SCUOLA: Il Codice di Comportamento, le nuove fascistissime

Il Codice di comportamento dei dipendenti pubblici, articolo 11 cita: “salvo il diritto di esprimere valutazioni e diffondere informazioni a tutela dei diritti sindacali e dei cittadini, il dipendente si astiene da dichiarazioni pubbliche che vadano a detrimento dell’immagine dell’amministrazione. Il dipendente tiene informato il dirigente dell’ufficio dei propri rapporti con gli organi di stampa”. Il manuale di comportamento dei presidi regola tantissime “irregolarità” e comportamenti dubbi, con sanzioni pecuniarie… “Da un minimo di 150 ad un massimo di 350 euro per i dirigenti scolastici che dovessero prodursi in “alterchi negli ambienti di lavoro, anche con utenti o terzi” o che non rendessero “riconoscibile il proprio nominativo mediante l’uso di cartellini identificativi o di targhe poste sulle porte della stanza di lavoro”. Il Codice di comportamento stabilisce anche le sanzioni per furti, collusioni con insegnanti assenteisti ed apertura di procedimenti penali a carico dei dirigenti scolastici. Il ministro Gelmini, interviene in aiuto, con gli ispettori ministeriali, che devono controllare le scuole anche senza incarico da parte del direttore regionale, a campione, cioè a sorteggio. Forse pochi sanno che in questi ultimi quattro anni, durante ricorrenze, festività o anniversari di vario genere, bisognava fare attenzione a fare dei regali, perché questo gesto, si poteva fraintendere.
La pena, va da un minimo di tre giorni a un massimo di sei mesi con sospensione senza stipendio. Verrà applicata anche per «minacce, ingiurie gravi, calunnie o diffamazioni verso il pubblico, altri dirigenti o dipendenti, ovvero alterchi con vie di fatto negli ambienti di lavoro, anche con utenti». Sarà il direttore dell’ USR, a stabilire se le frasi dette, siano espressione di libertà di pensiero o ingiuria.
Sanzioni, multe e divieti sono messe nero su bianco nel Codice disciplinare per i dirigenti scolastici, è attivo da sabato 6 novembre 2010. Esprimere pubblicamente, ogni dissenso sui provvedimenti del ministro non è più permesso. Lesa maestà! Saremo tornati alle fascistissime?

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