’interno dei servizi segreti russi. Koch, all’epoca, era già nel mirino dei servizi dell’intelligence tedesca per la vendita ddel codice sorgente del sistema operativo del KGB sovietico.
Fonti nella NSA, l’agenzia di spionaggio più grande degli USA, lo collocano ad Amburgo durante la prima guerra del golfo (1991), anni più tardi rispetto a quello che affermano i servizi di spionaggio russi. Sarebbe arrivato in Germania appena 15enne, nel 1986, per assistere ad una festa dei più virulenti pirati cibernetici a Berlino ovest. (i cinque hacker principali erano Markus Hess, Karl Koch, Hans “Pengo” Huebner, Dirk Brzezinski, Peter Carl), un incontro durante il quale avrebbero messo a punto il piano che dopo sarebbe diventato uno scandalo di spionaggio in Germania e che è passato alla storia: cinque hacker informatici della Germania occidentale vendettero informazioni militari segrete ed economiche all’Unione Sovietica dopo essersi infiltrati in reti di dati segreti, come il laboratorio di armi nucleari degli USA a Los Alamos, la sede della NASA, il data base militare degli USA così come la banca dati OPTIMIS del Capo Di Stato Maggiore degli Stati Uniti. In Europa, i computers del costruttore di armi italo-francese Thomson, l’Agenzia Spaziale Europea ESA, l’istituto Max Planck di Fisica nucleare a Heidelberg, il CERN a Ginevra e il tedesco DESY, acceleratore di elettroni ad Amburgo, furono anch’essi attaccati.
Ciò è stato fatto per conto del KGB sovietico che in un periodo di tre anni e, in cambio di somme tra i 50.000 ed i 100.000 dollari più droghe, ha ricevuto cinque dischetti con informazioni segrete tra maggio e dicembre del 1986, in un luogo non rivelato di Berlino Est. Questi dischetti contenevano migliaia di password e codici informatici, meccanismi d’accesso e programmi che hanno permesso all’Unione Sovietica l’accesso ai centri informatici del mondo occidentale.

A quel tempo, il portavoce del governo tedesco ha convenuto che fosse il caso di spionaggio più grave nella Germania occidentale da quando era stato smascherato nel 1974 Guenter Guillaume, una spia della Germania dell’Est che eraun consigliere di Willy Brandt, il cancelliere della Germania occidentale.
La storia inizia nel novembre 1985, quando Koch, leader autoproclamato del Chaos Computer Club, è stato avvicinato da un ufficiale donna del KGB che gli ha offerto l’opportunità di avere uno stile di vita lussuoso in cambio di “conoscenze hacker”. Il KGB sapeva che Koch era un tossicodipendente di droghe costose, cosa che contribuì notevolmente visti i suoi continui problemi economici.

Secondo fonti del KGB, a metà del 1986, Karl Koch disse a diversi dei suoi amici durante una festa di pirati cibernetici, tutti strapieni di alcol e droghe, che gli era stato offerto un accordo difficile da rifiutare e che gli avrebbe risolto i suoi problemi economici. Uno dei presenti a quella riunione- in base agli archivi del KGB- era il fondatore di Wikileaks, Julian Assange. Un altro individuo il cui nome appare negli archivi del KGB è il programmatore Dirk Brezinski, di Berlino Ovest. Rapporti del KGB parlano di Brzezinski come di un genio informatico che lavorava part time per il sistema operativo mainframe di Siemens- BS-2000.

