Al Ministro-Presidente della Regione siciliana
• Al Presidente dell’Assemblea Regionale Siciliana
• Ai Sig. Assessori regionali
• Agli On. Deputati regionali siciliani
• Ai Ch.mi Senatori eletti in Sicilia
• Agli On. Deputati eletti nelle circoscrizioni della Sicilia
• Ai Sig. Eurodeputati eletti nella circoscrizione Sicilia-Sardegna
APPELLO PER L’ATTUAZIONE DELLO STATUTO SPECIALE DELLA REGIONE SICILIANA
Sabato 30 ottobre 2010 alle ore 15:30 a Palermo, in piazza Ruggiero
Settimo, si raduneranno i partecipanti alla manifestazione “30 ottobre –
La Sicilia e i Siciliani per lo Statuto“; il corteo dei manifestanti
raggiungerà, transitando per via Maqueda e corso Vittorio Emanuele, il
Palazzo Reale, sede del Parlamento Siciliano.
L’obiettivo è richiedere l‘applicazione dello Statuto Siciliano.
Con la presente i cittadini siciliani chiedono alla loro legittima
rappresentanza istituzionale democraticamente eletta di porre termine alla
situazione di illegalità costituzionale in cui la Nostra Regione versa da
più di sessant’anni dall’ottenimento di quello Statuto autonomistico, di
natura pattizia, che le avrebbe consentito un’ampia forma di autogoverno.
Nonostante talvolta i media dicano diversamente, infatti, lo Statuto
Siciliano è operante soltanto in minima parte, talvolta distorta, e
neanche nei suoi punti più qualificanti, grazie anche ad un sistema di
giurisprudenza costituzionale che non è conforme agli accordi che con lo
Statuto si erano stabiliti tra lo Stato Italiano ed il Popolo Siciliano.
Come è noto, inoltre, questa Carta non è un “incidente” della storia, ma
una precisa riparazione contro le tante violazioni costituzionali che
avevano contrassegnato in precedenza la confluenza dello Stato di Sicilia
nelle formazioni politiche dapprima duosiciliane e poi italiane, e quindi
un ordinamento che dettava le linee guida per il futuro, in uno spirito di
cooperazione tra concittadini della Sicilia e del resto del Paese, in modo
da evitare che si ripetessero i saccheggi, gli sfruttamenti
indiscriminati, le forme di vero colonialismo interno, che avevano
caratterizzato la storia precedente.
Questa promessa, vero patto tra Sicilia e Italia, è stata unilateralmente
tradita o stravolta dallo Stato italiano, dai suoi poteri forti in molti
modi e, purtroppo, anche da larghi strati della sua classe politica e
dirigente.
• Dov’è la nostra Alta Corte?
• Dove sono le norme attuative dello Statuto?
• Dov’è l’ordinamento tributario separato che ci era consentito?
• Dov’è l’applicazione generalizzata del principio di territorialità
nell’attribuzione del gettito tributario?
• Dov’è la devoluzione del demanio e del patrimonio dello Stato alla
Regione ed ai suoi enti locali?
• Dov’è la determinazione certa del Fondo di Solidarietà Nazionale
per la
programmazione di piani di investimento infrastrutturale?
• Dov’è la compartecipazione della Sicilia alla gestione della
politica
valutaria e, implicitamente, monetaria (oggi in parità con gli altri
membri del SEBC)?
• Dov’è la devoluzione di tutte le funzioni amministrative ed
esecutive
dallo Stato alla Regione ed agli enti locali?
• Dov’è la soppressione delle province e delle prefetture?
• Dov’è la partecipazione strutturale del Presidente della Regione al
Consiglio dei Ministri per rappresentare l’amministrazione statale in
Sicilia?
• Dov’è l’esenzione daziaria sull’importazione dei beni per il
capitale
agricolo e agro-industriale?
• Dov’è la gestione autonoma dei prestiti interni con la
possibilità di
ricorso diretto al risparmio pubblico?
• Dov’è la sezione siciliana della Corte di Cassazione?
• Dov’è la gestione autonoma dei vitali settori del credito, delle
assicurazioni e della finanza?
• Dov’è la Polizia regionalizzata?
• Dov’è la scuola autonoma, con la scuola primaria in competenza
esclusiva, dove poter insegnare lo Statuto, la storia, l’arte, la musica e
la lingua e letteratura siciliana?
• Dov’è la nostra compartecipazione alla formazione degli atti
comunitari
europei su materie di nostra competenza e la nostra autonoma attuazione
degli stessi?
E si potrebbe continuare.
I cittadini siciliani che consegnano questo appello considerano la propria
“deputazione”, lato sensu intesa, l’unica che legittimamente possa
chiedere a gran voce nelle sedi istituzionali competenti il mantenimento
dei diritti costituzionali del Popolo Siciliano.
Senza il rispetto dei diritti costituzionali della Sicilia non ci sarà
uscita dal sottosviluppo, non ci sarà liberazione possibile dalla mafia e
da ogni altra illegalità, non ci sarà una propulsione autonoma che possa
condurre a vere condizioni di cittadinanza, ma solo assistenzialismo e
subalternità. Senza l’applicazione dello Statuto saremo sempre sudditi,
piegati alla richiesta del “favore” al posto di ciò che è invece un
“diritto”.
Siamo coscienti che le emergenze oggi appaiono altre: una disoccupazione
ormai abnorme, i nostri produttori strangolati dal “racket” dei compratori
nazionali, i nostri redditi erosi da una continua e strisciante inflazione
e da politiche centrali dissennate, gli enti locali sovraffollati e in
dissesto, servizi pubblici e infrastrutture indegne di un paese civile,
chiusure continue di ogni struttura, impresa, centro decisionale, nonché
emergenze sociali ed ambientali da tutte le parti. Ma siamo anche
coscienti che se continueremo a delegare ad altri le decisioni cruciali
per la nostra Terra, le cose non potranno che andare a peggiorare. Solo
noi siciliani possiamo farci carico dei nostri problemi e tornare a
camminare sulle nostre gambe finalmente come un paese normale. È da circa
sei secoli che lottiamo per l’autogoverno e finora l’avere affidato ad
altri il nostro destino ha prodotto soltanto un lento e inesorabile
declino.
Su questo chiediamo chiarezza e coraggio da parte di tutti.
Noi non ci fermeremo.
W la Sicilia!
Santo Trovato (Catania), Rosa Beatrice Cassata (Messina), Gianluca
Castriciano (Messina),Domenico Corrao (Palermo), Carmelo Cuschera (Favara
– AG), Mimmo Dagna (Palermo), Beppe De Santis (Palermo), Mario Di Mauro
(Catania), Antonio Fricano (Palermo), Fonso Genchi (Palermo), Giuseppina
Marrone (Siracusa), Gaetano Simile MacColl (Palermo)
Ufficio stampa
L’ALTRA SICILIA – Antudo
www.laltrasicilia.org