LA SCUOLA PERDE I PEZZI E I DISABILI LA LORO DIGNITA’

Autore Mario De Luca

Si Infiamma la polemica per le dichiarazioni del presidente della Provincia di Udine, nonché esponente leghista, Pietro Fontanini sulla necessità di rintrodurre le classi differenziate per gli alunni disabili perché, a suo dire, “rallentano il percorso scolastico degli altri alunni”. Tra prese di distanza e contestazioni, anche dalla sua stessa parte politica, ciò che maggiormente preoccupa è il subdolo insidiarsi di un pensiero pericoloso che vorrebbe emarginare i disabili dalla vita sociale limitandone l’integrazione.

Quello che va delineandosi è un inquietante scenario sulle problematiche dell’handicap perché quanto affermato dal Presidente della provincia di Udine fa eco alle dichiarazioni che non molto tempo fa ha fatto un professore del conservatorio di Milano, che sosteneva il ritorno alla Rupe Tarpea. Dichiarazioni inquietanti e discriminatorie che devono far riflettere sull’andamento civile e morale di questo Paese.

Anche se non si volesse dar peso a dichiarazioni di questo tipo, dette e poi smentite dal solito “sono stato frainteso”, non possiamo non vedere qual è la realtà di migliaia di famiglie, mamme e familiari di persone disabili che si trovano a vivere e a lottare per la salvaguardia dei propri diritti. A Roma, ad esempio, è iniziata la protesta nelle scuole perché, a causa dei tagli decisi dal Governo Berlusconi, anno dopo anno diminuiscono gli insegnanti di sostegno per gli alunni con handicap.

In sostanza quelle affermazioni smascherano l’idea di istruzione e integrazione scolastica che la destra sta introducendo: non bisogna per forza cambiare le leggi per avere gli effetti desiderati, a volte basta svuotare le leggi esistenti del loro contenuto, come sta accadendo nella scuola pubblica con la scusa dei tagli nell’istruzione. Quello che si sta portando avanti da molto tempo è quanto di più vile si possa fare, più degli attacchi all’indennità d’accompagnamento, più dell’affondo sulle pensioni d’invalidità, più ancora della mancanza di fondi per le politiche sociali; perché non investire sull’integrazione e l’assistenza scolastica significa tarpare le ali a bambini e ragazzi, al loro futuro e alla loro dignità, condannandoli per sempre ad essere dei cittadini di serie B.

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