Omicidio Rostagno, finalmente parte il processo

Un giornalista in abito bianco, Mauro Rostagno, che vestiva la ‘candida’ di fronte alla nera violenza della mafia che ogni giorno, dagli studi della televisione privata di Trapani, Rtc, denunciava irridendo dei boss e della loro ‘onorabilità’. Un giornalista che dava fastidio e che la mafia ha ucciso. Finalmente, dopo 22 anni, si è arrivati a un processo che forse potrà far luce sulla sua morte: il prossimo 2 febbraio 2011 il dibattimento andrà in Corte di Assise a seguito del rinvio a giudizio, disposto dal gup del tribunale di Palermo, Estorina Contino, per il boss Vincenzo Virga e il killer Vito Mazzara. Per i pm Antonio Ingroia e Gaetano Paci, Virga sarebbe il mandante dell’ agguato e Mazzara uno dei tre esecutori materiali.

Mauro Rostagno viene ucciso la sera del 26 settembre 1988 a Valderice, in contrada Lenzi presso Trapani a pochi metri dalla sede della “Saman”, comunità per il recupero di tossicodipendenti che dirigeva dal 1981. Il corpo è rinvenuto all’interno della sua auto, una Fiat Duna, bianca anch’essa come bianca è la sua morte: caduto sul lavoro, e il suo lavoro era la lotta contro Cosa nostra.

Da allora, benché il capo della squadra mobile Calogero Germanà avesse da subito indicato la pista mafiosa, si è lavorato su diverse ipotesi investigative: dal presunto interesse di Lotta Continua a eliminarlo in quanto al corrente degli autori del delitto del commissario Calabresi, alla pista interna secondo cui Rostagno sarebbe stato ucciso per aver scoperto un traffico di droga nella comunità “Saman”. Si è dovuto attendere il passaggio del fascicolo alla procura di Palermo (1998) perché venisse valutata seriamente la pista mafiosa, grazie anche alle dichiarazioni di collaboratori di giustizia del calibro di Siino, Brusca, Sinacori, Milazzo, pista oggi accertata grazie alla perizia balistica, realizzata nell’aprile 2008, che ha portato nel maggio 2009 alla disposizione di un’ordinanza di custodia cautelare in carcere a carico del killer Vito Mazzara (poi revocata) e del boss Vincenzo Virga, presunto mandante dell’omicidio. Il processo che ora s’avvia potrà ristabilire la verità dopo anni di mistificazioni, insabbiamenti e false piste.

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