Per Michele Schiavone consigliere CGIE: No, il piacere ce lo deve fare lei. Tibi ut opus est facto fac!

Insigne Schiavone, non per meriti né tantomeno per capacità ma insigne per qualche altra caratteristica che il cognome stesso descrive impeccabilmente.

L’inutile sovrastruttura politica oleosa ed imbrattata di demagogia che Lei sapientemente rappresenta non meraviglia ma ha stancato e sfiancato la pazienza degli uomini di buona volontà che invece lavorano ogni giorno.

Lei si sorprende, sventurato caro, si meraviglia, impara. Si legge tra le Sue parole non poco cervellotiche e rastrellate nei dizionari buoni, che rantola ed emette un livore che la esaspera ogni giorno sempre di più facendole sbalzare i livelli di transaminasi a picchi allarmanti.

Ma non si avvilisca sa? C’è di peggio sulla piazza, gente cui lei farebbe un inesorabile baffo in quanto a bilioso declamatore di imprecisioni interessate, offensive e scortesi.

Chi Le scrive è un uomo vero, un operaio vero, ma un signore onesto la cui storia è stata ed è al centro della attenzione nazionale ed internazionale. Stessa cosa Le augurerei piuttosto che dimenarsi per il mondo come uno schiavone qualsiasi. Non ho padroni, messere, per sua conoscenza e non parlo a comando. Ma come potrei al cospetto dei miei figli dimostrarmi diverso sino a questo punto? E’ finito quindi il tempo in cui Antonio Razzi incassava le offese e gli attacchi politici ancorché diffamatori pensando che “ il ragazzo ha sbagliato”. Ho deciso, si meravigli ancora La prego, che non lascerò mai più all’aere lettere come le Sue senza rispondervi ben accordato in “la”.

Lascerò che Lei, signor Nessuno, si sbellichi dalle risate e vada ramengo ormai sotto i muri delle strade che la vedono residente.

Vede? Il CGIE è composto da personaggi come Lei e se tanto dà tanto, quanto darà figlio mio? Tutto il CGIE con Lei annesso in offerta dovrà togliere questo disturbo immane, questa spesa parassita che asciuga ed assorbe risorse che altrimenti potrebbero essere sapientemente distribuite per le comunità italiane all’estero. Lei con tutto il CGIE in seduta plenaria nel miglior momento politico possibile, non siete serviti a nessuno se non a voi stessi. Il fatto che si rifà vivo di questi tempi la dice lunga come la dice lunga la pretesa parlamentare del suo segretario generale alle prossime politiche. Il tempo è galantuomo, sappia che i conti ritorneranno tutti soprattutto quelli senza l’elefante ingordo, grasso e pesante in piena crisi respiratoria.

La prima conferenza mondiale dei giovani? Lei è oltre al resto anche un buontempone. Si riferisce a quella presa per i fondelli che i giovani si sono sorbiti al convegno tanto importante della prima conferenza mondiale? Le bugie e le idiozie che avete saputo propinare, quelle sì di carattere oserei dire interplanetario, avete cosparso a larghe mani scempiaggini al solo scopo di far dire ad uno come Lei in una circostanza come questa “l’abbiamo fatta”. Allora mi scompiscio addirittura dalle grasse risate, signor Schiavone. Quella fu l’occasione di inefficienza massima che si procurò critiche acerrime da quanti giovani, ed erano tanti, che non si bevvero di certo le vostre demagogiche, insulse, stupidaggini. Fossi in lei non citerei mai più quella circostanza indegna ed offensiva ai danni di giovani, carne che cresce, mentendo loro sapientemente radunati e sapendo bene di mentire. Se Lei ha figli, mi dispiace ma non dovrebbe avere mai il coraggio di guardarli diritto negli occhi.

Il fatto è che non conosce la dialettica politica, neanche la contrapposizione degli uomini e delle idee. Lei presume di essere qualcosa o qualcuno, di avere idee e proposte ma dal suo sacco esce solo muffa. Lei è il signor Nessuno. Studio certo ed ho imparato e molto altro ho ancora da imparare e senza invidiare quelli come Lei che sanno tutto e sono in possesso delle chiavi universali. So di non sapere tutto.

Il “piacere” dunque ce lo deve fare Lei perché soggetto senza proposizioni, consigliere costoso ed inservibile alla causa, impunito ed obbediente alla logica becera e sacrestana di un substrato politico oramai arcaico e nocivo.

Si tolga dai piedi, lo faccia per Sant’Antonio di Padova, per Sant’Ilario di Farfa, Sant’Ubaldo di Gubbio, San Crisostomo di Antiochia, San Donato di Fiesole, San Firmino di Uzes, Santa Teresa d’Avila, San Germano di Capua, Santa Elisabetta di Ungheria, Santo Oddone di Cluny, Santa Flora di Cordova, San Delfino di Bordeaux, San Lazzaro di Betania, San Siro di Pavia, San Gerardo di Brogne, San Renato di Sorrento, San Ernesto di Zwiefalten, San Goffredo di Amiens, San Martino di di Tours e per svariate schiere di Cherubini e Serafini. E se non deciderà in questo senso ci penseremo noi a mandarla a fare nei “bicchieri” perché di Lei e di quelli come Lei il mondo degli italiani all’estero ne ha piene le tasche ed anche il resto.

Pur vero che al suo cospetto sarei veramente colpevole senza appelli se mi misurassi come statura e peso, come rilevanza ed efficacia nelle azioni politiche e private. Sarebbe veramente imperdonabile da parte mia in quanto Lei è di categoria non comparabile alla mia. Colpevolmente mi macchierei di spavalderia e le procurerei facilmente dei danni irreparabili.

Sappia che sono pronto a controbattere ad ogni sua invettiva velenosa tirando volentieri si spada e di fioretto, abbattendola irrimediabilmente e senza appelli fosse solo per la reputazione che entra nelle stanza mezz’ora prima della mia persona come il naso di Cirano.

à tout à l’heure Antonio Razzi

On. Antonio Razzi
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