Bruno Ago: l’armonia delle forme

E’ tutto da scoprire il talento di Bruno Ago, artista albanese poco noto in Italia, ma dalle grandi potenzialità tecniche e concettuali. Scultore di formazione, la poliedrica curiosità e talento, lo portano dopo il diploma accademico, ad ampliare la sua formazione nella fotografia, la pittura ed il restauro, nell’impegnativo intervento presso il Museo Nazionale Onofri, situato negli ambienti della Cattedrale di Santa Maria nel quartiere medioevale di Berat, dove sono custoditi oggetti iconografici e religiosi, opere di Onofri, uno dei più grandi pittori albanesi del XVI secolo.Vince inoltre, il premio Edward Lear per la pittura.

Fonda il suo lavoro sulla ricerca del principio unitario dell’arte, partendo da un’iconografia classica, fino all’astrattismo. Crea, dona corpo alle idee percettive, nel tentativo di farle vivere una forma trascendente. La sua opera potrebbe essere intesa come “pura arte”, coincidente con la “pura formalità”. Ma affermare ciò, non è del tutto esatto, egli tenta di concretizzare una “presenza contenutistica”, ovvero un insieme di significati estetici, formali e psichici, altamente comunicativi. Nella sua ricerca di bello, si avvicina al pensiero platonico e quello di Plotino.

Infatti per l’artista il Bello, non ha un’accezione negativa di pura esteriore eccedenza estetica, ma è vista come categoria capace di acquisire valore, riqualificando l’armonia esteriore, ristabilendo gli equilibri interiori ed intrinseci. Il bello quindi, non ridotto ad una categoria di mero contenitore, ma con la capacità d’incrementarsi nel significato e significante.

Non c'è dubbio che il punto di partenza per ogni artista consista nel guardare le forme esterne, studiandole attraverso l’applicazione delle tecniche necessarie, però quello di Ago è una forma d’arte prodotta da una sorta di “genio” , partendo da forme preesistenti, creandone delle nuove seguendo delle regole proprie. Ogni sua opera, possiede un suo sistema di regole con il quale compone e comunica. Un passaggio dell’esperienza alla mente estetica, cioè l’ aisthesis che diventa esperienza “mentalmente” significativa.

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