Tutto questo è lasciato alle spalle.
Finchè Assange, reo confesso, decise di ritornare alla sua diabolica creatura: Wikileaks. Dalla drammatica trasmissione del video delle forze armate USA (da un elicottero che sparava a giornalisti disarmati in Iraq), il sito web di Wikileaks ha acquistato notorietà e credibilità mondiale come un sito che mette sotto i riflettori pubblici materiale super sensibile.
Il suo ultimo boom sono state presunte filtrazioni di centinaia di migliaia di pagine di materiale teoricamente sensibile da fonti nordamericane sui Talebani in Afghanistan e i loro legami con altri comandi dei servizi dell’intelligence del Pakistan, senza parlare della grande quantità di cablogrammi diplomatici di funzionari statunitensi che rivelano “pettegolezzi geopolitici”, alcuni rilevanti e altri meramente divertitenti.
Le prove, però, dimostrano che lungi dall’essere informazione insider, Wikileaks è parte della propaganda del governo statunitense e, allo stesso tempo agisce in qualità di copertura per il ruolo del governo americano nel business della droga in Afghanistan.
Chi è Julian Assange?
Con centinaia di migliaia di pagine scritte su di lui, Julian Assange, di colpo, è diventato improvvisamente la luce della verità a causa del suo spettacolare scoop mediatico. Le filtrazioni di Wikileaks hanno messo in scacco quasi tutti i paesi del mondo.
Da quando sono stati resi pubblici i documenti trapelati sull’Afghanistan, la Casa Bianca ha dato ancora più credibilità alle filtrazioni e legittimità a Wikileaks dicendo che nuove filtrazioni potrebbero mettere a rischio la sicurezza nazionale degli Stati Uniti. Hillary Clinton, dal suo mondo parallelo di fumo e specchi, è arrivata ad affermare che le filtrazioni erano un attentato contro la comunità internazionale.

Ma, i dettagli dei documenti rivelano poco che sia veramente “sensibile”. La persona messa più in risalto dai documenti filtrati di Wikileaks è Hamid Gul, il generale in pensione ed ex direttore dei Servizi dell’Intelligence del Pakistan, l’ISI, e l’uomo che durante gli anni 80 coordinò la guerra dei muyahidin finanziata dalla CIA in Afghanistan contro il regime sovietico. Secondo i documenti filtrati, Gul viene accustato di collaborare con Al-Qaeda ed i Talebani, organizzando e portando a termine gli attentati contro l’esercito NATO in Afghanistan.

Si può dire molto circa la validità delle informazioni su ciò che è nascosto, piuttosto che su ciò che raccontano. Dice qualcosa Wikileaks su Bin Laden? Neanche una parola. Strano, visto che il governo statunitense dovrebbe avere milioni di pagine di materiale. Lo danno per vivo quindi? Tutti i servizi di spionaggio del mondo sanno che è morto a dicembre del 2001.

Nominare Gul come un collegamento chiave con i talebani forma parte di un disegno più grande da parte degli Stati Uniti e Gran Bretagna e dei loro recenti sforzi per demonizzare l’attuale regime del Pakistan come una parte centrale dei problemi in Afghanistan. Questa demonizzazione aumenta notevolmente la posizione dell’ultimo alleato militare degli USA: l’India. D’altra parte, il Pakistan è l’unico paese musulmano che possiede bombe atomiche. Alle Forze di Difesa Israeliane ed al Mossad israeliano, l’agenzia dell’intelligence piacerebbe molto poter eliminare le armi atomiche al Pakistan. Una campagna di disinformazione contro il controverso ex generale Gul attraverso Wikileaks potrebbe far parte di questo sforzo geopolitico.

Stranamente Israele si salva dai danni collaterali di Wikileaks. Non si sa nulla sulle uccisioni selettive da parte del governo israeliano, nè dell’uso di mini bombe nucleari per creare un nemico visibile, come l’attentato di Bali nel 2002, eseguito dal Mossad e che uccise più di 5000 persone, secondo documenti dell’intelligence militare della Tailandia, neanche una parola sull’infiltrazione degli agenti del Mossad nelle agenzie di spionaggio statunitensi.

Il nome di Gul appare in 10 degli 180 archivi classificati degli USA, relativi al fatto che il servizio dell’intelligence del Pakistan ha appoggiato militanti in Afghanistan lottando contro le forze della NATO. Gul ha detto al Financial Times che gli USA hanno perso la guerra in Afghanistan, e che le filtrazioni dei documenti avrebbero aiutato l’amministrazione Obama a deviare la colpa suggerendo che sia il Pakistan il colpevole di questa sconfitta.
Quello che è peggio dal punto di vista dell’Impero, è che Gul ha avuto il coraggio di esporre i panni sporchi dell’esercito nordamericano ed il suo ruolo nella vendita di eroina afgana attraverso la base segreta nordamericana di Manas in Kyrgyzstan.
Quasi un milione di pagine di Wikileaks e neanche una sulla droga. L’esercito nordamericano è sotto i riflettori per l’ aiuto ai signori della guerra afgana nel trasporto dell’oppio e dell’eroina. Inoltre, la CIA ed il Pentagono sono coinvolti in una guerra dialettica tra di loro, accusandosi reciprocamente di essere a capo del traffico di droga in Afghanistan. Neanche una parola su questo su Wikileaks?

