“Fuori i partiti dalla RAI. Basta pagare il canone”

di Piercamillo Falasca

Sapete che la Rai è un’azienda patrimonialmente sanissima? Non un euro di debito. E la cosa è strana, se si pensa che il debito è la principale fonte di finanziamento per le aziende che vogliono crescere, investire, innovarsi. Ma la tv pubblica italiana è cosa diversa, si chiama azienda ma opera in un non-mercato, dalla pubblicità ricava ciò che può (di più non potrebbe, stante il tetto normativo) e non quanto la sua quota del mercato televisivo le permetterebbe.

Il resto – si sa – lo prende dal canone, cioè da una tassa su tutti quanti abbiano in casa un apparecchio televisivo.
Il Gruppo Fli – grazie a un meticoloso lavoro realizzato da Libertiamo – presenterà una proposta di legge grazie alla quale si può procedere davvero a quella privatizzazione della tv pubblica che la legge Gasparri prometteva. O meglio, ‘evocava’.

Inutile negare che la proposta di privatizzazione della Rai, che Gianfranco Fini ha rilanciato ai microfoni di Annozero, è ben più che una misura di ristrutturazione aziendale. Se non bastasse la pluridecennale storia di occupazione politica manu militari (da parte di quasi tutti, beninteso, radicali esclusi) della tv pubblica a convincere della bontà della proposta, le vicende degli ultimi mesi sono lì a testimoniare quanti danni possa arrecare al sistema dell’informazione e al pluralismo delle idee e delle posizioni politiche un moloch partitocratico ormai tanto ‘inquinato’.

Nessuno di noi – e certo non Gianfranco Fini – pensa con questa proposta di decretare la fine del ‘servizio pubblico’, anzi. Il significato di questo concetto è ormai molto diverso da quello che aveva un tempo (fa più servizio pubblico Skytg24, GoogleNews e Youtube che il Tg1 o il Tg3). La nostra proposta, allora, punta ad affidare con gara pubblica il servizio, oggi concesso – con molti sprechi e pochi vantaggi per il cittadino – alla TV di Stato. A quel punto, si potrebbero investire importanti risorse pubbliche nella qualità di questo vero servizio pubblico: sarebbero minori, ma molto più utili, della vagonata di soldi che oggi mandano avanti il carrozzone di Viale Mazzini.
Si potrebbe avere insomma un ottimo servizio pubblico.

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