Luca Razzano e le risorse umane

di Elena Vigiano

Mai fu così attuale e lungimirante, la ricerca intrapresa nel 2003 da Luca Razzano. In questo momento storico, in tutto il mondo sono messi in crisi valori e diritti fondamentali dell’uomo, primo di tutti il lavoro e conseguentemente l’identità e la dignità. Un mercato che non cessa di spingere ad una flessibilità estrema, apparentemente priva di logica, ma che ciecamente verte solo alla politica del profitto e non della persona. E’ in quest’ottica che l’artista decide di esprimere e raccontare questa drammatica situazione, attraverso un processo di analisi delle dinamiche tra l’omologazione di massa e identità individuale, dal titolo “Human Resources”. Il senso dell’ironia è ciò che contraddistingue il suo percorso comunicativo-artistico, svelando inevitabilmente il rovescio della medaglia che consiste nella consapevolezza della drammaticità della vita quotidiana, parallelamente al tentativo di costituirne una interiore. Attraverso l’assemblaggio di sagome di iuta antropomorfe, vengono evidenziati due tipi di massificazioni: attiva e passiva.
Parte della popolazione mondiale, nello sforzo quotidiano di essere fedeli ai propri ideali, è esposta e subisce coscientemente un processo sociale e psicologico involutivo, andato incrementandosi con gli anni. L’altra parte, in preda all’accidia, si lascia trascinare dalla massa senza tentare, minimamente, di distinguersi ed imporre la propria soggettività e personalità.
Nelle opere di Razzano, si parla di perdite d’identità portate dalle guerre, dalla disoccupazione, alle persecuzioni, abusi e torture perpetrati nei campi di sterminio, violenze psicologiche, furti d’identità che alcune volte si perpetuano oltre la vita, nella tristezza e desolazione delle fosse comuni oppure, da quel strumentalizzato processo chiamato globalizzazione, che riduce tutti gli uomini ad una serialità numerica.
L’artista esprime queste profonde riflessioni, attraverso installazioni realizzate con innumerevoli bamboline di iuta, cucite a mano, identiche tra loro che rappresentano il processo di massificazione, inteso come numero imprecisato ed infinito di figure impersonali.
In questa omologazione però si contraddistinguono delle bamboline con un cuore rosso: esse rappresentano le persone speciali, quelle che meritano considerazione, rispetto, stima ed affetto, quelle che, come definisce l’artista stesso: “meritano di portare un cuore sulla propria pelle di iuta”. Sono persone esclusive, che scegliamo noi stessi, dove il cuore rappresenta il riconoscimento dell’Identità, la vera anima, di ciò che distingue dalla massa, il segno della certezza dell’essere Uomo.

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