PIEMONTE, BENE PER COTA…MA ADESSO CHI PAGA?

Il Consiglio di Stato ha accolto il ricorso del presidente Cota ed ha bloccato le iniziative del TAR, di fatto confermandolo presidente del Piemonte e rispettando il voto della gente. I miei lettori che hanno seguito la vicenda sanno come questa scelta del TAR fosse peraltro insostenibile e che comunque – con un mino di buonsenso – sarebbe stato utile non procedere ai riconteggi delle schede almeno fino alla sentenza di martedì scorso, anche per risparmiare un sacco di soldi.

Invece i giudici amministrativi torinesi non hanno concesso alcun rinvio e da un mese camion su camion di schede hanno girato e girano (inutilmente) per tutto il Piemonte – debitamente scortati da decine di uomini delle forze dell’ordine, da e per i magazzini dei capoluoghi di provincia, presidiati poi notte e giorno. Un costo enorme, stupido, inutile.

..E adesso chi paga? Ripeto: non entro nel merito dei ricorsi (ho spiegato perché le cose fossero già ovvie, ma sarei tacciato di partigianeria) quanto nel fatto che se dei giudici TESTARDAMENTE vogliono comunque far fare un inutile controllo e PRETENDONO inutili movimenti di carte, giudici, ricorrenti, avvocati, responsabili di lista e il tutto PER NULLA, quando poi vengono sconfessati platealmente dai loro stessi “superiori” perché non devono essere corresponsabili personalmente delle spese inutili che hanno voluto far pagare a tutti i cittadini? Solo il comune di Verbania – tanto per dare un’idea – ha speso quasi 3.000 euro soltanto per fare trasportare inutilmente i propri plichi elettorali. Se poi i giudici non volessero pagare (e dubito molto) qualcuno non pensa di far pagare il disturbo alla “zarina” Mercedes Bresso, quella che da buona “democratica” non si era voluta rassegnare al voto degli elettori?

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