Azioni per il contrasto alla povertà  e per l’inclusione sociale

di Maria Teresa Baione*

La diffusione della povertà nelle Regioni meridionali è stata nel 2009 pari al 43% delle famiglie residenti e, se si applica questo parametro alla Campania, se ne deduce che circa 900.000 famiglie sono povere, cioè vivono sotto la soglia di povertà. L’esposizione alla povertà delle famiglie campane è mediamente più alta di quella che si può stimare per le famiglie italiane ed anche per quelle del Mezzogiorno,vista la presenza di una composizione media del nucleo familiare più elevata e la concentrazione della popolazione nelle grandi aree urbane e sub-urbane. E preoccupa ancora di più non solo per la cronica assenza di opportunità occupazionali e per l’affermarsi di lavori sempre più precari, ma anche per le forme di disagio con cui la povertà si manifesta dentro e fuori i nuclei familiari, in termini di rischi sociali molto forti che rappresentano un costo per la comunità locale e mancate opportunità per individui che appartengono già a fasce deboli (donne, minori etc.):

* crescita della dispersione scolastica

* bassissima scolarizzazione dei giovani e dei giovanissimi

*devianza minorile correlata alla dispersione scolastica

*aumento dei casi di maltrattamento e abuso

*aumento dei casi di dipendenze

*carenti cure nei confronti dei soggetti anziani ,disabili e non autosufficienti

La risposta che la Legge-Quadro di riforma del Welfare locale intendeva offrire, suggerisce una strategia molto articolata che va ben oltre l’erogazione di sussidi economici e l’organizzazione di una rete di assistenza economica svincolata dalla rete dei servizi.

La lotta alla povertà e all’esclusione è un obiettivo di priorità sociale che non può essere realizzata con sussidi abitativi,assegni di accompagnamento e di cura,altre erogazioni monetarie svincolate dai servizi e da percorsi di inclusione sociale che consentano l’attivazione corretta delle risorse di una comunità locale,da qualsiasi situazione di difficoltà esse partano. La Regione Campania deve affrontare la lotta alla povertà attraverso strategie di riordino di tutti gli strumenti di assistenza economica attualmente utilizzati dai Comuni,perchè gestiscano in una prospettiva unitaria e coordinata anche gli interventi di contrasto alla povertà. Le azioni che andrebbero promosse per ridisegnare la strategia di lotta alla povertà e all’esclusione sociale devono portare i Comuni e gli ambiti territoriali:

*ad accrescere il monitoraggio,a livello locale, del fenomeno complesso ed articolato della povertà

*a consolidare reti di solidarietà capaci di ridisegnare lo spazio comunitario, come uno spazio in cui ciascun soggetto può offrire un contributo , essere chiamato a svolgere servizi e ricevere in cambio un sostegno

*a riordinare tutti gli strumenti di assistenza economica per razionalizzare le risorse ( monetarie, di servizi,di opportunità formative, di inserimento lavorativo ) connessi alla progettazione ed alla realizzazione di percorsi individuali di inclusione sociale.

Tali azioni inducono a sottolineare l’importanza che si riesca a ripensare lo strumento del Reddito minimo di inserimento a partire dal contesto locale dell’ambito territoriale, all’interno dei Piani di Zona; Ripensare l’assistenza economica per rifinalizzarla ed accrescerne l’efficacia, collegare il sostegno al reddito con percorsi di inclusione sociale connessi con la rete dei servizi dei Piani di Zona, ridefinire le regole, cogliere l’opportunità della gestione unitaria di interventi complessi, anche per ciò che attiene la gestione amministrativa. Nel mondo globale, nell’epoca delle migrazioni quasi sempre incontrollabili e con indicatori sociali che si fanno sempre più pericolosi la sfida politica vera stà nella capacità di governare i processi che ogni giorno si presentano ai nostri occhi, cercando di accompagnarli e assumendosi responsabilità .

A questa sfida noi siamo chiamati e non ci tireremo indietro.

* Resp. Circolo territoriale Salerno “Arechi”.

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