Quando la televisione era cultura… Riuscito doppio incontro con il regista-autore Sergio Colabona

Una volta fare
televisione era
fabbricare cultura
ed istruire, informare
e intrattenere,
oggi è figlia di auditel
e di pubblicità

Si è concluso il doppio appuntamento con Sergio Colabona, regista televisivo (tra le sue trasmissioni ricordiamo l’attuale edizione del Grande Fratello) e autore del testo “Fine Trasmissioni”, uno spaccato del bello ma soprattutto del brutto della televisione italiana.
Organizzato dall’associazione culturale “Il Serraglio” con addetto stampa Ivano Stelluto, il doppio incontro con Colabona si è tenuto la sera di venerdì 22 ottobre presso il Teatro Comunale di Massafra alla presenza dell’autore e di Giuseppe Mazzarino, giornalista della Gazzetta del Mezzogiorno, e la mattina di sabato 23 ottobre presso l’auditorium dell’Istituto Tecnico Agrario Mondelli (con l’autore era presente Pierpaolo D’Auria, vicedirettore del Corriere del Giorno).
Grande soddisfazione è stata espressa da parte del dirigente scolastico del Mondelli per il coinvolgimento dell’istituto a una tematica così importante quale quella del sistema televisivo.
L’appuntamento massafrese con Sergio Colabona ha rappresentato l’occasione per una attenta e partecipata riflessione attorno ai meccanismi della televisione.
Se da una parte si è convenuto che spesso assistiamo a un prodotto tecnicamente ineccepibile ma povero di contenuti, dall’altra si è sottolineato come oggi conti il saper comunicare e non il saper fare qualcosa.
Giuseppe Mazzarino ha ricordato i fasti di un tempo, quando fare televisione era fabbricare cultura ed istruire, informare, intrattenere erano le missioni della Rai, mentre oggi essa è figlia di auditel e di pubblicità. “La televisione è dunque il male in sé?” come diceva Popper?
Colabona si è soffermato sul caso Sarah Scazzi e, pungolato da Pierpaolo D’Auria “saresti riuscito a fare un reality come quello di Avetrana?” ha evidenziato come nel paese ai margini della provincia di Taranto ci sia “una insopportabile speculazione e una assurda manipolazione mediatica di una tragedia, la realtà ha superato il reality e viviamo minuto per minuto la diretta in attesa del colpo di scena”. Ma una buona televisione c’è secondo Colabona ed è, ad esempio, quella di Report.
L’auspicio è che oltre alla qualità “ci siano tante voci discordanti nel panorama televisivo e che Fazio e Saviano vadano in onda”.
Molto attenti gli studenti del Mondelli che hanno contribuito stimolando Sergio Colabona con alcune domande. Un invito ai giovani è venuto dal regista a non abbandonare la ricerca di idee nuove “chi pensa di avere una proposta originale per fare televisione vada a Strasburgo all’ufficio brevetti e la depositi, perché anche se è difficile cambiare il mondo della tv è importante crederci e volere con forza ciò che si desidera”.
Ampia soddisfazione è stata espressa da Michele Oliva, presidente dell’associazione “Il Serraglio”: “Devo ringraziare il Teatro Le Forche e l’Istituto Agrario Mondelli per la disponibilità mostrata. Inoltre siamo molto grati al pubblico e agli studenti per aver contribuito agli appuntamenti con le proprie domande. Vuol dire che il dibattito attorno alla televisione non è lontano dal nostro sentire ed è importante sottolinearlo in un momento difficile come l’attuale, quando si dibatte sul ruolo dei media anche attorno a vicende tristi e delicate. L’obiettivo che ci siamo proposti è quello di coinvolgere la comunità su temi vicini e la realtà ci dice che piano piano ci stiamo riuscendo”.

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