Operaio schiacciato da una pressa a Cassino, per Soldà  è emergenza morti bianche

Il vicepresidente dell’Italia dei Diritti:“La società intera, ma soprattutto il mondo imprenditoriale, deve entrare nel merito in maniera seria e duratura nel tempo attraverso un modo di procedere che coinvolga tutti i lavoratori, soprattutto in quelle attività in cui il pericolo di incidente è indubbiamente alto”

Roma, 19 novembre 2010 – Schiacciato da una pressa mente svolgeva il suo turno. Questa la straziante fine di Bruno D’Alessandro, 52 anni, marito e padre di due figli, operaio presso la Cartiera di Cassino, in provincia di Frosinone, l’ultima vittima, in ordine di tempo, delle morti sul lavoro.

“Il dramma delle morti bianche, – interviene Roberto Soldà, vicepresidente dell’Italia dei Diritti – è una grande piaga del nostro paese che, nonostante passino gli anni, non si riesce a debellare. I dati parlano chiaro: oltre 365 morti l’anno, il che significa più di una vittima al giorno. Un problema davvero grande che ha bisogno della massima attenzione per essere vinto, come sostiene anche il Presidente della Repubblica. Ci adoperiamo in studi e facciamo grandi scoperte scientifiche al fine di annientare le malattie e migliorare la qualità della vita quando poi esistono nel mondo del lavoro delle nicchie, delle tipologie professionali per cui le morti bianche sono all’ordine del giorno”.

D’Alessandro, stava tentando di scoprire l’origine del guasto del macchinario che si era appena riavviato quando è stato risucchiato e inghiottito dagli ingranaggi. Nonostante il rapido soccorso prestatogli purtroppo non c’è stato nulla da fare e l’uomo è poi spirato nel vicino ospedale di Cassino.
Al fine di comprende l’andamento dei fatti è stata attualmente avviata un’indagine dai Carabinieri della cittadina del frusinate.

“La società intera – prosegue Soldà – ma soprattutto il mondo imprenditoriale deve entrare nel merito in maniera seria e duratura nel tempo, attraverso un modo di procedere che coinvolga tutti i lavoratori, soprattutto in quelle attività in cui il pericolo di incidente è indubbiamente alto come nel caso specifico. Tutti devono essere sensibilizzati ad investire in sicurezza perché non sono soldi spesi male, ma risorse che ricadono in maniera proficua e ottimistica sull’ente o sullo stabilimento. Una pagina oscura e dolorosa per l’Italia intera questa delle morti bianche, – conclude l’esponente del movimento presieduto da Antonello De Pierro – rispetto alle tante cose che facciamo di buono, alle scoperte, alla crescita dell’aspettativa di vita. Se ne parla da molti anni ma il numero di chi perde la vita sul lavoro è purtroppo ancora sensibilmente alto.”

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