Ipotesi di fusione Cai — Air France

La responsabile per i Trasporti dell’Italia dei Diritti : “È stata fatta una trattativa truffa, in cui a pagare sono stati i dipendenti di un’azienda che è stata accompagnata al fallimento”

Roma, 4 novembre 2010 – “Sabelli ha fatto una dichiarazione che mette in luce quelle che sono sempre state le intenzioni del Governo riguardo la compagnia aerea di bandiera. È stata fatta una finta trattativa, una trattativa- truffa, in cui a pagare sono stati i dipendenti di un’azienda che è stata accompagnata al fallimento e tutti gli italiani che per molto tempo dovranno continuare a saldare i debiti di Alitalia che sono stati spalmati su tutti i cittadini”.

Sentita e comprensibilmente dura la replica di Maruska Piredda, responsabile per i Trasporti dell’Italia dei Diritti alle parole di Rocco Sabelli, amministratore di Cai-Alitalia. L’a.d. svelando, sostanzialmente, un accordo tra Italia e Francia, ha infatti auspicato e suggerito tra le righe agli azionisti, i quali dal 2013, saranno liberi di vendere le loro quote, la fusione con Air France.

La Cai viene così relegata al ruolo di compagnia di passaggio, contrariamente ai proclami e alle promesse fatte durante la dolorosa trattativa del 2008.

“Ci ricordiamo – prosegue la Piredda – che il presidente del Consiglio durante la sua campagna elettorale aveva sponsorizzato e voluto fortemente la vendita di Alitalia ad un gruppo di imprenditori-amici principalmente per una motivazione politica, asseriamo noi oggi, non certo per un tornaconto economico della compagnia stessa e soprattutto del paese Italia. La compagnia – prosegue l’esponente del movimento presieduto da Antonello de Pierro – è stata praticamente regalata alla Cai, è stata svenduta, a questi signori è stato fatto poi un prestito- ponte di 300 milioni di euro e benché certa stampa si preoccupasse di avallare le tesi del premier, a mio parere perché si era in campagna elettorale, i dipendenti gridavano a gran voce il fatto che questo fosse un passaggio di mano temporaneo, messo in atto per garantire una più certa vittoria alle elezioni a discapito del lavoro di centinaia di persone che ad oggi sono ancora in cassa integrazione, di dipendenti che erano precari da 10 anni che non sono stati più richiamati, dell’azzeramento dei diritti dei lavoratori e dell’epurazione da parte dell’azienda di tutti coloro che avevano manifestato contro la cordata, di quanti avevano fatto parte dei sindacati che non avevano firmato l’accordo con la compagnia”.

Una speculazione sulla pelle dei lavoratori e dei cittadini, uno sviluppo prevedibile di una vicenda annosa che attualmente non pare trovare il giusto spazio nelle cronache mediatiche.

“Air France – conclude la responsabile dell’Italia dei Diritti – avrebbe ridotto perdite del personale di circa la metà e si sarebbe accollata anche i debiti della compagnia stessa, la quale invece è stata furbescamente divisa in full company, regalata agli imprenditori della cordata Cai e – chiosa la Piredda – in bad company, ossia la parte comprendente tutti i debiti della compagnia, che è stata donata a tutti gli italiani”.

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