Messaggio con proiettile al Garante dei detenuti

Il responsabile per il Lazio dell’Italia dei Diritti:“ È l’istituzione carceraria che deve essere contestata, e la vera ragione di essere della stessa, non è la rieducazione del reo, bensì quella di favorire un mangia-mangia generale”

Roma, 17 novembre 2010 – “I casi sono due: o la vicenda è tutta una montatura oppure le Brigate rosse confermano di non capirci nulla. Non è infatti al Garante regionale che dovrebbero inviare messaggi minatori, bensì al sindaco di Roma, Gianni Ale-danno”. Non senza una punta di sarcasmo il responsabile per il Lazio dell’Italia dei Diritti, Vittorio Marinelli, commenta la notizia della busta contenente un proiettile spedita tramite posta nei giorni scorsi al Garante dei detenuti del Lazio, Angiolo Marroni, e con la firma in calce indicante il nome “Brigate Rosse Nucleo Galesi”.

“L’opera di demolizione che ha reso il nostro sindaco un novello Attila – continua imperterrito nel suo attacco l’esponente del movimento guidato da Antonello De Pierro –, ha cancellato anche uno dei rari uffici locali che funzionava bene, in particolare quello del Garante cittadino dei diritti dei detenuti. È per questo che ritengo che la missiva dei terroristi trattasi più probabile di una montatura: Marroni, seppur poco, qualcosa in favore dei carcerati l’ha fatto, e quindi non capisco perché vogliano impedirgli di lavorare anche minimamente”.

Quindi Marinelli si chiede se le motivazioni delle minacce in questione non debbano ravvisarsi nell’intento di far decollare la pressione già di per sé esplosiva che grava sullo stato delle prigioni italiane: “È l’istituzione carceraria nel suo complesso che deve essere contestata, e la vera ragione di essere della stessa, non è la rieducazione del reo, come molti possono apprendere dalla Costituzione, bensì quella di favorire un mangia-mangia generale”.

Il responsabile del movimento extraparlamentare a garanzia dei diritti dei cittadini conclude affermando: “Ogni carcerato costa all’Erario somme inimmaginabili, corrisposte direttamente ai vari delinquenti, consentirebbero loro di vivere agevolmente di rendita. Se in futuro i brigatisti decidessero di inviare nuovamente delle pallottole, dovranno forse recapitarle ai garanti di queste ruberie”.

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