Battere la politica della distanza e la strategia del distacco

Contributo dell’On. Marco Fedi ai lavori dell’Assemblea nazionale Australia del Partito Democratico (Sabato 16 ottobre 2010)

La costruzione del Partito Democratico procede anche in Australia. Grazie ai tanti iscritti, alle amiche, amici e compagni, ai simpatizzanti ed elettori che in questi anni hanno creduto e lavorato in direzione di un progetto politico comune.

Le comunità italiane nel mondo chiedono di essere parte di questo progetto politico. Dobbiamo sconfiggere la “politica della distanza” e la strategia del “distacco” che hanno caratterizzato tutte le scelte del Governo Berlusconi e della sua maggioranza. Arrivo a sostenere che dobbiamo sconfiggere questa pericolosa deriva in ogni caso – anche se domani non potessimo più eleggere direttamente i nostri rappresentanti in Parlamento.

Non è la mia tesi. Sono convinto che – oltre gli steccati delle appartenenze – i deputati e senatori eletti nella circoscrizione estero possano contribuire a rendere effettiva “la vicinanza” con l’esperienza dell’emigrazione e con le nuove frontiere della mobilità e dei processi di integrazione: elementi che compongono il mondo delle migrazioni e la civiltà della conoscenza tra i popoli. Sono ancora convinto che la rappresentanza diretta in Parlamento rappresenti uno strumento come pochi per avere voce e contribuire a conoscere meglio il mondo e le migrazioni – ma comprendo anche le ragioni e le preoccupazioni di chi ha visto in questa legislatura risultati di segno opposto. Ritengo che non basti avere in Parlamento una rappresentanza diretta eletta dagli italiani nel mondo se questa non viene accompagnata da consapevolezza, valorizzazione ed ascolto da parte del Governo. Da parte di un Governo che invece ogni giorno sistematicamente svilisce il ruolo del Parlamento e rischia di creare condizioni di aperta conflittualità tra poteri dello Stato.

In questo nuovo precario equlibrio si deve muovere la nostra rappresentanza.

Il Partito Democratico deve riuscire a battere Berlusconi sul terreno della “buona politica”. Un progetto alternativo che restituisca fiducia nella politica e nelle istituzioni. Una proposta culturale e politica dall’opposizione che possa essere, domani, trasformata in coerente azione di governo.

La coalizione che alle prossime elezioni affronterà il centro-destra non può alimentarsi esclusivamente di anti-berlusconismo: deve avere la convinzione che un progetto culturale e politico, le riforme, le proposte di legge e l’innovazione debbono essere affiancate da un rinnovamento della classe dirigente e da un ammodernamento dello Stato.

Pensiamo per un attimo a un Governo – come l’attuale – che non riuscendo a mantenere gli impegni assunti con gli elettori fosse costretto a chiedere scusa agli italiani, anche agli italiani all’estero. Non solo un atto simbolico ma una presa di coscienza di non aver svolto una “buona ed afficace azione di Governo”. Il Governo Berlusconi di oggi sarebbe chiamato a farlo. Il Governo Prodi di ieri sarebbe stato chiamato a farlo per non essere riuscito – nonostante tutte le possibili attenuanti – a completare la legislatura.

E se tutti – maggioranze ed opposizioni delle ultime legislature – ammettessero di non essere riuscite a realizzare almeno tre riforme che richiedono un lavoro congiunto e bipartisan: le riforme istituzionali, la riforma elettorale ed il conflitto di interessi. E si ripartisse da ciò che può essere fatto insieme, subito, prima di ripartire con l’ordinario confronto maggioranza e opposizione? Un Paese diverso, l’altra Italia, è possibile.

Ed è possibile anche per gli italiani all’estero.

La politica della vicinanza e dell’inclusione, attraverso il definitivo superamento di ogni discriminazione nei confronti dei cittadini italiani all’estero e delle comunità italiane nel mondo. Dall’esonero ICI sulla prima casa fino alla definitiva estensione delle detrazioni fiscali per carichi di famiglia, dall’eliminazione di tasse e balzelli per i non residenti, incluse TARSU e canone Rai, fino alla rete consolare con il giusto equilibrio tra personale di ruolo e personale a contratto e diritti e prerogative sindacali riconosciute e garantite a tutti. In sostanza una politica per la piena cittadinanza, per rendere efficaci, in concreto, diritti sanciti dalla Costituzione.

La tutela pensionistica e previdenziale. Pochi atti concreti per rendere efficiente e trasparente la verifica annuale dei redditi e per ridurre la formazione di indebiti che riteniamo andrebbero sanati a causa delle oggettive responsabilità dell’INPS. Un sistema di pagamento delle pensioni all’estero che tuteli i più deboli e identifichi gli istituti di credito in base alla loro capacità di erogare servizi di qualità, sempre e dovunque.

Durante i diciotto mesi del Governo Prodi riuscimmo ad estendere l’ulteriore detrazione ICI ai residenti all’estero, ad ottenere per tre anni l’estensione delle detrazioni fiscali per carichi di famiglia ai residenti all’estero e ad estendere la quattordicesima ai residenti all’estero, oltre a far aumentare le dotazioni di bilancio per le comunità italiane nel mondo. Nei trenta mesi del Governo Berlusconi la maggioranza è riuscita a tagliare ai minimi storici gli stanziamenti per gli italiani nel mondo, a distinguere fortemente gli italiani all’estero dagli italiani in Italia – no all’esonero ICI, no per ora alle detrazioni fiscali per carichi di famiglia, forte limite temporale per la possibilità di accedere all’assegno sociale per chi dovesse rientrare in Italia – senza approvare una sola riforma, allontanando nel tempo alcune delle importanti modifiche alla legge sulla cittadinanza e presentando una proposta di riforma di Comites e Cgie che non convince e non piace.

Credo che il 150° dell’Unità d’Italia possa rappresentare un momento di crescita in questa proposta della vicinanza. Raccontare le ragioni dell’Italia nel mondo, la sua Unità all’estero, e per quanto ci riguarda in Australia. In ogni modo e forma: 150 anni di storie di unità della gente che si riconosce in una italianità che è sempre più espressione di una complessa e nuova e composita identità. Raccontare questa Italia nel mondo può far bene a chi in Italia vorrebbe creare muri e divisioni.

On. Marco Fedi

On. Marco Fedi
Camera dei Deputati
Segretario III Commissione Affari Esteri e Comunitari
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