Gorizia, ricorda Carlo Michelstaedter

Oggi 17 ottobre 2010, presso la sala espositiva della Fondazione Cassa di Risparmio di Gorizia in collaborazione con la Biblioteca Statale Isontina ed il Comune, verrà inaugurata la mostra Internazionale “Carlo Michelstaedter. Far di se stesso fiamma”, per il Centenario dalla morte. Il progetto espositivo rientra in una serie di iniziative realizzate a Gorizia in occasione dell’Anno Michelstaedteriano, ideate e promosse da enti pubblici e privati tra i quali: il Comune di Gorizia, la Provincia di Gorizia e l’ICM – Istituto per gli Incontri Culturali Mitteleuropei. L’esposizione dei disegni ed opere letterarie di Carlo Michelstaedter, sono un evento commemorativo e l’occasione di conoscere il percorso filosofico e di vita di questo autore, molto originale. La storia si sintetizza purtroppo, in un periodo brevissimo di 23 anni. La sua giovane vita infatti si spense il 17 ottobre 1910, suicida, poco prima della discussione della tesi di laurea, giudicata uno dei testi filosofici più eminenti del Novecento italiano.
La città di Gorizia rende ragionevolmente onore alla sua umanità e pensiero filosofico. Egli pone la visione dell'uomo, come essere che si adatta alla vita perché è indotto a soddisfare i propri bisogni e desideri dalla “philopsichìa”. Questa philopsichìa provoca una persuasione illusoria, perciò l'uomo crede di poter ottenere, ogni forma di piacere e felicità, fuori da se stesso, cioè un rapporto appagante con il mondo esterno e con gli altri. Inoltre Michelstaedter sostenne che: “E a questo lo guida il dio della philopsichìa: tu vuoi questo, ti sei impegnato a ottenerlo – che importa – cedi, quando non lo puoi, quando ci va della vita; quello che volevi qui, in fondo lo puoi aver in altra parte, in altro modo, con lo stesso piacere, senza pericolo”. …”Ognuno è solo e non può sperar aiuto che da sé: la via della persuasione non ha che questa indicazione: non adattarti alla sufficienza di ciò che t'è dato”. L'uomo “è solo nel deserto, e deve crear tutto da sé: dio e patria e famiglia e l'acqua e il pane”. Ognuno deve essere salvatore di se stesso, non può attendere la salvezza da altri: neanche da Dio. “Cristo ha salvato sé stesso poiché della sua vita mortale ha saputo creare il dio: l'individuo”, ma “nessuno è salvato da lui”, se non si ottiene la salvezza da se stesso”.
La mostra è curata da Sergio Campailla, suddivisa in quattro percorsi, nei quali sono presenti oltre 250 pezzi. Con questa rassegna di dipinti, schizzi, fotografie, documenti, manoscritti, cimeli, si vuole raccontare l’intensa ed autentica esistenza di un uomo, uno dei pochi, che capì il vero significato della parola libertà. La prima parte del percorso inizia da Gorizia, detta anche la “Nizza austriaca”, mentre la seconda parte è dedicata a Firenze, dove Michelstaedter frequenta l'Istituto di Studi Superiori incontrando insigni professori e contemporaneamente intraprende le prime relazioni sentimentali. Nella terza parte il ritorno a Gorizia per la consegnata della tesi di laurea, ma con la morte prematura. La rassegna chiude con l’esposizione dei libri provenienti dalla biblioteca di Carlo e con le edizioni postume dei suoi scritti.

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