Elaborato un documento
che chiede all’Esecutivo
di reintrodurre almeno
le agevolazioni contributive
per le zone svantaggiate
Un ordine del giorno per impegnare il Governo nazionale a intervenire con urgenza su oneri previdenziali e procedure esecutive è stato approvato nei giorni scorsi dalla Conferenza delle Regioni e delle Province autonome.
Sono sempre più, infatti, le aziende agricole a rischio sopravvivenza, in quanto la crisi non dà segnali di arretramento e sta investendo tutti i comparti produttivi, dalla zootecnia all’orticoltura, mentre le imprese del settore primario continuano a dover fare i conti con il più alto sistema contributivo d’Europa.
Il livello dei redditi, si legge nel documento, è ai minimi storici e le situazioni debitorie sono talmente gravi da tradursi in molti casi nella chiusura per messa in liquidazione di moltissime aziende agricole, spesso per iniziativa di Equitalia.
Forte è il timore, da parte delle istituzioni territoriali, di una possibile degenerazione degli effetti della crisi sulla tenuta sociale, perché è altissimo il rischio che sia compromesso in modo irreversibile il lavoro e gli investimenti di intere generazioni di agricoltori, con impatti devastanti sulle famiglie.
Da qui la necessità – ha spiegato il coordinatore degli assessori regionali agricoli, Dario Stefàno – di reintrodurre subito quantomeno le agevolazioni contributive nelle zone svantaggiate e montane.
Un intervento che non ha natura assistenziale ma una valenza strutturale, per le imprese che operano in contesti le cui condizioni pedoclimatiche comportano inevitabilmente costi più alti per lo svolgimento dell’attività produttiva. Un intervento che va peraltro previsto per un periodo di tempo pluriennale per consentire alle aziende una ragionevole programmazione dei piani di investimento.
Buona lettura
Vitina Marcantonio