Fnsi, una proposta di Siddi che condividiamo

Il segretario generale della Fnsi, a proposito dei problemi legati alla diffamazione a mezzo stampa, ha suggerito che sia prevista, a carico del richiedente del risarcimento, una cauzione anche del 20 per cento dell’importo chiesto. L’idea è buona, la condividiamo e siamo disponibili a sostenerla. In effetti troppo spesso le richieste esorbitanti di danni hanno evidenziato l’intento censorio e intimidatorio del querelante. Questo accade in via generale ma è ancora più serio nel caso delle testate medio-piccole. La proposta di Franco Siddi è quindi apprezzabile e va concretamente in direzione della salvaguardia della libertà di informazione.

LA NOTIZIA NEL LANCIO DELL’AGI
INFORMAZIONE: SIDDI, CHI VUOLE RISARCIMENTO DANNI DIA CAUZIONE 20%
(AGI) – Roma, 17 nov. – Chi avanza una richiesta di risarcimento danni nei confronti di una testata e di un giornalista dovrebbe versare una sorta di cauzione, nella misura anche del 20 per cento della somma richiesta. E’ quanto suggerisce Franco Siddi, segretario generale della Fnsi, a proposito del problema rappresentato dalle sempre più richieste di risarcimento nel mondo della stampa scritta e radiotelevisiva. Una proposta formulata da Siddi in apertura oggi dei lavori del convegno Fnsi sul tema ‘Libertà d’informazione. Quanto costa e a chi? Diffamazione, risarcimento del danno, liti temerarie: un’altra forma di bavaglio’. Anzi, a giudizio di Siddi “le azioni temerarie devono essere fermate, occorrono nuove norme, leggi che prevedano un danno riflesso per chi promuove queste azioni”. Il segretario della Fnsi ha sottolineato inoltre che laddove ci sono direttori, ed anche editori, che in qualche modo tutelano i giornalisti in cause per risarcimento danni che appaiono ‘temerarie’, allora non succede nulla al giornalista stesso, mentre ben diverso e più complicato nel caso di direttori, ed editori, ‘deboli’, il rischio che si corre “è il silenzio, e questo è grave, rappresenta una ferita”. Secondo Siddi, “le querele vengono fatte dai potenti che usano questo strumento per intimidire” e l’Italia è indietro rispetto ad altri Paesi “perché non è riuscita a tutelare le fonti delle notizie” e “intimidire anche in modo pesante attraverso la richiesta di risarcimento, tanto più in una situazione di crisi del settore, finisce con il condizionare la qualità dell’informazione”. E il convegno di oggi aveva l’obiettivo di “concorrere – ha concluso Siddi – a liberare l’informazione”. (AGI) Vic

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