L’EUROPA CONDIVISA

Menna: “il Trattato di Lisbona ha introdotto un nuovo ‘Sistema’ di interrelazioni tra i territori dell’Ue ed ha aperto la strada ad una evoluzione del gemellaggio: i comuni interagiscono anche a livello di tutela dei diritti’’.

Se finora il gemellaggio tra città è stato uno strumento di sensibilizzazione europeista e un metodo di scambio di buone prassi amministrative, da Lisbona in poi la semplice cooperazione tra enti locali di Paesi diversi ha la possibilità di trasformarsi un una progettualità di prassi comuni a lungo termine dove la condivisine di esperienze positive può dar vita alla messa in opera, sotto il profilo politico-amministrativo, di iniziative, a livello locale, che migliorino effettivamente la qualità della vita del cittadino, oggi tema centrale del nostro Forum.
Questo sostanziale cambiamento nella prospettiva dei futuri gemellaggi è possibile grazie al riconoscimento della ‘cittadinanza’ come soggetto giuridico sancita dal Trattato. La trasformazione dell’Unione europea in soggetto giuridico e il conseguente riconoscimento della cittadinanza a livello giuridico ha avviato un nuovo percorso politico e costituzionale che sta cambiando le modalità di interrelazione tra i territori dell’Unione coinvolgendo le relazioni trasversali tra le singole città. Tale riconoscimento è il punto centrale, la chiave di volta direi, che non solo sostiene il collegamento tra il cittadino e le istituzioni centrali dell’Unione, ma tiene insieme le diverse componenti di una comunità cittadina (economiche, politiche, civili), in forza della garanzia del diritto in modo più sistematico. Per questo alla parola ‘rete’ che ha descritto la natura dei rapporti che le città europee attraverso i gemellaggi in quest’ultimo decennio, affiancherei la parola ‘sistema’ che ridefinisce la natura delle relazioni di interscambio nell’era del dopo-Lisbona.
Questa nuova ‘sistematicità’ delle relazioni di fruttuoso interscambio a livello municipale, ma anche di macro regioni dell’Unione, è l’effetto di un grande cambiamento rispetto allo status quo ante: la prima novità conseguente all’entrata in vigore del Trattato di Lisbona è data dall’affermazione della sussistenza di un insieme ‘sistematico’ di norme che comprende tutta la strumentazione giudiziaria dell’Unione diventata appunto un soggetto giuridico a pieno titolo. Un passo sostanziale anche dal punto di vista della natura politica dell’Unione e delle sue realtà locali.
Come tutto questo cambierà il sistema delle relazioni reciproche e di scambio al livello locale tra le diverse città d’Europa? Innanzitutto ci troveremo presto di fronte ad un ampliamento della sfera delle relazioni e delle reciproche influenze tra città e culture: l’area Adriatico-Ionica e le città di questa macroregione sono delle antesignane: lo dimostrano i molti, importanti gemellaggi tra città e culture che si guardano attraverso il mare condividendo esperienze comuni e mettendo in gioco in nome dell’amicizia e dello scambio tra popoli gli obiettivi comuni. La stessa pratica del gemellaggio in questa macroregione ha avviato un processo di attenuazione delle differenze, talvolta radicali, tra il Nord e il Sud partendo spesso da esperienze che hanno coinvolto le scuole, ovvero le nuove generazioni con scambi di alunni tra diversi istituti con programmi di scambio anche linguistico oltre che di esperienze diverse.
L’impegno dell’Aiccre su questo fronte è costante e rappresenta di fatto l’organo propulsore, sul territorio, del gemellaggio come strumento di conoscenza reciproca e scambio a livello culturale, politico, economico, imprenditoriale. Gli amministratori della macroregione Adriatico-Ionica sanno bene quanto il gemellaggio rappresenti l’unica vera opportunità di contatto diretto e continuativo per territori lontani che in questo modo hanno la possibilità concreta di ampliare i propri orizzonti e venire a conoscenza di nuove prassi di gestione del territorio e dell’economia locale attraverso lo scambio reciproco di esperienze nei diversi campi. A partire dal turismo il cui sviluppo ha spinto diverse città che si affacciano sull’Adriatico e le loro vicine sulle sponde dello Ionio a condividere comuni obiettivi.
Tra le Regioni italiane che affacciano sull’Adriatico, il Veneto e l’Emilia Romagna risultano le Regioni con maggior numero di gemellaggi con la Croazia: infatti il Veneto conta 14 gemellaggi e due Patti di amicizia mentre l’Emilia Romagna ne conta 13 con 1 solo Patto di amicizia.
La Regione Friuli Venezia Giulia ha siglato, secondo informazioni dell’AICCRE, 5 gemellaggi con la Croazia, mentre il Molise ne ha stipulato uno fra il Comune di San Felice del Molise e il Comune croato di Omis in quanto il Comune italiano ha origini croate ed ha una minoranza linguistica. E’ emerso inoltre, dall’incontro con l’Ambasciata di Croazia in Italia, che sono pervenute a loro altre nuove richieste di gemellaggio tra Comuni molisani e croati proprio per questa motivazione.
