L’U.E. e le regioni: la distribuzione della ricchezza. La politica di coesione sociale

di Luigi Petrella

Caratterizzata dalle moltitudini che la compongono, l’Unione Europea è una delle aree più ricche e prosperose del mondo. All’interno di questo grande contenitore si distinguono però realtà diverse, che mostrano differenze abissali tra una regione e l’altra.

La politica in tema di coesione sociale seguita dall’Unione, si focalizza principalmente sul settore regionale. Sommariamente ciò che va a rendersi evidente è il trasferimento delle risorse che appartengono a regioni più prosperose verso quelle invece meno agiate e quindi economicamente meno sviluppate. Lo scopo principale è quello di raggiungere un benessere comune, orientato all’innalzamento del livello della qualità di vita dei cittadini dell’Unione. La politica regionale funge da strumento di solidarietà e coesione. Per solidarietà s’intende garantire vantaggi concreti alle regioni meno favorite. Il termine coesione delinea invece quella ricchezza messa a disposizione delle regioni e quindi distribuita in ogni area dell’U.E. La distribuzione segue un iter procedimentale riconducibile ai seguenti parametri: il 24% in innovazione, 22% in trasporti, 22% risorse umane, 19% in ambiente ed il 13% in altro. Tutti questi finanziamenti provengono dal Fondo europeo di sviluppo regionale (F.E.S.R.), il fondo sociale europeo (F.S.E.) e il fondo di coesione. La politica regionale è stata intrapresa nel 2000 e fino ad oggi ha ottenuto risultati tangibili. Obiettivo principale dell’U.E. è il recupero delle regioni arretrate, l’aiuto concreto per sostenere la riconversione economica sociale delle zone che presentano difficoltà strutturali, industriali, urbane o dipendenti del settore della pesca, ammodernare i sistemi di formazione e promuovere l’occupazione. Ad aiutare le regioni che costituiscono lo scheletro dell’unione, vi sono anche i c.d. aiuti in preadesione. Questi ultimi costituiscono la politica da seguire, preventivamente all’ingresso nell’Unione Europea. Il Comitato delle Regioni, dal 1994, sostiene e rappresenta le autorità locali e regionali permettendo a queste ultime l’ingresso in Europa, attraverso le politiche di preadesione. Il CdR è un organo di fondamentale importanza, poichè è regolarmente consultato dall’U.E., tra le altre, in tema di: coesione economica e sociale, cultura, ambiente formazione professionale, trasporti. In ambito europeo, il CdR, ad oggi, riveste un ruolo di fondamentale importanza, grazie al Trattato di Nizza che dalla sua ratifica nel 2003, ha permesso l’aumento della consistenza di quest’organo da 222 a 350 membri. Non solo, a rendere di fondamentale importanza l’attività di quest’organo è anche la politica ambientale e della società dell’informazione. La prima orientata a uno sviluppo sostenibile, la seconda impegnata a promuovere le c.d. tecnologie dell’informazione.

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