Un amico di Londra mi ha scritto proprio ieri sera: “….omissis.. sono un Italiano doc e me ne vanto, credo nella libera informazione e non ho nessuna intenzione di iscrivermi all’Ordine dei giornalisti che, a mio avviso andrebbe anzi abolito. Sono un libero pensatore che, come tu sai, vive da 35 anni in Inghilterra ove si dice che in Italia quasi tutti i giornalisti hanno venduto il cervello alla politica… ecc.ecc”
Non voglio entrare nel merito dell’affermazione di questo mio amico, anche se mi sentirei di approvare abbastanza quanto dice. Del resto, quale prova più provata di ciò hanno gli Italiani quando assistono a certe trasmissioni televisive e leggono taluni giornali ? Ove il giornalista di destra dice il contrario, più per interesse che per altro, rispetto a ciò che dice quello di sinistra ? E viceversa ? Deviando la pubblica opinione a seconda degli interessi di parte ?
Ma queste cose ormai sono note e non vale la pena di ribadirle.
Ciò che invece andrebbe detto è che stiamo tutti assistendo a vari fenomeni discutibili in quasi tutti i contesti di questa nostra società, realtà questa che non andrebbe sottovalutata. Ne vorrei citare qualcuno, ma ce ne sarebbero migliaia da considerare.
Mass-media. Mi pare che, al giorno d’oggi, vuoi anche perché gli Italiani sono preparati politicamente più di quanto si pensi, non si legga più per la voglia di apprendere, di conoscere, di sapere, in quanto sembra che si siano invertite le posizioni: pare infatti che sia il lettore, più degli stessi giornali, che fa pubblica opinione presso le… redazioni, ridotte ormai ad una sorta di serbatoio ove prevale il posto di lavoro anziché l’approfondimento dei fatti da rendere di pubblico dominio, magari attraverso titoli pruriginosi, ad effetto, e spesso devianti. Non per niente oggi si dice che fa notizia la non notizia, realtà che mi fa condividere pertanto l’affermazione del predetto mio amico secondo cui i giornalisti hanno venduto il cervello…..ferma restando – aggiungo io – la loro professionalità.
Clero. Anche qui, si osserva come la Chiesa appaia sempre a rimorchio rispetto all’evolversi della condizione sociale, delle esigenze civili correlate alla trasformazione della società, tanto da dover assistere a continue defezioni sia nell’ambito clericale che laico. Oggi, tanto per fare un esempio, si deve prendere in considerazione lo “status” dei separati, dei divorziati che non sono certo dei gangsters in quanto non avrebbero tenuto conto dell’indissolubilità del matrimonio, ma dei semplici “disgraziati” a cui le cose sono andate storte ! Vietare loro la comunione è una bestemmia !|
Informatica. Oggi si osserva che, nell’arco di poche settimane, si passa da una situazione all’altra con una velocità che non consente l’aggiornamento; e ciò vale, sia nelle strutture sanitarie (tanto per citare un contesto importantissimo per la salute), ma anche nelle amministrazioni, nelle banche, nella stessa vita soggettiva di ciascuno di noi, ma a questi tre esempi sopra citati si potrebbero aggiungere tanti altri contesti , anche correlati ai predetti tre.
Politica. A me pare che siamo arrivati allo sfacelo più completo della dignità umana. Ma Vi pare che sia accettabile che certi soggetti, sia al senato (ricordiamoci che il termine senatore, dal latino senex, vecchio, indicava nell’antica Roma i membri del senato, alias le persone più anziane e sagge come per esempio…. è meglio non fare i nomi ad evitare una denuncia per diffamazione) che alla camera (ricordiamo anche qui che il deputato dovrebbe essere il rappresentate diretto delle persone per bene…), possano rappresentare le persone civili di questo nobile Paese ? Perché l’Italia, checché se ne dica, trae origine culturale anche dalla Magna-Grecia, ora infangata dai barbari di questa politica oscena, triviale, mascalzona,mafiosa e quant’altro al punto che gli aggettivi de-qualificativi dello Zingarelli non basterebbero ?!
Non sarà che, a questo punto, si dovrà mettere tutto in discussione, visto che nulla più è in linea con ciò che è chiamato a svolgere ?
Abbiamo un minuto per riflettere ?
ARNALDO DE PORTI