Mondadori-Telecom, altro conflitto di interessi

Dello scandalo della Telecom e dei suoi dossieraggi abbiamo già parlato in passato.
Adesso siamo davanti ad un altro grande tentativo di stravolgere le regole della libera competizione in Italia: l'ex monopolista delle telecomunicazioni italiane ha siglato un accordo con la casa editrice della famiglia Berlusconi per la distribuzione attraverso Biblet (una delle principali piattaforme di vendita di libri elettronici) di un catalogo di libri messo a disposizione del gruppo Mondadori.
L'accordo prevede che già da oggi sarà possibile acquistare con biblet store i libri digitali da PC con carta di credito. Ma “a breve – come si legge pomposamente sul sito Telecom – saranno lanciati gli ebook reader TIM con i quali si potrà accedere in modo semplice e diretto, con la connettività 3G alla libreria digitale: la navigazione sarà gratuita e il cliente pagherà soltanto il prezzo dei libri che acquista. In questo caso il pagamento potrà avvenire con carta di credito o utilizzando il credito della SIM card.“
Qui si parla di un possibile mercato di 3 milioni di euro che, alla solita maniera italiana, rischiano di diventare appannaggio di un accordo chiuso tra il gigante delle telecomunicazioni con il gruppo editoriale del Presidente del Consiglio. Perchè anche se Bernabè si è affrettato a dichiarare che “Telecom è pronta a siglare accordi con altri editori” la verità è che nel frattempo la casa editrice di Segrate godrà di una posizione di privilegio nei confronti degli altri editori. Anche un bambino capirebbe che comprare un e-book Mondadori semplicemente con il credito della SIM (senza intermediazioni delle carte di credito) è un vantaggio enorme, anzi un abuso di posizione dominante della casa editrice del premier.
Niente di nuovo sotto il sole: la stessa strategia che Berlusconi ha messo in atto in tutti i settori nei quali è intervenuto come imprenditore, da quello televisivo, a quello assicurativo fino – appunto – a quello editoriale. Altro che liberale, lui si comporta sempre come monopolista assoluto. Lui la concorrenza non sa neanche cosa sia, perchè la elimina in partenza. E tutto questo accade anche ora che come presidente del Consiglio si dovrebbe astenere dall'intervenire in questioni che riguardano il suo impero economico.
Chissà cosa avrà promesso il suo ex sodale – e ora ministro dello sviluppo economico – Paolo Romani alla Telecom, in cambio di questo accordo privilegiato.
E gli autori Mondadori, che dicono? La cosa paradossale è che mentre la Rete dovrebbe permettere di eliminare le intermediazioni, consentendo agli autori di abbattere tutti i filtri e instaurando un rapporto informale e più proficuo con i loro lettori tramite Twitter, Facebook e tutti i social network e i blog, questi debbano ancora mettersi nelle mani del colosso editoriale di Segrate, versando gran parte dei loro guadagni nelle tasche della famiglia Berlusconi.
Ecco perchè invito gli autori Mondadori a ribellarsi a questa ennesima dimostrazione del conflitto di interessi di Berlusconi, impedendo alla casa editrice del premier di inserire i loro titoli nel catalogo privilegiato Telecom e decidendo di rivolgersi per le loro edizioni alle case editrici rimaste fuori dall'accordo Mondadori-Telecom.
Quanto a Romani – che in passato è stato il braccio armato di Mediaset nelle istituzioni – direi da oggi di nominarlo Ministro dello Sviluppo Economico Unilaterale, poiché si occupa solo dell'espansione dell'impero del capo.

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