LISTE PULITE E CANDIDE

I nostri padri costituenti, la famosa questione morale della politica, di cui tanto si parla, ma fin’ora non e’ stata ancora risolta, anzi nel corso dei decenni da destra, sinistra e centro si e’ radicata a tal punto da minare finanche le istituzioni, l’avevare intravista e prevista. Con il quarto comma dell’ articolo 48 e la sua attuazione avevano trovato anche la soluzione, ossia un parlamento pulito limitato per coloro che si sarebbero macchiati di sentenze penali irrevocabili o di indegnita’ morale. Un indicazione chiara e pragmatica. Badate bene che la candidatura ( alla politica), deriva dal latino candidates, vale a dire colui che indossa una “toga candida”. Ai tempi della Roma antica, infatti, coloro che si presentavano alle elezioni dovevano indossare una toga bianca per distinguersi. Mi domando oggi o alle prossime elezioni quanti candidati avrebbero il coraggio di indossare una toga candida con tanto di certificato penale e senza nessuna macchiolina morale. ( tutti?!?!) Dobbiamo partire dal concetto, che chi e’ indagato o in attesa di giudizio, potrebbe al di la della presunzione di innocenza, anche essere colpevole. Ergo non eleggibile o candidabile. Pensiamo per un attimo a Dell’ Utri o allo stesso Silvio Berlusconi se non fosse “sceso” in politica e abbiamo un quadro chiaro dell’attuale questione morale. E’ inutile cambiare la legge elettorale senza emanare una legge che rispecchi in toto le indicazioni della nostra Costituzione, ossia liste pulite e candide. Non occorrebbe nemmeno fare una legge al riguardo, e’ sopratutto una questione morale e civica di tutti i cittadini.

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