Esiste anche un gemellaggio fra il Comune abruzzese di Roseto degli Abruzzi con Makarska in Croazia.
L’intento dell’AICCRE in collaborazione con l’Ambasciata di Croazia in Italia e con l’Associazione dei Comuni croati con sede a Zagabria è proprio quello di promuovere nuovi gemellaggi fra Italia e Croazia e organizzare eventi che possano sviluppare gli incontri fra i cittadini, considerando anche che dal 2007 la Croazia è stata ammessa al programma “Europa per i cittadini” (programma pluriennale valido dal 2007 al 2013) dopo aver firmato un accordo con la Commissione europea per accedere ai finanziamenti per attività di gemellaggio.
Sottolineiamo, inoltre, i vantaggi che possono facilitare i gemellaggi e quindi promuovere la cittadinanza attiva con la Croazia: la vicinanza con l’Italia e la lingua: molte persone in Croazia, soprattutto nei Comuni della costa, conoscono e parlano la lingua italiana.
Comunichiamo, per informazione, che nella banca dati dell’AICCRE risultano ad oggi 60 gemellaggi attivi fra Italia e Croazia.
I gemellaggi più recenti realizzati fra Italia e Croazia sono stati:
COMUNE DI PIGLIO (provincia di Frosinone) con il Comune croato di PRIMOSTEN realizzato nel 2009
COMUNE DI CARBONIA (provincia di Carbonia Iglesias) con i Comuni croati di ARSIA E ALBONA realizzati nel 2009
COMUNE DI COMACCHIO (provincia di Ferrara) con il Comune croato di CRES realizzato nel 2008
Per il 2011 si prevede un gemellaggio fra il Comune marchigiano di Sant’Elpidio a Mare e il Comune croato di Trogir.
A livello europeo, l’Ungheria è lo Stato con maggior numero di gemellaggi con la Croazia (circa 70), seguita dall’Italia (circa 60) e dalla Slovenia (con circa 40 gemellaggi). Dati forniti dall’Associazione dei Comuni della Croazia.
La discriminante tra passato e presente costituita dal dopo Lisbona non cambia la prassi consolidata del gemellaggio, ma la sua natura, i suoi scopi: adesso c’è in gioco un’altra essenziale componente di natura giuridica che mette le amministrazioni locali dell’Unione in condizione di far valere i propri diritti anche rispetto alla Corte costituzionale che resta di fatto il meccanismo giudiziario centrale. Su questo punto si attua un altro ruolo importante che verrà giocato dalle singole municipalità e dalle loro relazioni. Questa componente include una dimensione di tutela dei diritti umani e amplia di fatto la sfera delle attività, dello sviluppo e del progresso (non solo tecnologico-industriale). Le città e gli enti locali interagiscono anche a livello di valori, di tutela dei diritti in una visione costruttiva e condivisa di miglioramento della condizione sociale e di vita della cittadinanza. Diciamolo: c’è una responsabilizzazione in più; un’indicazione del Trattato che porta alla costruzione di realtà e rapporti trasversali tra territori meno episodici e più duraturi ed improntati all’adozione sul singolo territorio dei principi base dei diritto di cittadinanza.
Questo vale anche sul fronte dell’ampliamento dei confini geografici dell’Unione. Se nel nostro futuro immediato si affacciano all’orizzonte Croazia, Turchia, Serbia, Montenegro, è anche grazie a quanto si è fatto in un contesto di coinvolgimento e democratizzazione di culture a noi vicine attraverso strumenti di comunicazione e di diplomazia a livello capillare sul territorio rispetto ai quali il gemellaggio tra città costituisce un ruolo fondante.
A tale proposito, vorrei rappresentarvi anche un lavoro che le Federazioni regionali dell’AICCRE dell’Adriatico, che rappresento, hanno attivato, in Italia, da un anno. Una evoluzione del nostro tradizionale impegno per i gemellaggi e cooperazione territoriale.
Esse, con il supporto e l’incoraggiamento della Segreteria generale dell’AICCRE, si sono poste l’obiettivo di attuare tra i poteri locali, nostri soci, un dibattito sulle prospettive e le opportunità che la cooperazione territoriale può consentire, a partire dalle possibilità offerte dallo strumento dei GECT.
La prospettiva della Macroregione Adriatica è divenuta uno dei terreni di lavoro più innovativi della nostra Associazione. E non a caso, abbiamo voluto coinvolgere il CCRE (e qui ringrazio per la sua sensibilità il nostro Segretario Generale, Frédéric Vallier) in questo disegno.
A Spalato, la presenza significativa delle Federazioni AICCRE delle Marche, Abruzzo e Puglia sta a significare l’importanza che stiamo dando a questo progetto.
Con questo incontro, infatti, pensiamo che si possano saldare quelle relazioni, anche istituzionali, tra Comuni e le loro associazioni, capaci di confortare e sostenere il nostro impegno ed attenzione nell’area e per l’area adriatica.
