Trattato dei diritti
(Risalat al-Huquq)
Introduzione di William C. Chittick
con testo arabo
Pagine: 64
Formato: 15×20
ISBN: 978-88-902966-9-7
Prezzo: 10 euro
Sebbene nel presente contesto la migliore traduzione del termine haqq sia diritto, esso ha diversi significati strettamente affini da tenere a mente, come idoneità, giustizia, verità, realtà, correttezza, necessità, incombenza, obbligo, dovere e obbedienza. Uno sguardo al Trattato dei diritti mostrerà velocemente che la parola diritti si poteva meglio tradurre come doveri, obblighi o responsabilità, poiché il trattato non riguarda direttamente i diritti dell’individuo, ma piuttosto i diritti degli altri che l’individuo deve osservare. Tuttavia penso sia importante mantenere il termine diritti, anche solo per evidenziare che nel considerare i diritti umani principalmente in termini di responsabilità, l’Islam diverge profondamente dalla maggior parte delle concezioni tipiche dell’Occidente moderno, e vanta invece profonde affinità con altre tradizioni religiose d’Oriente e d’Occidente.
Dall’Introduzione di William C. Chittick
L’Imam Alì ibn al-Husayn (m. 95 a.H./717 d.C.), quarto Imam sciita, detto Zayn al-Abidin (l’ornamento di chi adora) e as-Sajjad (colui che si prostra a lungo), era figlio dell’Imam al-Husayn, nipote del Profeta Muhammad, e della principessa Shahrbanu, figlia di Yazdegerd III (m. 651 d.C.), imperatore dell’Iran. Sopravvissuto alla battaglia di Karbala, fu fatto prigioniero dal califfo omayyade Yazid. Dopo numerose vicissitudini, giunto a Medina si ritirò completamente dalla vita pubblica, dedicandosi in modo esclusivo alla venerazione di Dio, alla gnosi, alla scienza e all’insegnamento spirituale, e intrattenendo rapporti solo con una ristretta cerchia dell’èlite sciita, che si occupò della diffusione delle conoscenze esoteriche ed essoteriche da lui ricevute. Tra le sue opere ricordiamo il Sahifa al-Sajjadiyya, una raccolta di invocazioni ricche di profondi concetti gnostici e metafisici. Secondo alcune tradizioni, morì avvelenato su ordine del califfo Hisham ibn Abd al-Malik (m. 743).
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