L’identità  femminile tra fondamentalismi d’oriente e d’occidente

Il Comune di Pinasca in provincia di Torino, venerdi 3 dicembre, ha organizzato un dibattito
sulla resistenza iraniana, si è parlato della drammatica violazione dei diritti umani in Iran, in particolar modo della questione femminile, pubblichiamo uno stralcio del dibattito a cui hanno partecipato: Igor Alessandro Bonino, Sindaco di Pinasca; Carla Reymondo Assessore alla cultura; Tullio Monti Presidente della consulta per la laicità, e dell'associazione Iran libero e democratico; Faride Bozorghzadeh, associazione Iran libero e democratico, Yoosef Lesani, associazione Iran libero e democratico; Loredana Biffo, giornalista.

Oggi le donne si trovano a dover fare i conti con una prepotente crescita
dell'integralismo religioso e del tentativo da parte del dominio maschile
di imporre attraverso gerarchie politiche, sociali e religiose, una morale ,
un modo di essere e di comportamenti che passano attraverso una
costruzione di un'identità cristallizzata e precostituita in modo funzionale
alla sottomissione femminile.
Questo non solo in paesi mussulmani, ma anche in occidente, in paesi come l'Italia, Stati Uniti Polonia. Si pensi alla questione dei movimenti per la vita nei consultori e negli ospedali, che avrebbero il compito di far “ravvedere” le donne, ritenute incapaci di decidere, bisognose di tutela.
Analizzando la società iraniana, e il fondamentalismo religioso possiamo
mettere in luce quegli aspetti spesso sottovalutati della pretesa maschile di
imporre leggi che si rifanno dogmaticamente ad un credo religioso.
Le religioni, sono e sono sempre state la più importante forma di dominio
maschile, grazie ai dogmi ai quali le donne dovrebbero sottomettersi, leggi
che hanno lo scopo di tenerle sotto “tutela”.
La scrittrice egiziana Nawal Sadaawi, che è stata condannata per apostasia
a causa del suo impegno come femminista, ha dichiarato che “il patriarcato usa le religioni per discriminare le donne e negare loro la libertà”.
Appare del tutto evidente, partendo dall'esempio della condizione
femminile in Iran, che non può esistere la democrazia quando non vi è
la parità di diritti tra i generi, né tantomeno possono gli esponenti politici
di una parte del regime iraniano, dichiararsi “riformisti”, se tale
condizione di parità e così lontana.
In Iran (come purtroppo anche in molti altri paesi), questa parità è del
tutto inesistente, e questo crea condizioni di vita drammatiche, che
comportano emarginazione dal contesto sociale, nel lavoro, con
conseguente povertà e dipendenza totale dagli uomini, oppressione nella
famiglia, esclusione dagli studi, mancanza di far valere i propri diritti
di mogli, madri e figlie; discriminazione e violenze sessuali, con aggressio
ni di qualsiasi tipo, fino alla lapidazione, alle mutilazioni genitali.
Abbiamo tutti sotto gli occhi il Caso di Sakneh, la donna che rischia la
lapidazione per accusa di adulterio, è di ieri la notizia dell'impiccagione di
Shahla Jahed accusata di aver ucciso l'amante del marito, anche se poi
aveva successivamente dichiarato di essere stata sottoposta a tortura per
ottenerne una confessione.
Le esecuzioni ufficiali per il solo 2010 in
Iran, sono 146, si pensa che in realtà ne siano state praticate almeno il
doppio, e le donne e i minorenni sono le vittime più numerose del
regime degli ayatollah.
L'Iran è un paese che da oltre trent'anni vive sotto il dominio di feroci
dittature, ora imperversa il regime clericale dei Mullah, che si basa
sul “velayate faghih”, ossia l'assoluta sovranità clericale.
Ma è necessario
chiarire che il popolo iraniano è altra cosa dal regime, e sta attuando una
resistenza indomita nei confronti di una dittatura che non hanno voluto, e
che non accettano.
Nel 1979 l'Ayatollah Khomeini, tornò in Iran cavalcando la rivolta sociale
che aveva decretato la fine di una monarchia millenaria, e sostituì la
monarchia con la Repubblica Islamica, basata appunto sulla totale sovrani
tà clericale, abolendo il precedente programma di modernizzazione e
secolarizzazione del paese, attraverso l'imposizione dell'abbigliamento
occidentale e l'abolizione del velo.
