Scuola, insegnanti, impiegati, lavoratori ed …. “Il neorealismo contemporaneo di Umberto D.”

“Umberto D”. è uno dei film meglio riusciti del geniale Vittorio De Sica, regista , ma prima di tutto uomo di grande fascino, carisma ed intelligenza, che molti rimpiangono. Il protagonista è un toccante pensionato ministeriale, che vive in una camera d'affitto, in compagnia del suo unico amico Flik, un piccolo cane meticcio, caratterizzato da una grande sensibilità e spiccata intelligenza. Il personaggio si ritrova solo, come spesso avviene a chi cade in disgrazia, con le sue difficoltà economiche. Umberto Domenico Ferrari è un uomo schivo con una grande dignità, che viene ferita, lacerata dalla crudeltà di chi lo circonda. Sempre più isolato, si chiude in se stesso, con una profonda disperazione per l'impossibilità di far fronte alle spese quotidiane.

Arriva al punto di farsi ricoverare in ospedale per avere un letto ed un pasto caldo, successivamente, lo sfratto di casa, lo getterà in una angoscia assoluta. Decide di suicidarsi, gettandosi sotto un treno con il suo cane, ma Flik si divincola e scappa, Umberto lo insegue e lo ritroverà, accanto a sé come unico compagno di sventura. Questa pellicola fa parte del neorealismo, nato in Italia tra l'inizio degli anni quaranta e la metà degli anni cinquanta, che s’impegnò a dar voce al popolo, quello vero, delle periferie, che lotta per la sopravvivenza, dovendo mettere da parte spesse volte la dignità ed anche la coscienza.

La pellicola non riscosse grande successo – in compenso ebbe notevoli riconoscimenti in Francia- e non fu bene accolta dalla critica di allora, perché si disse che facesse una brutta pubblicità degli italiani e del Paese che si stava rimettendo in piedi dalla guerra. Questo passaggio forse ricorderà alcune passate affermazioni del nostro presidente del Consiglio, quando diceva che i giornalisti dovevano smetterla di parlare di camorra, mafia e dell’economia corrotta, altrimenti gli stranieri potevano farsi un’idea sbagliata di noi. Magari, fosse così facile eliminare un problema con il solo silenzio.!!

Fare gli struzzi non ha mai portato giovamento a nessuno, alcune volte è meglio guardare in faccia la realtà, per quanto nuda e cruda possa essere, per trovare la soluzione dei problemi iniziando a fare un’analisi critica verso noi stessi nei confronti del prossimo. In queste affermazioni non c’è nulla di evangelico, ma la volontà di ritrovare quel lato “Umano”, cioè dotato di coscienza, che dovrebbe contraddistinguere il genere a cui apparteniamo, perché l’impressione è che sia andato perso totalmente. Anche Mefistofele del Faust di Goethe, nella situazione attuale, scapperebbe, perché sono finite le anime da vendere e comprare. Siamo solo noi, poveri diavoli!

Forse sarebbe meglio, attraverso le perle di qualsiasi forma d’arte, andare a riconquistare e nutrire quell’anima smarrita o venduta ed iniziare a colmarla di nuovi e veri valori, come la comprensione, ma non il giudizio, la solidarietà, la stima ed il rispetto. Non bisogna nemmeno cadere nella tentazione di delegare la soluzione delle miserie umane ad una entità astratta come potrebbe essere Dio. Tutto quello che accade è frutto solo delle nostre azioni, nel bene e nel male. E’ puerile e troppo facile, immaginare e credere che una forza esterna alla nostra coscienza, ci induca a compiere delle azione. Feuerbach sosteneva che l’idea di Dio fosse stata creata dagli uomini, che gli avevano attribuito i propri pregi, mentre alle persone non rimanevano che i difetti ed i limiti. Visto il periodo allucinante che stiamo attraversando, dovremmo riprenderci quella nostra divinità persa che ci spetta e metterla al servizio della comunità, per il bene di tutti.

Nell’ultima dichiarazione del ministro Brunetta, nei prossimi tre anni non ci saranno nuove assunzioni nell’amministrazione pubblica. Esse si andranno ad aggiungere ai tagli della scuola, ai licenziamenti nei vari settori pubblici e privati e dell’industria, degli ultimi due anni. Questo porterà un ulteriore aumento della povertà, arrivata già a percentuali elevate e molti si domandano con quali risorse economiche e psicologiche, si riuscirà a risollevare le sorti dell’Italia, perché la paura che dilaga è che saranno in molti a tenere compagnia ad Umberto D.

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