La nostra sfida alla frammentazione e alla dispersione delle potenzialità, anche economiche, di una macroregione così ricca e significativa come l’Adriatico-Ionica consiste nel mantenere una ‘rete’ delle città che sia forte, sana, funzionante, propositiva e carica di significato e valori, anche storici, come il fatto che oggi Spalato e la Croazia siano il centro propulsore di una nuova Europa delle municipalità, un luogo ‘politico’ dove le città italiane e quelle croate costruiscono insieme un solido asse di collaborazione e scambi a livello di cittadinanza.
Per questo parlo di ulteriori garanzie e di una ‘sistematicità’ delle relazioni tra enti locali e città dell’Adriatico-Ionio che troveranno un futuro immediato un nuovo imput grazie al Trattato.
Costruire un sistema dipende però in gran parte anche dalle singole realtà locali. Paradossalmente il timore che Lisbona potesse minare le autonomie locali si sta rivelando, giorno dopo giorno, sempre più infondato. Gli enti locali sono investiti dal Trattato di una grande autonomia e responsabilità, infatti quando si affrontano temi quali la politica di coesione, la crescita economica, lo sviluppo sostenibile, i finanziamenti strutturali fino alle norme in tema ambientale, il coinvolgimento e il contributo delle autorità locali e regionali diventano requisiti fondamentali per la realizzazione di tali obiettivi di natura politico-economica, per questo l’entrata in vigore del Trattato ha valorizzato le qualità che ogni regione e ogni città esercitano nel sistema politico europeo. Per noi, che siamo direttamente coinvolti nella crescita del Forum delle città Adriatico-Ioniche, questo è molto importante e ci spinge a cooperare in modo sempre più intenso ed organico perché in questa fase il ruolo dell’organo che ci rappresenta a Bruxelles, ossia il Comitato delle Regioni, è di fatto potenziato, e con esso il ruolo delle città che hanno più strumenti per operare e cooperare. Attenzione: non vorrei comunicare l’idea che a livello cittadino si lavori per la realizzazione di obiettivi a breve termine e legati esclusivamente al territorio locale: la città assume il ruolo di nucleo centrale propulsore della costruzione di un’Unione dal basso che mette al centro il cittadino, il suo diritto, il suo benessere, il suo sviluppo, le sue garanzie.
Il pieno riconoscimento della cittadinanza europea nel Trattato è quindi un enorme vantaggio del quale tener conto quando si abbiano a cuore la crescita economica, lo sviluppo culturale, il progresso civile, la tutela dei diritti umani e, non ultimi, i rapporti di buon vicinato e la conoscenza reciproca. Come sapete il bagaglio di gemellaggi e la rete di interrelazioni tra città ed enti locali che hanno nell’Aiccre un punto di propulsione, direzione e sostegno sono innumerevoli e su questa strada continueremo ad andare avanti decisi e motivati. Il rafforzamento della coesione territoriale, soprattutto a livello delle singole città, è la chiave di volta della futura politica regionale a livello unitario, ma sono qui per ricordarvi che è a livello della cittadinanza (riconosciuta dal Trattato come base giuridica fondamentale) che il motore dello sviluppo dei territori funziona in modo capillare. Il gemellaggio funziona nella misura in cui coinvolge la cittadinanza su obiettivi comuni o nella misura in cui pone a livello locale le sfide in cui i cittadini si riconoscono e che ritengono utili e significative. Questo è il senso ultimo del riconoscimento della dimensione territoriale dell’Ue attuato da Lisbona: nell’Articolo 3 per la prima volta nella sua storia, l’Unione europea riconosce esplicitamente la coesione territoriale, oltre a quella economica e sociale, quale obiettivo fondamentale da perseguire. Tale esplicito riconoscimento è volto ad accrescere la dimensione territoriale dell’Unione, dove la parola ‘accrescere’ non va letta con riferimento all’allargamento, ma come riconoscimento del pieno diritto all’autonomia regionale e locale.
Come vedete, il ruolo delle città è fondamentale per la costruzione dell’Europa del dopo Lisbona. Si tratta non solo di un ruolo attivo di contatto, coesione ed interscambio sul territorio, ma anche di un ruolo politico attivo in cui la garanzia del diritto assume un peso centrale. Ci sono quindi tutte le premesse perché il respiro ideale che ci spinge verso una maggiore coesione da realizzare attraverso l’azione della delle reti cittadine sia in perfetta conciliazione con il diritto all’autodeterminazione ed all’autonomia. Su queste premesse si può realizzare quel ‘federalismo solidale’ che salva l’Unione dalla tentazione dell’estremismo e della divisione.
INTERVENTO DEL SEGRETARIO GENERALE DELL’AICCRE VINCENZO MENNA.
TITOLO: “ QUALE RUOLO PER LE CITTÀ E LE LORO RETI NELL’EUROPA DEL DOPO-LISBONA LE NUOVE PROSPETTIVE DI GEMELLAGGIO”, SOSTENUTO NEL CORSO DEL FORUM DELLE CITTA’ DELL’ADRIATICO E DELLO IONIO (Spalato 21 e 22 ottobre)

http://www.aiccre.it/?sez=1&tipo=articolo&id=776

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