SERVIRE GLI ITALIANI NON SERVIRSENE

In queste poche settimane del 2010 si decideranno le sorti dell’Esecutivo Berlusconi. La necessità si è fatta più evidente anche tenuto conto che la maggioranza continua a sgretolarsi con l’assunzione di posizioni incoerenti rispetto alle promesse iniziali. L’evidenza è palese. Così,

se si dovesse andare ad elezioni politiche anticipate nella prossima primavera, realtà che non riteniamo inverosimile, per i milioni di potenziali elettori italiani all’estero continuerebbe a non cambiare nulla. Anzi, la loro posizione potrebbe divenire ancor più precaria. Gli Onorevoli della Circoscrizione Estero continuerebbero a non avere, in definitiva, alcun potere decisionale dovendo, come per il passato, soggiacere alle decisioni dei partiti nazionali nei quali, gioco forza, continuerebbero ad essere una componente insignificante nell’ambito delle alleanze che si dovranno formare ed il voto dall’estero resterebbe vanificato. In pratica rimarrebbe più formale che sostanziale. Da questo dato di fatto è correlato, e giustificabile, anche lo scarso afflusso dei votanti oltre frontiera per le passate consultazioni politiche. Invece, prima della “Crisi”, si dovrebbe modificare l’attuale legge elettorale ed eliminare, di conseguenza, la Circoscrizione Estero. Il diritto di candidatura e di voto dovrebbe essere correlato unicamente alla cittadinanza e non al sito di residenza. Come già accade nei Paesi di provata democrazia. Quindi, si dovrebbe fare riferimento alle sole Circoscrizioni Elettorali nazionali. Ma, anche in questo caso, i problemi della rappresentatività non sarebbero per nulla risolti. Le sorti degli italiani all’estero sono state sempre lontane dalle logiche dei partiti”tradizionali”. E’ di continuo mancata la presenza di un movimento politico che li rappresenti realmente. Questa è la finalità del Partito degli Italiani dall’Estero(PIE). Un Partito dedicato al quale, però, potrebbero far capo anche politici nazionali. Quindi, focalizzato il concetto di suffragio universale, accanto al voto per posta, i cui limiti e carenze sono ben noti, si dovrebbe inserire anche quello elettronico che offrirebbe, tra l’altro, risultati immediati della consultazione. Superate le pastoie burocratiche e i tanti “distinguo” di chi si ostina a remare contro, una volta varato ufficialmente il Partito, stabilito il programma operativo ed individuati i candidati, il voto dei Connazionali all’estero diverrebbe, finalmente, una realtà ricca di contenuti e di percorribili promesse. Per la prima volta nella vita della Repubblica, anche gli Italiani oltre frontiera avrebbero una loro specifica dimensione politica in Patria. Rendendo, al fine, percorribile il nostro assunto d’apertura: “ Servire gli Italiani e non servirsene”.

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