Wikileaks definisce se stessa come “un’organizzazione multi giuridica di tutela di dissidenti interni, filtratori di informazioni, giornalisti e bloggers che affrontano minacce legali o di altro tipoper la pubblicazione delle informazioni, il cui interesse principale è di esporre regimi oppressivi in Asia, l’ex blocco sovietico, l’Africa sub-sahariana e il medio oriente, ma assistiamo persone di qualsiasi nazione che vogliano rivelare comportamenti non etici di governi e corporazioni. E puntiamo ad ottenere il massimo impatto politico possibile”.
Tuttavia, un esame più approfondito della posizione politica di Assange è uno degli aspetti più controversi dei nostri tempi, le forze dietro gli attentati dell’11 settembre contro il Pentagono ed il World Trade Center mostrano che la posizione di Assange assomiglia molto a quella dei poteri di fatto. Quando il Belfast Telegraph lo ha intervistato il 19 luglio, Assange ha affermato:
  • “Ogni volta che la gente potente pianifica in segreto, essa mette in atto una cospirazione. Quindi ci sono cospirazioni dappertutto. Ci sono anche teorie del complotto geek. E’ importante non confonderle…”
  • E l’11-09?
  • “Sono continuamente infastidito dal fatto che le persone siano distratte da cospirazioni false, come l’11/9, quando ogni giorno forniamo prove delle vere cospirazioni della guerra o la frode finanziaria in massa”.
Tale dichiarazione di una persona che si è costruita una reputazione di essere anti-sistema è più che notevole.
Dopo le filtrazioni degli ultimi documenti, il New York Times ha dichiarato che “A volte non si sa se un rapporto in particolare si basa sull’osservazione di prima mano, nel racconto di una fonte dell’intelligence considerata di fiducia, su fonti meno affidabili o sulla speculazione dello scrittore. Ma l’archivio è chiaramente un registro incompleto”.
Dal mio punto di vista, come ex agente del controspionaggio militare, questo è abbastanza coerente con la metodologia di usare documenti autentici impiegati con l’obiettivo di ingannare. L’Indipendent di Londra ha pubblicato un’intervista ad Assange il 18 luglio 2010, quando Assange afferma di essere ricercato dalla CIA. In questo processo, si smaschera senza che nè lui nè il giornale stesso se ne rendano conto.
Se gli USA lo volevano interrogarlo da marzo 2010, cosa diavolo ci fa Assange in Gran Bretagna sapendo che le sue agenzie di sicurezza stanno lavorando a stretto contatto con Washington? Il fatto che Assange sia vivo e si muova liberamente in Gran Bretagna dimostra il disinteresse della CIA ad ucciderlo o a fermarlo ed interrogarlo.
Le carte del Pentagono
Adesso, con l’arrivo di Wikileaks, abbiamo una ripetizione dell’era cibernetica delle Carte del Pentagono. Qual era l’obiettivo delle Carte del Pentagono? Un’operazione di ingegneria psicologica, che cambiò, per il consumo pubblico, la responsabilità del colossale fallimento dell’intelligence delle politiche in Vietnam, dalla CIA fino ai militari. Alla fine, solo la CIA e i suoi amici vicini al complesso militare hanno tratto profitto dalla guerra. A causa delle Carte del Pentagono non si sono mai appurate le responsabilità nei fatti.

Analizzando i fatti, un tesoro di documenti “top secret” è stata data al New York Times a metà giugno 1971 da un allora sconosciuto “Hippie”, un movimento apparentemente controcultura. Il suo nome era Daniel Ellsberg. Tuttavia, ciò di cui poche persone si rendono conto è che Daniel Ellsberg aveva lavorato negli Uffici Internazionali della Sicurezza, sotto la direzione di Henry Kissinger. Quindi, Daniel Ellsberg, l’ipotetico dissidente nordamericano, iniziò la sua meteorica carriera come ufficiale dell’intelligence statunitense.

Per concluderre, anche se tutte queste voci possono anche far parte di una strategia volta a delegittimare Wikileaks, quello che è certo è che i segreti rivelati dall’organizzazione sono attentamente selezionati in base ad una complessa agenda a lungo raggio creata da persone ancora da smascherare.
Traduzione per Voci Dalla Strada a cura di VANESA

Foto by Federico Maiorani

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