Anche se ancora non era stato abrogato il privilegio maschile di contrarre matrimonio con quattro donne, divorziare a piacimento ed ereditare quote maggiori dei beni famigliari.
Khomeini pochi giorni dopo il suo ritorno impose nuovamente l'obbligo
del velo per le donne. Questo atto di imposizione, portò le donne a
sfidare l'Ayatollah sfilando in massa per le strade di Teheran, sostenendo
che tali imposizioni sui diritti giuridici, legali e sociali delle donne erano
inaccettabili.
In risposta alle loro proteste furono uccise e torturate dalle guardie rivoluzionarie.
E' quindi fondamentale, per la comprensione della storia travagliata di
questo paese, guardare attentamente alle tante e coraggiose battaglie
delle donne contro la dittatura.
Esse hanno cominciato ad avere ruoli di primo piano negli avvenimenti politici del 1906, data che ha posto un limite al potere assoluto della monarchia, istituendo il parlamento.
Hanno perfino preso parte alla lotta armata in quel periodo, ottenendo la
scolarizzazione della popolazione femminile. Le donne hanno portato
avanti una battaglia contro Il regime Komeinista che ha distrutto le loro
conquiste, che ha avuto un forte impatto sul medio oriente e sul mondo.
Oggi con il regime dei Mullah, le donne sono più che mai in prima
linea.
Il loro impegno è la spina nel fianco del regime, perchè esse sono
la testa pensante della resistenza contro l'oscurantismo al potere. La
signora Maryam Rajavi, è il leader della rivoluzione, in una lotta tra
le donne e gli oscurantisti, che dura da 25 anni, secondo i quali, la tutela
sulle donne è pari a quella su un minore.
L'ideologia di Khomeini ieri, e degli Ayatollah di oggi, considera
l'appartenenza sessuale, la linea di demarcazione nelle relazioni sociali.
Proprio come Hitler sosteneva la supremazia razziale, la cultura e
l'ideologia integralista, si basa sulla discriminazione femminile.
Senza la quale perderebbero la propria identità, e non riuscirebbero a
conservare questo regime.
Perchè tutto il loro sistema di valori, dai peccati alle punizioni, si basa sulla costruzione sociale del patriarcato.
Gli integralisti, classificano gli esseri umani in due specie, che sono
state create in modo “diverso”: gli uomini sono più forti, il loro cervello
è più grande, sono meno emotivi ecc…e questa differenza influisce sulla
delega dei diritti e dei doveri.
Questo è inoltre un tentativo di stravolgere i concetti e la logica dell'islam
originale e del Corano, dove l'essenza degli esseri umani non si basa su
differenze fisiologiche, sessuali, o etniche ma sulla loro responsabilità e
libertà di coscienza.
Tutto questo stravolgimento interpretativo della religione islamica, è finalizzato ad instaurare un governo islamico
mondiale, cosa di cui del resto il potere integralista, non ha mai fatto
mistero, perchè secondo loro, la sopravvivenza della rivoluzione
integralista, si basa sull'espansione e non sulla preservazione.
Non a caso è dall'inizio degli anni Novanta che la resistenza iraniana
sostiene che l'integralismo islamico è la nuova minaccia momdiale.
Per questo oggi, la sfida e la minaccia degli integralisti contro i diritti
e la libertà delle donne di tutto il mondo si sono fatte più pericolose, si
pensi che la misoginia del regime dei mullah, è stata ripresa e applicata in
vari paesi del mondo, proprio in merito alla lapidazione, l'obbligo del velo e le coercizioni.
Il fatto che nei paesi occidentali gli integralisti cercano di sollecitare uno
pseudo confronto tra la cultura islamica e cultura occidentale, dimostra
che la questione femminile costituisce l'argomento primario di questa
sfida culturale da parte del fondamentalismo.
Si rifletta per esempio sul fatto che anni fa per donne mussulmane in Francia sarebbe stato impensabile mettere a rischio la propria vita piuttosto che farsi visitare da un medi uomo, mentre oggi questo si verifica sempre più spesso.
In Iran, e nei paesi arabi, il grado di minaccia sui diritti e libertà delle
donne, è proporzionale al grado di esportazione dell'integralismo da parte
del regime dei mullah, e si assiste alle loro manovre in molti paesi.
Nella logica degli integralismi, la discussione non verte sul sapere o la
competenza di un individuo, ma unicamente sul fatto che si tratta di
una donna.

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