La doppia morte di Sarah

Sarah è morta, 42 giorni fa, dal giorno stesso della scomparsa, strangolata dallo zio, il fratello di sua madre e poi occultata in un vecchio pozzo, ricoperta di pietre. Ed è morta di nuovo, in diretta, di fronte alla maschera tragica di una madre, inquadrata da occhi meccanici, mentre apprendeva in diretta la notizia. Lui, l’assassino, il 29 settembre aveva consegnato carabinieri il suo cellulare, privo di batteria e di scheda sim, dicendo di averlo trovato in un podere nel quale aveva lavorato per conto terzi. Era stato convocato in mattinata con la moglie, Cosima Spagnolo, e la figlia maggiore, Valentina, sorella di Sabrina, la cugina con la quale Sarah aveva appuntamento il giorno della sua scomparsa per andare al mare. Ma alla fine madre e figlia sono state riaccompagnate a casa, mentre Misseri, lo zio, il fratello della madre, è crollato sotto le domande. E la madre, sua sorella, ha appreso tutto in diretta Tv. “L'ho strangolata con una cordicella mentre era di spalle e ho abusato di lei dopo che era già morta”, è stata la rivelazione agghiacciante che l’assassino ha fatto agli investigatori Sempre secondo le dichiarazioni dell'uomo, la ragazza sarebbe stata strangolata nel garage di casa sua. Prima di occultare il cadavere gettandolo in un pozzo, Misseri l'avrebbe denudato e, successivamente, avrebbe bruciato i vestiti. La piccola Sarah, , prima del triste epilogo, avrebbe cercato aiuto dalla cugina Sabrina, figlia dell’uomo, con la quale il giorno prima proprio per questo motivo avrebbe avuto un violento litigio. Misseri il giorno della scomparsa aveva avvicinato ancora Sarah, forse per costringerla a non rivelare le sue richieste. Secondo la ricostruzione degli inquirenti, intorno alle 15 del 26 agosto, dopo avere ucciso la nipote nel garage di casa, Misseri ha trasportato il cadavere nel portabagagli della sua auto nel terreno ai confini con la provincia di Lecce e l'ha buttato in un pozzo, che lui stesso ha indicato agli inquirenti. Secondo l'avvocato Walter Biscotti, uno dei due legali della famiglia Scazzi, il ritrovamento del telefonino “è stato quasi un modo per dire “venitemi a prendere”, una sorta di messaggio per farsi scoprire perché non ce la fa più a mantenere un segreto. È la mia opinione da avvocato, ma di casi simili ne sono successi altri. Altrimenti non si spiegherebbe il motivo per cui ha tirato fuori il telefonino, peraltro gettato lì poco prima del ritrovamento”. Questa triste, terribile vicenda, riapre il problema degli omicidi in famiglia, una tragedia crescente che ha quadruplicato il suo “volume” negli ultimi dieci anni. E, come si chiede Valeria Rossa, non è fondamentale capire se il delitto sia stato sessuale o meno: se lo è stato, la cosa peggiora solo un pochino. Sta di fatto che continuano ad esistere uomini che credono di avere il diritto di alzare le mani, di picchiare, di usare violenza su chi è più debole di loro, solo per il fatto che sia più debole o che sia donna. Sarah, la piccola Sarah, con occhi grandi e pelle di luna, con un sorriso triste e quasi consapevole di un destino ingrato, è l’ennesima vittima di una sottocultura maschilista, quella che, ad esempio, ha portato il pakistano Khan Hamad Butt ad ammazzare la moglie e ridurre la figlia in fin di vita, perché rifiutava un matrimonio combinato. Una sottocultura feroce, belluina, che non né colore, né nazionalità o etnia, una sottocultura da “uomini che odiano le donne” e che da luogo, con preoccupante escalation, ad un susseguirsi di violenze che, nove volte su dieci, avvengono tra le mura domestiche o nelle strette vicinanze. Le famiglie dovrebbero essere accorte e la Gelmini, invece delle forbici, dovrebbe usare il cervello, prevedendo nella scuola, ad esempio, un’ora di “educazione sociale” in cui si insegni ai bambini, fin dalla più tenera età, che non esistono “esseri inferiori”. Un’ora in cui si insegni a rispettare chi è diverso da sé e chi è più debole: si tratti di donne, di bambini o di animali. Ma c’è una ulteriore tragedia nella morte di Sarah, un dramma nel dramma, che risuono dentro di noi spettatori e consumatori televisivi. Mi riferisco alla diretta in cui è la conduttrice, Federica Sciarelli ad informare la madre di Sarah, a farlo in tempo reale, senza pietà, né preamboli. Concetta è sotto shock, la Sciarelli chiede di portarle un bicchiere d’acqua, poi le consiglia di andare a casa e infine il collegamento viene interrotto anche sotto consiglio dell'avvocato. Sarebbe stato il caso di interrompere prima la diretta. Forse sarebbe stato opportuno informare la mamma di Sarah privatamente, senza i riflettori puntati addosso; forse sarebbe stato necessario permettere ai familiari di Sarah di apprendere la notizia in maniera più intima. Qualcuno parla di reality show della cronaca nera e, credetemi, la domanda è più che legittima

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