Prima si cambia la legge elettorale e poi si va al voto

Pier Luigi Bersani a “Che tempo che fa”: “Ma chi, in una democrazia, potrebbe dire ghe pensi mi? Credo che ci sia una buona probabilità che si vada a votare a primavera. Il deterioramento dell'assetto politico di questa maggioranza è evidente”

“Ma chi, in una democrazia, potrebbe dire ghe pensi mi?”. Così il segretario del Pd, Pier Luigi Bersani ha espresso le sue preoccupazione sull'attualità politica che si vive in Italia durante la trasmissione di Rai3 “Che tempo che fa”. Siamo di fronte ad “una deriva populista e plebiscitaria che rischia di portare l'Italia fuori dalle democrazie occidentali”.

“Credo che ci sia una buona probabilità – ha continuato il leader democratico – che si vada a votare a primavera. Il deterioramento dell'assetto politico di questa maggioranza è evidente”. Ma prima di andare al voto sarebbe necessario, se non urgente, cambiare la legge elettorale e ridare ai cittadini il diritto di scegliere i propri rappresentanti in Parlamento e di renderli direttamente responsabili del loro operato con gli elettori.

La sfida del Pd per il futuro del Paese parte da Busto Arsizio dove si è svolta l'Assemblea nazionale: governo di transizione, riforma della legge elettorale, elezioni.”Ancora non c'è la costituzione di Arcore” e per questo si può correggere la legge. “Tutti dimenticano – ha dichiarato il segretario del Pd – che due anni fa fu proprio Berlusconi a dire in Parlamento che bisognava cambiare la legge elettorale. Se la maggioranza dei parlamentari vuole attuare la riforma, allora si può fare. Ancora non è in vigore la costituzione di Arcore”.

Alle elezioni si arriverà solo con “progetti chiari e concreti nell'interesse del Paese”. Per questo “il nuovo Ulivo sarà composto dalle forze del centrosinistra legate da un patto vincolante. Dal Nuovo Ulivo si passa poi alla formulazione di una proposta di governo aperta a tutte le forze che hanno a cuore la democrazia. E quindi rivolta pure ai centristi dell'Udc”.

Chi sarà il candidato premier? Bersani ha rilanciato le primarie definite “una cosa bellissima” e scherzato sul fatto che il ruolo del “Papa straniero non venisse affidato a Obama, almeno nell'interesse degli Stati Uniti. “Montezemolo, Profumo, Marcegaglia, Draghi, non c'è nessuno di questi che ha fatto il volontario alle feste del Partito Democratico”, ha detto Fazio a Bersani. ''Noi – ha risposto il segretario – abbiamo una cosa bellissima: le primarie. Per adesso divertiamoci con i giornali, poi, quando sarà il momento, vedremo”.

Nella sua intervista, Bersani ha anche evidenziato l'errore di sottovalutazione fatto dal centrosinistra nei confronti di Berlusconi. “Berlusconi è un osso duro, non una macchietta come è stato considerato da qualcuno. Lo abbiamo sottovalutato”. Gli anni del centrosinistra al governo sono “stati importanti hanno garantito al Paese l'ingresso in Europa. Noi abbiamo dimostrato però una certa disgregazione e disorganizzazione”. Per questo adesso “o questa volta facciamo una cosa fatta bene, altrimenti ci riposiamo”.

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