Due settimane dopo: difendiamo il nostro Veneto

di Giorgio Conte

Sono trascorse appena due settimane dalla spaventosa alluvione che ha colpito il Veneto e il vicentino in particolare. Grazie alla generosità e alla nota laboriosità della nostra gente le città sono oramai pulite, le campagne e le imprese stanno operando per riprendere le produzioni.
I danni sono notevoli e nelle fasce pedemontane è ancora alto e concreto il rischio di movimenti franosi.
Il tema del governo e della gestione del territorio, degli assetti idro-geologici e delle stesse emergenze è un tema politico che deve andare oltre le sterili polemiche sulla rivendicazione degli aiuti.
In una fase in cui i tagli orizzontali hanno colpito anche la tutela del territorio e la difesa dell’ambiente, è risuonato forte anche il richiamo del Presidente della Repubblica per investire di più nella sicurezza a difesa dalle calamità naturali.
Riportiamo, di seguito, l’intervento svolto dall’on. Giorgio Conte alla Camera dei deputati il 10 novembre scorso, in occasione dell’informativa urgente resa del Governo sui recenti eventi alluvionali.

Signor Sottosegretario, onorevoli colleghi. Permettetemi di iniziare questo intervento con un pensiero alle vittime e alle migliaia di famiglie danneggiate spesso nel bene materiale più prezioso, la casa, l’abitazione dove si conservano affetti, ricordi e sacrifici di una vita. E con un ringraziamento ai tanti volontari che hanno portato un grandissimo messaggio di solidarietà, alleviando dalle sofferenze tanta gente in condizioni difficili.
Ma al comportamento straordinario delle popolazioni -che lei ha giustamente richiamato- e alla commovente partecipazione di tanti volontari, si notava stridente l’assoluta insufficienza di mezzi ed attrezzature in dotazione non solo alla Protezione Civile ma anche al Corpo dei Vigili del Fuoco che malgrado la buona volontà non erano nella condizioni di affrontare l’emergenza.
Signor Sottosegretario, Lei lo ha affermato, e io desidero ripeterlo perché ancora non è sufficientemente chiaro: il Veneto è in ginocchio. In particolare le provincie di Vicenza e Padova soffrono un disastro che non ha ricordi recenti. Nemmeno l’alluvione che colpì la città di Vicenza nel 1966 ha provocato tanti danni.
Risultano seriamente danneggiati edifici pubblici e privati, infrastrutture, attività economiche e produttive.

Signor Sottosegretario, il Veneto è una regione laboriosa e generosa, ma a volte colpevolmente silenziosa, perché più attenta a offrire opportunità di sviluppo a se stessa e al Paese piuttosto che a richiedere forme di assistenza.

Questa breve premessa mi è sembrata necessaria perché, complice purtroppo la scarsa attenzione dei media nazionali, non sembra sia emersa, fino a ieri con la visita del Presidente del Consiglio, la vera e autentica portata dell’evento.

E’ il caso di rilevare che lo scarso interesse iniziale dei media e della politica nazionale è diventato un campanello d’allarme per le popolazioni e per le imprese duramente colpite.
L’allarme ben presto è stato amplificato da chi lo adotta come il fastidioso pretesto per una speculazione politica (abbiamo letto il tono di alcune dichiarazioni). In questo momento non abbiamo bisogno di polemiche politiche, ma non è nemmeno tollerabile che queste calamità e queste sofferenze diventino strumento di rivendicazione politica.

Dicevamo che la gravità della situazione non è emersa in tutta la sua dimensione, semplicemente perché la tenacia e la laboriosità di questa parte del Paese hanno fatto in modo che non si perdesse tempo in polemiche, ma si pensasse unicamente a ricostruire.

Ciò non può e non deve costituire un alibi per il Governo. Abbiamo apprezzato (e parlo soprattutto da vicentino) la Sua visita, signor Sottosegretario, anche perché ha garantito immediatamente le risorse per la prima emergenza; abbiamo ascoltato con attenzione l’informativa del Governo in Aula, ma devo riferire che le preoccupazioni e le ansie dei sindaci, delle popolazioni e delle attività economiche restano tante.
Le domande sono note: i 320 milioni di euro rappresentano uno stanziamento importante, ma saranno sufficienti? Quando saranno a disposizione delle pubbliche amministrazioni?

E’ altrettanto vero che siamo ancora in una fase di censimento e stima dei danni, la disponibilità del Governo l’abbiamo ascoltata, ma mi auguro sia disponibile a valutare eventuali ulteriori necessità!
Allora è bene essere chiari: il Veneto è una regione che si ritiene giustamente in credito tra quanto ha dato e continuerà a dare allo Stato e quanto ha ricevuto.
E’ un problema antico ma ora la rinascita e la ripresa delle provincie venete rappresenta una necessità.
Un investimento non rinviabile, di assoluta priorità non solo nell’interesse della regione, ma per l’intera Nazione, specie in questa delicata fase che vede proprio il Veneto capofila della ripresa economica.
Ora serve lo Stato, serve la comunità nazionale, serve quell’unità a volte vituperata, ma che riscopre il suo valore anche nei momenti di difficoltà.

Lo Stato deve quindi rispondere con tempestività e vigore, il Governo può provvedere già nella legge di stabilità e il gruppo Futuro e Libertà ha già annunciato il massimo impegno in tutte le sedi per vigilare e assicurare al Veneto tutte le risorse che merita, tenuto conto della sua generosità e dell’alto tasso di economia e sviluppo che va tutelato e conservato nell’interesse dell’intero sistema Paese.

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